Irama ed Elodie raccontano un amore finito e rancoroso. Jvli e Olly un amore infinito e di perdono: proprio in questo sta la forza della vita
Il 29 agosto sono uscite due canzoni. Ex di Irama ed Elodie e Questa domenica di Jvli e Olly. Mentre la prima parla di un amore finito e pieno di rancore, la seconda parla di un amore infinito e di perdono. Ex con rancore augura un’alba da guardare da soli: non lo si deve augurare neppure al peggior nemico. L’alba è qualcosa che ricorda gli inizi e riinizi. E non si può ricominciare da soli. Invece Questa domenica dice: “E adesso che c’è il sole non me ne vado più”.
Quest’alba, questo sole mi ricorda tanto una canzone che amo moltissimo ed è La forza dell’amore di Eugenio Finardi. Una forza dell’amore che non fa dormire finché l’alba con il sole non verrà. E non è solo fare l’amore. Ma è la forza delle proprie inquietudini, domande, dubbi, preghiere, che ti fa scrivere, leggere, cantare, urlare. Più che per voglia, per necessità. E riposare solo quando arriva il sole, l’alba. Un’alba, un sole che c’è e si compiace di tutto quello che sei.
Ecco Questa domenica mi ha ricordato questo. Amy Winehouse cantava: “Will you still love me tomorrow?”. Mi amerai anche domani? Che per me vuol dire: mi amerai anche domani quando sarò brutta, stanca e per stanchezza magari cattiva?
Anche i video delle canzoni sono molto diversi. Mentre in quello di Ex c’è un colore spento che perseguita (e nessuno ha quel colore) ed Elodie e Irama sono gli unici vivi, in Questa domenica, che devo dire mi ha scioccato alla prima visione, non mi piace tanto che le parole non appartengano alle immagini e viceversa. E so cosa vuol dire. Però riguardandolo ho trovato stupefacente il contrasto tra l’amore delle parole e la morte nel video. I colori di tutti sono vivi, accesi.
C’è vendetta e morte. Solo chi è vivo sa farsi anche male. Ma mi ha molto colpito soprattutto la fine, dove la polizia chiama “uno”. Io l’ ho interpretata come uno, un’alba che al di sopra del bene e del male perdoni tutto e lo riporti verso la via dell’amore. Qui c’è vera pioggia. Vera pioggia che lava le colpe, il sangue, le lacrime.

Il 2 settembre ero al loro concerto. La notte prima e il mattino presto aveva piovuto fortissimo ma poi è uscito il sole. Quando sono arrivata all’Ippodromo, sono rimasta incantata dal contrasto tra il fango, il palco e un tramonto bellissimo. E come il contrasto tra il video e la canzone, anche noi, sul palco o meno, siamo tutti fatti di un misto di fango e cielo. Il concerto è stato bello. Vivi, a tratti tristi. Hanno cantato e suonato a squarciagola. Riso, ballato.
Poi c’è stato un siparietto un po’ spiacevole. Un’ultima cena con l’amaro montenegro e qualche battuta cretina. Mi è dispiaciuto molto. A Questa domenica invece un gran sorriso, e a tutte le canzoni una gran forza perché io credo che questa speranza e forza li rispecchi di più. Come a tutti noi.
Qualche settimana fa stavo andando a cena fuori con mia mamma e mi ha chiesto quali fossero le notizie del giorno. E tra le tante terribili notizie c’era anche quella degli insulti ad Olly e i suoi amici per aver versato il vino sulla tavola di un ristorante. E mia mamma con ingenua baldanza e perdono: “Che sciocchezze, magari hanno pure pulito la tavola”. E se lo dice la figlia di un sommelier c’è da fidarsi. E allora oggi penso che sia proprio vero. Solo con il perdono, solo con qualcuno che si compiace di te, si può scegliere.
Scegliere se essere squali o divorare senza vergognarsi, la propria santa e sana allegria, la propria santa e sana tristezza, le proprie sante e sane nuvole di dubbi e di bellezza, che hanno fatto scrivere a Jvli e Olly una semplice e devastante canzone d’amore come Questa domenica. E da lì ricominciare. È questo che mi hanno ricordato ora che mi sono incamminata verso Roma accompagnata da due amici e mia mamma. Ora che questa domenica mi sono ritrovata in piazza San Pietro per la canonizzazione di Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati. Quest’ultimo scriveva: “Bisogna vivere, non vivacchiare”. Che non vuol dire che non si possa cadere. Ma con il perdono, la forza dell’amore e la speranza, s’impara.
Da qui non arrivano gli ordini e santi in tasca non ne abbiamo. E per questo c’è anche drammatico fango. Ma i santi da lassù sì. Da lassù arrivano anche le stelle e gli angeli che ci insegnano a splendere e ad amare. “Il Verbo si è fatto carne ed abita in mezzo a noi”. Papa Leone XIV, la Madonna lignea con ai piedi rose bianche e una folla di giovani in Piazza San Pietro mi hanno ricordato questo. Forte come la morte, è l’amore.
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