• Iscriviti alla Newsletter
  • Accedi
  • Registrati
IlSussidiario.net
  • In primo piano
    • Ultime notizie
    • Cronaca
    • Politica
    • Economia e finanza
    • Sanità
    • Cinema e Tv
    • Calcio e altri Sport
  • Sezioni
    • Cultura
    • Energia e Ambiente
    • Esteri
    • Impresa
    • Lavoro
    • Educazione
    • Musica e Concerti
    • Motori
    • Scienze
    • Hi-Tech
    • Sanità, salute & benessere
    • Donna²
    • Milano
    • Roma
    • Oroscopo
    • Turismo e Viaggi
    • Sanremo
    • Meeting di Rimini
    • Sostenibilità e Sussidiarietà
    • Food
    • Chiesa
    • Trasporti e Mobilità
    • Osservatorio sull’informazione statistica
    • Tags
  • Approfondimenti
    • Rubriche
    • Dossier
    • Speciali
  • Riviste
    • Emmeciquadro
  • Firme & Multimedia
    • Autori
    • Intervistati
    • Editoriale
    • Foto
  • Feed Rss
  • Donazione
    • Sostieni ilSussidiario.net
IlSussidiario.net
  • Video
  • Cronaca
  • Politica
  • Sanità
  • Economia
  • Sport
  • Turismo
  • Chiesa
  • Video
  • Cronaca
  • Politica
  • Sanità
  • Economia
  • Sport
  • Turismo
  • Chiesa
IlSussidiario.net
IlSussidiario.net

Home » Educazione » Invalsi » SCUOLA/ Invalsi, l’inclusione “abbassa” le prestazioni, la sfida restano bambine e ragazze in matematica

  • Invalsi
  • Educazione

SCUOLA/ Invalsi, l’inclusione “abbassa” le prestazioni, la sfida restano bambine e ragazze in matematica

Tiziana Pedrizzi
Pubblicato 28 Luglio 2025
(Ansa)

(Ansa)

Dopo un rapido fuoco di paglia comunicativo i dati INVALSI 2025 sono spariti di nuovo. Ecco i principali messaggi lanciati dal Rapporto

Quali sembrano essere i messaggi principali del Rapporto INVALSI 2025 presentato il 9 luglio scorso?

Le prestazioni degli studenti non tornano ai livelli pre-Covid-19, anzi peggiorano lievemente rispetto al 2024. Spiegazioni: alcuni parlano ancora di “onda lunga del Covid”, ma bisogna tenere in conto che OCSE già nel rapporto PISA 2022 metteva in dubbio questa spiegazione per quanto riguarda i paesi dell’Occidente avanzato (o opulento); bisognerà attendere i dati del 2024 per capire quanto questa realtà italiana si inserisce nel contesto dei Paesi a lei simili.


Valditara: "Invalsi dimostrano utilità della stretta sui diplomifici"/ "Basta al facilismo educativo"


INVALSI, nella persona del suo presidente Roberto Ricci, ha tentato di dare una spiegazione diversa. Il sistema scolastico italiano sta incorporando anche le fasce culturalmente più deboli. Questo è un grande risultato di inclusione, tanto è vero che l’Italia presenta solo l’8,3% di giovani in fascia di età 18-24 non diplomati, con un balzo in avanti rispetto al 18,9% del 2001 che la pone una volta tanto in anticipo rispetto agli obiettivi europei del 2030.


Risultati prove Invalsi 2025, al Sud 60% studenti non capisce l'italiano/ 61% ha gravi lacune in matematica


La riprova ne è la situazione degli immigrati di prima e seconda generazione, ben illustrata dai risultati nella scuola primaria, che vedono il Nord una volta tanto essere superato dal Centro (e questo era già successo per le Marche) ed anche da una parte del Sud adriatico (con allegata la Basilicata), zona d’Italia che peraltro in generale va sempre più somigliando nei dati al Centro e distaccandosi dal Sud tirrenico.

Scorporando però la popolazione immigrata la classifica storica si restaura, perché è noto che gli immigrati, se sbarcano (alcuni, non tutti) al Sud, poi, appena possibile, salgono al Nord, anche come zona di transito verso gli altri Paesi europei.


Prove Invalsi 2025, oggi matematica per quinta e seconda primaria/ Come funziona e quanto dura ed esercizi


Un altro elemento di riflessione importante è che l’Italia ha il maggior divario autoctoni-non autoctoni tra i Paesi comparabili in PISA 2022. Il che vuol dire che, se la benedetta accoglienza è garantita, non altrettanto lo è la sua efficacia. In tutti gli anni in cui il fenomeno era già manifesto non vi è stata alcuna politica istituzionale solida per garantire che ogni scuola (tutte, non solo le famose “avanguardie”) attivasse meccanismi specialistici in questo senso, che andassero al di là della buona volontà.

Anzi, sono sempre stati demagogicamente demonizzati tutti i tentativi di garantire una formazione solida che andasse al di là dell’apprendimento del linguaggio di uso corrente, per garantire il linguaggio della cultura e dello studio.

