Mi capita spesso di leggere articoli sul Sussidiario e di ricevere dalla loro lettura veri stimoli. Come ieri, leggendo l’articolo di Contri su Oliviero Toscani e le sue provocazioni.
Chissà perché, da sempre appassionato d’arte, mi è venuta in mente una domanda: provocazioni, per quanto siano geniali come quelle di Toscani, sono solo quelle che presentano scene insolite, per lo più di immagini forti, meglio se irriverenti, meglio ancora se alquanto disgustose? Oppure c’è un altro modo di pro-vocare, cioè di chiamare ad una riflessione che normalmente non si farebbe, su cose il cui significato è tutto da stupire?
Allora mi è venuto in mente che quando anni fa insegnavo all’Istituto di Diplomazia di Astana, per fare un’introduzione allo studio dei codici segreti proponevo ai futuri diplomatici alcune note opere d’arte il cui significato poteva non essere quello che normalmente sembrava.
Un esempio. Tutti voi suppongo abbiate presente la Pietà di Michelangelo, quella che si trova in San Pietro a Roma. Che cosa esprime? Pietà, appunto. La Madre sembrerebbe sostenere il Figlio morto chiedendo a chi la guarda di partecipare alla loro passione. Giusto. Ma se guardiamo l’opera più attentamente possiamo accorgerci che se dal punto di vista anatomico le figure, in particolare il corpo di Cristo, sono praticamente perfette, dal punto di vista fisico non lo sono affatto.
Il corpo di Gesù è assolutamente più piccolo, sproporzionato rispetto a quello della Madre. Inoltre risulta essere anche innaturalmente leggero, tanto che la Madre non sembrerebbe sostenerlo, ma offrirlo. La posizione della sua mano sinistra confermerebbe questa osservazione. Inoltre, cosa che molti hanno già osservato, il volto della Madre è di una giovinezza irreale rispetto a quello del Figlio.
Allora una domanda, provocatoria: e se il senso profondo della Pietà di Michelangelo fosse quello di presentare l’offerta del Corpo di Cristo, cioè l’Eucaristia? Il volto giovane della Madonna corrisponderebbe all’affermazione del Vangelo: “chi mangia di questo pane vivrà in eterno”.
Ricordiamo che in quel periodo cominciarono le prime discussioni sulla presenza reale nell’Eucaristia. Scusate, ma non è anche questo un esempio di una possibile provocazione?
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