Il monito del cardinale Pizzaballa sul dramma della guerra in Medio Oriente: “solo la comunione e non le menzogna danno vita. Disumanità e terrore a Gaza”
L’APPELLO (NETTO) DEL PATRIARCA DAVANTI AL FRAGORE DELLE GUERRE IN MEDIO ORIENTE
Seicentoventi giorni di guerra, con l’ultima escalation esplosa tra Iran e Israele lo scorso venerdì: in mezzo milioni di vite sconvolte dalla violenza di una guerra che non sembra avere fine, come amaramente ammette il cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca latino di Gerusalemme, durante la celebrazione della Santa Messa nel convento dei frati di San Salvatore in Israele.
Dopo aver più volte ammonito nei mesi scorsi la sempre più difficile convivenza di arabi e ebrei in Terra Santa, come frutto delle violenze esplose da ambo le parti in guerra, l’ultima fase di combattimenti durissimi tra Iran e Israele mostra ancora più urgentemente la necessità di una pacificazione completa: il problema, come rileva il Patriarca Pizzaballa, è che si è sempre di più «risucchiati dentro una spirale di violenza sempre maggiore».
Nell’omelia tenuta a Gerusalemme nella Santa Messa di domenica scorsa il cardinale italiano si sofferma sulla guerra riesplosa tra Iran e Israele sottolineando come da ogni parte vi sia l’illusione di apparire e sembrare “forti”, mentre la realtà dice l’esatto contrario: «siamo deboli e fragili» e questo, ravvisa Pizzaballa, lo si deve al fatto che ci si considera sempre al di fuori del progetto di Dio e con Dio. Senza il rapporto col mistero ci si perde sempre: tutto ciò che nasce da pure strategie di potere umano, «producono menzogna e morte».
CARD. PIZZABALLA CON IL CUSTODE DI TERRA SANTA: DISUMANITÀ E CLIMA SPETTRALE A GAZA
È poi sempre il cardinale Pizzaballa, nel commento alle letture della Santa Messa, a ritenere la figura del maligno (del serpente della Genesi, ndr) come centrale nella storia del mondo nel suo tentativo di separare l’umanità dal suo creatore: quando si arriva ad ascoltare solo la menzogna e l’inganno di chi vuole il male dell’uomo, il risultato non può che essere una società isolata e profondamente dispersa. Di contro invece, rileva il Patriarca da Gerusalemme, quando l’umanità accoglie la parola e la vita di Gesù arriva a ritrovare la verità di Dio, «una comunione e un’amore reciproco che può rendere tutti ricchi di vita e bene», oltre che di relazioni.
L’opera di Dio è di testimoniare una diversità originale alla spirale di violenza e menzogna, educando con gradualità ogni cuore umano ad un nuovo modo di vivere, «ovvero quello della comunione». In tal senso Pizzaballa si unisce all’appello del Custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, quando ritengono che la violenza e le guerre in Medio Oriente non sono altro che il frutto di una cultura che non punta alla comunione ma alla conflittualità. Disumanità, clima spettrale e orrori sono teatro quotidiano secondo quanto avviene nella Striscia di Gaza ma anche nella vita in Israele, con in più ora lo scontro tra Iran e Stato Ebraico che non fa che rendere ancora più “incendiario” lo scenario.
Un mondo spaventato, diviso e instabile, dove nessuno sembra voler fare un “passo indietro” e dove il dialogo e l’accoglienza non sembrano più trovare posto: il rischio che la terza guerra mondiale a “pezzi” diventi una effettiva guerra mondiale globale è purtroppo realtà, specie se si continua a non considerare una logica della negoziazione. Tanto il Custode Patton quanto il Patriarca Pizzaballa ribadiscono la necessità di tornare ad ascoltare le parole di vita che sgorgano dal Vangelo di Gesù, nel nome della verità e della pace non più inseguendo le menzogne del maligno.