I residui cultori della materia ricordano la gogna cui anni fa venne esposta una scuola emiliana che aveva previsto un periodo iniziale esclusivo di formazione linguistica per questi allievi. Classi ghetto!, si gridò.

Oltretutto si nota sempre più che, a fronte di una popolazione autoctona sempre più svogliata (questo almeno ci dicono i media), spesso i più volenterosi sono proprio i non nativi, che vedono ancora la scuola come strumento di promozione sociale; tanto è vero che, dopo avere concentrato le scelte sugli istituti professionali, ora si stanno iscrivendo anche ad altri tipi di scuola superiore.

Nessuna buona notizia invece dal fronte-matematica per le bambine e le ragazze; il gap con il mondo maschile rimane, mentre altrove si va assottigliando. Si stanno giustamente muovendo ricerche che ne cercano le cause in un’impostazione troppo astratta (mentre la concretezza sarebbe una particolarità femminile) o in una trasmissione di ruoli con le madri, in particolare con quelle – e sono ancora molte – a basso livello scolastico e professionale.

Ma forse questo fatto segnala anche un particolare tradizionalismo della società italiana nel campo dei rapporti uomo-donna, di cui tra l’altro non mancano altri poderosi indicatori, quali il basso livello della condivisione dei ruoli e dei compiti domestici.

Perché non si tratta solo della matematica. Ancora di più suona come un campanello di allarme la persistente segregazione delle scelte, sia nella scuola secondaria che nelle università. Alle donne le professioni umanistiche e di cura, agli uomini i rapporti con l’oggetto scientifico tecnologico, eccetera.

Il che non è un buon segno per lo sviluppo stesso della società, perché fra i ragazzi a livello globale persiste lo zoccolo duro degli irriducibili alla scolarizzazione (e pertanto alle competenze sempre più necessarie in una società tecnologicamente complessa). E fra le ragazze le intelligenze e le volontà potenzialmente orientabili in tale senso vanno sprecate. Non va dimenticato che lo straordinario decollo asiatico si basa anche sul pieno utilizzo delle potenzialità femminili, mentre nei Paesi di religione islamica la persistente emarginazione delle donne è una delle principali ragioni della arretratezza.

In generale i divari territoriali persistono nelle solite forme. Interessante in proposito la notazione che, se la percentuale dei livelli medi è molto simile ovunque, le diversità si accentuano ai due poli: molti più livelli bassi e molto meno eccellenze per il Sud.

E comunque, a livello nazionale, se si incorporano lodevolmente i livelli bassi e le eccellenze ristagnano, il ristagnare o l’abbassarsi del complesso dei risultati è scontato. Perché l’Italia, a tutt’oggi, rimane il Paese occidentale con meno iniziative istituzionali sui livelli di eccellenza, spesso demonizzati ideologicamente. Mentre non si può aprire una rassegna di notizie nei social senza incappare in qualche articolo che dalle più varie province segnala la presenza ed i problemi di questo tipo di studenti nelle scuole italiane.

A proposito di equità, un’innovazione importante è stata la sperimentazione delle prove di competenza informatica nella seconda superiore di 498 scuole (sulle 500 campionate solo 2 non hanno aderito). Non è difficile prevedere infatti che, accanto alle competenze di base, questa sarà la frontiera su cui in futuro si potranno registrare le maggiori disequità.

È una sperimentazione molto avanzata – l’Italia è il primo Paese con misurazioni di questo tipo, che peraltro non sondano conoscenze teoriche ma danno compiti realistici – e ha registrato i risultati più incoraggianti accanto a quelli di inglese.

Digicamp, il framework relativo, prevede 5 campi di conoscenza di cui l’indagine INVALSI ne ha sondate 4. Al momento non viene previsto il livello di accettabilità dichiarato, ma si sta sviluppando una letteratura di ricerca che ipotizza un livello intermedio.

I risultati dunque sono più incoraggianti di altri: la maggioranza degli allievi si colloca su un livello intermedio con anche alcuni avanzati, in particolare nei campi relativi a sicurezza e creatività ed i divari territoriali risultano minori. Gli stranieri evidenziano gap minori che in altri campi, si ipotizza dovuti alla maggiore esposizione ad un contesto plurilinguistico.

I risultati incoraggianti nella prova di inglese hanno molte somiglianze con quelli di ICT. Come già avvenuto precedentemente, i livelli sono più alti ed i divari territoriali minori. In proposito, il ministro Valditara ha rivendicato l’uso delle ampie risorse messe a disposizione dal PNRR attraverso Agenda Sud ed Agenda Nord ed utilizzate in modo mirato attraverso l’analisi INVALSI granulare della dispersione implicita (allievi e scuole con i livelli più bassi) con l’individuazione di 10 linee di intervento. Fra le quali finalmente non c’è l’abbassamento del numero di allievi per classe, che invece sembra la panacea di tutti i mali per i sindacati, in quanto possibile fonte della moltiplicazione delle cattedre.

