Sergio Cesaratto (Roma, 1955) ha studiato alla Sapienza, dove si è laureato sotto la direzione di Pierangelo Garegnani nel 1981 e ha conseguito il dottorato nel 1988. Ha ottenuto un master a Manchester nel 1986. Ha lavorato come ricercatore al Cnr dove si è occupato di economia dell'innovazione. Nel 1992 è diventato ricercatore alla Sapienza e poi professore associato e ordinario a Siena dove insegna Politica economica ed Economia dello sviluppo. Si è principalmente occupato di teoria della crescita e analisi dei sistemi pensionistici. Ha pubblicato numerosi articoli su riviste italiane e internazionali, fra queste Research Policy, Cambridge Journal of Economics e Review of Political Economy, oltre che contributi a volumi in lingua inglese e un libro di economia dei sistemi pensionistici con l'editore Edward Elgar. Ha scritto numerosi articoli su "Il manifesto".
Più che il solo Patto di stabilità e crescita da riformare ci sarebbe l'intera governance economica europea, anche per evitare effetti sociali negativi
Non bisogna farsi illusioni dopo il dato sul Pil del terzo trimestre: la mancanza di pace e le scelte europee rendono più pericolose inflazione e recessione
Si continua a discutere, ma non in Italia, del futuro della governance europea. Il nostro Paese rischia di rimanere intrappolato in regole all'apparenza convenienti
Il risultato delle elezioni in Germania non apre spiragli per grandi cambiamenti in Europa. All'Italia non resta che giocare la sua debolezza come arma
L'European Fiscal Board ricorda l'importanza di cambiare le regole del Patto di stabilità e crescita. L'Italia ha solo una possibilità per non essere schiacciata
Gli spazi di manovra per l'Italia a livello europeo sembrano ridursi ogni giorno che passa: Dombrovskis ha detto che tornerà presto il patto di stabilità. Sarebbe un grave errore
Le economie dei Paesi Ocse sono in frenata e per FT a Bruxelles si studia un nuovo Patto di stabilità più soft. E' il momento giusto per dare una svolta keynesiana
Salvini in autunno potrebbe incolpare Europa e M5s di non volere taglio delle tasse e mini-Bot. E potremmo andare al voto in piena decrescita e con spread insostenibili
In arrivo lettera della Commissione sul debito pubblico. L’Italia dovrebbe rispondere con una proposta ragionevole: stabilizzazione del debito/Pil in cambio di tassi bassi
Per uscire dall'impasse l'Italia ha la possibilità di avviare una vera trattativa con l'Ue per far sì che si abbassino i tassi di interesse sui titoli di stato
Il Patto di stabilità e crescita "è un'assurdità perché in fase di depressione i bilanci pubblici hanno il dovere di andare in disavanzo e sostenere l'economia"