Come è andato il vertice bilaterale Italia-Francia: ecco cosa hanno deciso Meloni e Macron su UE, energia, difesa e politica estera. Scocca la pace?
LA “PACE” IN 4 ORE: I PASSI AVANTI DI MELONI CON MACRON (CON L’UE INTERESSATA…)
Quattro ore, una cena di lavoro (inizialmente non prevista) e un comunicato congiunto finale che fa intuire come possa essere scattata una sorta di “pace”, o quantomeno una tregua duratura, tra Italia e Francia. Il vertice di Palazzo Chigi tra Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron la sera del 3 giugno 2025 ha sancito un nuovo slancio diplomatico e politico per le due nazioni che assieme alla Germania reggono le sorti economiche e strategiche dell’Unione Europea: davanti alle sfide comuni che attendono (i dazi, l’energia e le guerre), la Premier Meloni con il Presidente francese Macron hanno per una volta deposto l’ascia di guerra dimostrando un’apertura e disponibilità inattese alla vigilia.
Il tempo attuale del resto “Impone” un cambio di strategia e una disponibilità negoziale che raramente Francia e Italia avevano dimostrato in passato, forse solo nel breve “regno” di Mario Draghi alla Presidenza del Consiglio: come ha spiegato la leader di FdI oggi su X, l’incontro con Macron ha rafforzato il dialogo e il coordinamento con la Francia, operando assieme per una Europa «più sovrana, prospera e orientata alla pace».
Al di là di aver già fissato il prossimo vertice bilaterale per l’inizio del 2026 a Parigi, i due leader (assieme al cancelliere Merz) più importanti del panorama europeo provano un’intesa politica e strategica per rendere le relazioni tra Italia e Francia in grado di rapportarsi nel dialogo con gli USA di Trump e davanti alle minacce della Russia con un’unica linea politica, quella europea. Se Macron aveva auspicato di procedere sulla medesima strada politica sulle questioni essenziali della UE, Meloni ha ottenuto di concepire pari dignità e centralità su tutti i dossier centrali dell’Unione, evitando lo spiacevole episodio dei “volenterosi” che non chiamano l’Italia nel recente vertice di Tirana.
Sicuramente la vicinanza politica del Governo italiano con la Casa Bianca rende la posizione di Meloni molto più forte, cosi come la stabilità dell’esecutivo (e la fiducia dei mercati sugli impegni presi dal Ministro Giorgetti) garantisce all’Italia uno status più completo al momento della Francia attraversata da una lunghissima crisi politica. Di contro, la centralità di Parigi nella potenza nucleare, economica e negoziale fa da sponda all’Italia, così come una maggiore vicinanza tra Macron e Bruxelles potrebbe “fare comodo” al Governo Meloni visto sempre con “prudenza” dai vertici UE.
Nella serata di ieri, a Roma, ho avuto un lungo incontro con il Presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, molto utile per rafforzare il dialogo e il coordinamento tra Italia e Francia di fronte alle crescenti sfide comuni. Come Nazioni fondatrici dell’Unione Europea,… pic.twitter.com/BWlXcgLHaA
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) June 4, 2025
IL COMUNICATO CONGIUNTO DI FRANCIA E ITALIA: I DOSSIER APERTI E COSA HANNO DECISO I LEADER A P. CHIGI
Come già ribadito, il comunicato congiunto del vertice bilaterale Italia-Francia fa intuire la “pace” scoccata tra Meloni e Macron, e non importa se tale pacificazione è resa tale dall’urgenza internazionale e dai dossier impellenti: serve navigare in rapporto su più fronti e – come ha riconosciuto la stessa leader Pd Elly Schlein – il fatto che i due leader di Roma e Parigi si parlino e trovino accordi è decisamente positivo.
Per capire dunque cosa hanno effettivamente deciso Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron nel bilaterale concluso ieri notte basta leggere con attenzione il comunicato diffuso da Palazzo Chigi e dall’Eliseo in forma congiunta: in primo luogo viene ricordato che i due Paesi fondatori dell’Unione Europea puntano ad una svolta “sovranista” nella difesa di interessi e diritti per i propri cittadini. Punto chiave è la competitività, da unire alla crescita, da accelerare «semplificando le normative» e favorendo «investimenti privati e pubblici».
Meloni e Macron concordano nel collaborare sull’energia e puntando alla neutralità tecnologica in modo da far concorrere le aziende europee con quelle mondiali «ad armi pari»: dall’auto al siderurgico, il mercato globale richiede l’impegno europeo per sviluppare (e non solo normare) i dossier chiave di AI, spazio e soprattutto il nucleare con tutte le annesse fonti di energia rinnovabili. Davanti al prossimo Consiglio UE e ai prossimi incontri della NATO, Meloni e Macron concordano nel bilaterale il sostegno incrollabile a fianco dell’Ucraina per la sempiterna «pace equa e duratura», puntando sulla difesa europea con investimi comuni tecnologici ed industriali.
A livello di politica estera però non è solo la guerra Ucraina-Russia ad aver occupato ampio spazio nel vertice di ieri sera: sul Medio Oriente e il Nord-Africa, in particolare in Libia, Francia e Italia concordano nel ribadire le proprie relazioni geopolitiche in concordanza con la comune alleanza con gli Stati Uniti.
Dopo svariati piccoli passi diplomatici negli scorsi mesi, culminati con gli incontri ai funerali di Papa Francesco e all’elezione di Papa Leone XIV, il rapporto diplomatico tra Macron e Meloni si rafforza improvvisamente puntando i due Paesi come guida importante dell’intera UE. Sarà il tempo (e l’agenda internazionale) a valutare sul campo l’effettiva alleanza rinnovata tra Italia e Francia: di sicuro i passi avanti di Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron hanno dato il “là” decisivo.