Finalmente a livello istituzionale si registra quanto la ricerca internazionale dice da decenni e cioè che – al di sotto di un certo numero, ampiamente raggiunto peraltro in Italia – il numero degli studenti non incide sugli apprendimenti e che è meglio puntare su interventi molto mirati sui soggetti o su gruppi omogenei di soggetti.

Sarebbe peraltro interessante vedere anche qualche ricerca sugli effetti perniciosi di un numero troppo basso di alunni per classe, quale a volte si registra nelle classi terminali della secondaria.

La prima osservazione che viene spontanea è che si tratta di due campi di conoscenza che i ragazzi esercitano ampiamente in modo spontaneo, sia attraverso i social media, sia attraverso la visione di filmetti e serie tv in lingua oramai facilmente accessibili.

Sarebbe ingeneroso in proposito dedurne che quelli che dovrebbero essere i compiti principali ed i punti forti della scuola – cioè le competenze di base, la lingua e la matematica – diano risultati più deludenti per responsabilità esclusiva della scuola stessa. È chiaro che la lingua e la matematica non hanno le stesse capacità attrattive e che l’imparare giocando, che da molte parti si invoca come soluzione di tutti i mali, non si può applicare a tutto.

Abbiamo sotto gli occhi, attraverso il caso degli esami di maturità, fin dove può portare l’effetto Paese dei Balocchi: una certa dose di frustrazione e soprattutto impegno è inseparabile dalla condizione umana, anche se da decenni in Occidente abbiamo vissuto nella fase in tutti i sensi più ricca della storia. Ma forse qualche sforzo in più la scuola tutta potrebbe farlo, per rendere più interessanti (perché più intelligenti) le sue attività.

In definitiva, INVALSI continua a fare il suo lavoro sviluppando e diversificando i suoi campi di intervento. Ora bisognerebbe che la ricerca tutta – anche quella universitaria – uscisse dalla comfort zone ideologica in cui si è adagiata per dare spiegazioni e pertanto anche suggestioni operative dei e sui problemi che i dati ci mettono davanti.

— — — —

Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.

SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI

Tags: Prove Invalsi

Ti potrebbe interessare anche

Ultime notizie

Gli archivi del canale di Invalsi

ilSussidiario.net

il Quotidiano Approfondito con le ultime news online

  • Privacy e Cookies Policy
  • Aiuto
  • Redazione
  • Chi siamo
  • Pubblicità
  • Whistleblowing
  • MOG 231/2001
  • Feed Rss
  • Tags

P.IVA: 06859710961

  • In primo piano
    • Ultime notizie
    • Cronaca
    • Politica
    • Economia e finanza
    • Sanità
    • Cinema e Tv
    • Calcio e altri Sport
  • Sezioni
    • Cultura
    • Energia e Ambiente
    • Esteri
    • Impresa
    • Lavoro
    • Educazione
    • Musica e Concerti
    • Motori
    • Scienze
    • Hi-Tech
    • Sanità, salute & benessere
    • Donna²
    • Milano
    • Roma
    • Oroscopo
    • Turismo e Viaggi
    • Sanremo
    • Meeting di Rimini
    • Sostenibilità e Sussidiarietà
    • Food
    • Chiesa
    • Trasporti e Mobilità
    • Osservatorio sull’informazione statistica
    • Tags
  • Approfondimenti
    • Rubriche
    • Dossier
    • Speciali
  • Riviste
    • Emmeciquadro
  • Firme & Multimedia
    • Autori
    • Intervistati
    • Editoriale
    • Foto
  • Feed Rss
  • Donazione
    • Sostieni ilSussidiario.net

Ben Tornato!

Accedi al tuo account

Password dimenticata? Sign Up

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Accedi

Recupera la tua password

Inserisci il tuo nome utente o indirizzo email per reimpostare la password.

Accedi
  • In primo piano
    • Ultime notizie
    • Cronaca
    • Politica
    • Economia e finanza
    • Sanità
    • Cinema e Tv
    • Calcio e altri Sport
  • Sezioni
    • Cultura
    • Energia e Ambiente
    • Esteri
    • Impresa
    • Lavoro
    • Educazione
    • Musica e Concerti
    • Motori
    • Scienze
    • Hi-Tech
    • Sanità, salute & benessere
    • Donna²
    • Milano
    • Roma
    • Oroscopo
    • Turismo e Viaggi
    • Sanremo
    • Meeting di Rimini
    • Sostenibilità e Sussidiarietà
    • Food
    • Chiesa
    • Trasporti e Mobilità
    • Osservatorio sull’informazione statistica
    • Tags
  • Approfondimenti
    • Rubriche
    • Dossier
    • Speciali
  • Riviste
    • Emmeciquadro
  • Firme & Multimedia
    • Autori
    • Intervistati
    • Editoriale
    • Foto
  • Feed Rss
  • Donazione
    • Sostieni ilSussidiario.net