Bollettino polline e qualità dell'aria: valori bassi nelle Marche, Lazio con smog e pollini, in Veneto allerta cipresso. Atteso peggioramento
I dati di oggi, venerdì 11 aprile 2025, mostrano un quadro decisamente eterogeneo per quanto riguarda la concentrazione di polline tra Nord, Centro e Sud Italia: nelle Marche – soprattutto ad Ancona e Pesaro – si registrano livelli di polline particolarmente bassi, con valori inferiori a 1 grano/m³ riguardo tutte le specie vegetali principali dell’area.
I pollini di cipresso, che solitamente in questo periodo dell’anno determinano concentrazioni piuttosto elevate, si aggirano su livelli minimi (0,3 grani/m³), analogamente a quelli di betulla e ontano (0,5 grani/m³), e anche la parietaria – molto spesso problematica in questa stagione per gli allergici – si accosta su valori poco impattanti (0,2 grani/m³).
Questa situazione favorevole, in modo anomalo rispetto al periodo, è determinata dall’azione delle piogge recenti e dalla mancanza di venti forti, fenomeni che hanno fortemente limitato l’espansione pollinica nell’ultimo periodo.
Nel Lazio, la situazione appare invece più complessa: dai dati di PollinieAllergia.net, a Roma registriamo valori in aumento per la parietaria, con tassi tra i 15-20 grani/m³, soprattutto in prossimità delle zone verdi.
Le graminacee stanno iniziando a crescere in modo particolare, soprattutto nei parchi urbani, con concentrazioni ancora lievi (5-8 grani/m³), ma che probabilmente aumenteranno nei prossimi giorni anche a causa dell’assenza di piogge nell’ultima settimana e delle temperature miti, che stanno progressivamente creando le condizioni perfette per la dispersione del polline.
Bollettino polline e qualità dell’aria: i dati regione per regione
Riguardo il polline, il Veneto presenta lo scenario meno confortante, in particolare nella pianura centrale, dove si rilevano concentrazioni elevate di pollini di cipresso, con picchi di 25-30 grani/m³ nell’area euganea, valori che superano la soglia di attenzione per i soggetti allergici.
Le betulle e gli ontani rimangono su livelli discreti (5-10 grani/m³), mentre da segnalare è la fioritura precoce dell’olmo, soprattutto nelle zone collinari, con valori ancora bassi (3-5 grani/m³) ma in progressivo aumento.
Riguardo la qualità dell’aria, i dati chiariscono un quadro con molte differenze tra le varie regioni: nel Lazio si conferma concentrazione elevata di particolato fine, con un valore di PM10 pari a 58 μg/m³ – molto superiore al limite giornaliero di 50 μg/m³ – mentre a Roma la concentrazione di PM2.5 è di 28 μg/m³.
Le Marche si ritrovano in una situazione migliore, con valori di PM10 compresi tra 20-25 μg/m³, anche se con picchi di ozono (O₃) fino a 110 μg/m³ nell’area industriale di Falconara Marittima.
Il Veneto mostra un decisivo miglioramento rispetto agli ultimi anni, con valori medi di PM10 scesi a 35-40 μg/m³ nelle aree urbane di Verona e Padova, soprattutto in seguito all’introduzione delle politiche di riduzione delle emissioni, ma rimangono le criticità sul biossido di azoto (NO₂), con valori fino a 45 μg/m³ nelle ore di punta.
Per un monitoraggio in tempo reale, suggeriamo comunque di consultare i portali ARPAM (Marche), ARPALAZIO (Lazio) e ARPAV (Veneto), che forniscono dati aggiornati ora per ora su tutti gli inquinanti principali.
