Comune di Milano preoccupato per l’invadenza dei writers. Ma ci sono spazi per loro? Alcune idee a margine di un recente evento in Senato
Caro direttore,
leggo sulle pagine milanesi del Corriere della Sera dell’incontro che si è tenuto in Comune a proposito dell’aumento dei giovani writers, che costituisce un problema per il fatto che si moltiplicano episodi di carattere vandalistico. Si dice, tra l’altro, che l’ATM debba spendere ogni anno 6 milioni per ripulire i mezzi. Pare che gli imbrattatori, ma ora anche incisori, siamo sempre più giovani.
Sembra pure che la maggior parte dei giovani writers vengano dai licei artistici e scuole d’arte. Questo significa che tra di loro non ci sono solo imbrattatori narcisisti, ma anche ragazzi che vorrebbero esprimersi, ma ai quali non viene dato lo spazio e il modo di farlo.
Mercoledì ho avuto la fortuna di assistere a Palazzo Giustiniani, a Roma, una delle sedi del Senato della Repubblica, alla presentazione di una mostra dedicata all’amico pittore writer, milanese, di formazione californiana, Luca Massironi, alias FlyCat. Così si festeggiavano i suoi oltre quarant’anni di attività artistica, dando spazio, in un luogo iconico come il Senato, ad una forma di arte contemporanea che non tutti capiscono.
Dopo una pregevole introduzione, fatta dallo stesso presidente del Senato Ignazio La Russa, di cui forse non tutti conoscevano la competenza nel campo dell’arte, c’è stato un mini-convegno sull’argomento con gli interventi di Luca Borriello e Cesare Biasini Selvaggi, oltre naturalmente che di FlyCat.
Credo che di questa forma d’arte pochi parlino a scuola, dove, dopo aver giustamente reso omaggio a Giotto, Raffaello e Caravaggio, si passa velocemente a dare un’occhiata a qualcosa del Novecento. Almeno così ho l’impressone che avvenga nella maggior parte dei casi.
Forse suggestionato dall’interessante incontro a cui ho potuto partecipare a Roma, mi è venuto questo pensiero. Perché i nostri amministratori comunali, campioni di una modernità che crea spazi dovunque riservati alla circolazione delle bici e dei monopattini e aree destinate ai bisogni dei cani (che tendono a prendere il posto di quelle riservate ai bambini che non nascono), non possono inventare spazi su cui questi nostri giovani, dovutamente educati, ad esempio facendoli incontrare con artisti come FlyCat, si possano esprimere?
Non mi sembra che tanti manifesti e altre scritte pubblicitarie che non sempre “abbelliscono” la nostra città meritino più rispetto. E poi, vuoi vedere che tra queste migliaia di giovani scribacchini c’è qualche genio incompreso? Del resto anche al tempo di Caravaggio non tutti erano Caravaggio, e se penso alla vicenda di Van Gogh ricordo come anche lui a suo tempo forse non era considerato molto di più di un imbrattatele.
Vivo da alcuni mesi, per lavoro, nel quartiere di Brera e, sapeste quante idee avrei per renderlo ancora più suggestivo, magari in qualche sua parte, anche grazie al lavoro di qualche giovane writer. Provare per credere!
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