L'appello del principe ereditario dell'Iran Reza Pahlavi: “Khamenei ha distrutto il Paese e sviluppato armi atomiche, si dimetta subito”
IL MESSAGGIO DEL PRINCIPE EREDITARIO IN IRAN CONTRO IL REGIME DEGLI AYATOLLAH: “IL PAESE È AL COLLASSO, DIMETTITI”
Con l’ayatollah Khamenei in “esilio” nascosto per evitare di essere colpito dai missili di Israele e USA, l’Iran prova a rispondere colpo su colpo alla guerra avviata da Netanyahu per fermare il programma nucleare di Teheran, con il caos che regna sempre più sovrano in Medio Oriente: in questo contesto arriva il “messaggio” diretto da Reza Ciro Pahlavi, principale leader dell’opposizione esiliata dall’Iran nonché principe ereditario e figlio dell’ultimo scià di Persia (Mohammad Reza, ndr) deposto dalla Rivoluzione teocratica islamista di Khomeini.
Ed è al suo diretto successore, l’attuale ayatollah Ali Khamenei che si rivolge il “guanto di sfida” di Pahlavi appena 48 ore dopo la messa in crisi delle aree nucleari sotto le bombe americane: «la Guida Suprema ha portato l’Iran sull’orlo del collasso, ha distrutto il Paese e saccheggiato le nostre risorse nazionali». È pieno di livore, come comprensibile, il tono usato da Pahlavi nella lunga conferenza stampa postata con il testo integrale sul suo profilo X (qui a fondo pagina, ndr): gli scenari di guerra attuali sono «il nostro Muro di Berlino», con l’Iran trascinato in un conflitto «devastante, il cui artefice non è altro che Ali Khamenei e la sua fazione corrotta e distruttiva».
Secondo il principe ereditario l’unica vera azione da fare ora per l’ayatollah è di dimettersi, accettando poi un processo equo: se invece rimarrà al potere rimarrà un pericolo per l’intero Iran così come per la comunità internazionale. Fonti poi riportate dallo stesso figlio dell’ex scià iraniano riportano come vi siano tentativi della famiglia di Khamenei di fuggire dal Paese, il che mostra e dimostra come «il potere della Repubblica Islamica sia al limite della caduta ormai»
IL “PROGRAMMA” DI REZA PAHLAVI E IL CAOS IN MEDIO ORIENTE
La guerra civile che potrebbe incombere sull’Iran pone il popolo oppresso da decenni di regime teocratico islamista davanti ad un bivio: o lo spargimento di sangue e l’allargamento della guerra, «oppure la possibilità di una transizione democratica». Per farlo Khamenei deve rassegnare le dimissioni, accettare il processo e forse anche evitare anche la condanna di morte, «molto più di quanto tu abbia mai concesso a un qualsiasi cittadino iraniano», ribadisce Reza Pahlavi denunciando tra i principali crimini commessi dal regime quello di aver voluto sviluppare armi nucleari, «distrutto la sicurezza dell’Iran e rubato la sovranità» dell’intera popolazione.

Democrazia, meno religione teocratica islamista, più libertà e ritorno alle origini pre-Rivoluzione di Khomeini e Khamenei, con un Iran aperto al confronto e il dialogo in tutto il Medio Oriente e disposto a sottoscrivere gli accordi di Abramo con Israele e Medio Oriente: questo il “programma” delineato dall’erede della monarchia iraniana, sempre durante la conferenza stampa tenuta oggi a Parigi.
Occorre risvegliare le coscienze di un popolo che a più strati diversi – Pahlavi parla di miliari, esiliati, operai, attivisti e donne perseguitate dal regime – grida la liberazione dalla teocrazia sciita. Per il principe ereditario la Repubblica islamica sta crollando e quanto prima occorre giungere ad un cambio di regime che possa donare la pace all’Iran e all’intero mondo internazionale che non può rimanere al sicuro finché «Khamenei è al potere», con le relative “cellule” terroristiche dormienti in tutto l’Occidente pronte ad essere attivare da Teheran.
The complete text of my opening remarks at today’s press conference:
Ladies and Gentlemen, members of the international press corps, good afternoon.
Thank you for being here today. This is a historic moment for our nation. I will begin with a brief message to my compatriots in… pic.twitter.com/2IX4lC8Nsj
— Reza Pahlavi (@PahlaviReza) June 23, 2025
