A raccontare comincia tu/ Renato Zero “La mia stravaganza? Volevo fosse palesabile”

- Fabiola Iuliano

A raccontare comincia tu: Renato Zero nell'intervista di Raffaella Carrà. Gli anni'60, il successo improvviso e l'amicizia con...

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Renato Zero protagonista della prima puntata di A raccontare comincia tu. Un viaggio ricco di storia e di racconti, durante il quale il cantautore romano ha narrato la propria vita anche attraverso le sue canzoni. Il suo viaggio ha avuto inizio dall’infanzia, e in particolare da quel tram con il quale nonna Renata lo portava ogni settimana a far visita ai parenti: “stavano sulla Tuscolana e sull’Anagnina – ricorda il cantante – Erano tutti anziani”. Ma quei viaggi, sempre troppo noiosi per un bambino dalla fantasia smisurata, hanno ben presto lasciato il posto a una grande passione, che nel tempo avrebbe cambiato per sempre la sua vita: “Ho iniziato a divertirmi quando ho incontrato la macchina da cucire”, svela l’artista. “È cominciata lì la voglia di creare, di non essere… la voglia di travestirmi”. La Roma di quegli anni, però, non era però terreno fertile per chi, come lui, era restio alle convenzioni. “Volevo che la mia stravaganza fosse palesabile”, ammette infatti il divo, che troppe volte ha vissuto sulla sua pelle il dolore di non essere accettato.

Renato Zero: “Anche l’amicizia è una forma d’amore”

Parlando dei suoi primi passi nel mondo dello spettacolo, ma soprattutto del suo modo di emergere dalla massa, sfidando le convenzioni dell’Italia degli anni sessanta, Renato Zero spiega quanto fosse importante, per lui, “essere capito”; lui che ha fatto della gentilezza l’unica risposta all’odio, anche quando i ragazzi di borgata lo provocavano criticando il suo modo di vestire, e che rispondeva con la dolcezza a quelli che ha sinteticamente definito come “inviti provocatori”, quando gli altri avrebbero replicato con l’odio. L’amore, d’altra parte, è sempre stato il fulcro della sua vita, l’amore inteso come “una distribuzione, non solo verso una persona, ma a una comunità tutta”. “Anche l’amicizia – aggiunge il cantante – è una forma d’amore”, ed essere amato da molti, così come è accaduto a lui, è stata una grande “benedizione”. “Viceversa – conclude – la chiusura crea diffidenza e distacco”. A raccontare comincia tu, Zero rivendica inoltre la libertà di sentirsi diversi: “Non volevo accondiscendere a certe regole, perché ritenevo si potesse in qualche modo sovvertire l’ordine delle cose”.

Renato Zero: Da Mina a Loredana Bertè

La straordinaria carriera di Renato Zero è indelebilmente legata a quella di tanti altri artisti che hanno fatto la storia dello spettacolo italiano. Tra questi, Raffaella Carrà, che ieri sera ha avuto la possibilità di ricordare il loro primo incontro, e Mina, colei che l’artista definisce “nostra signora di Lugano”. Renato Zero rompe inoltre il silenzio su un’ex amica della quale non parlava da molto tempo, Loredana Bertè; tra loro, in passato, ci sono stati dei dissidi, ma ciò non ha cancellato lo straordinario periodo in cui, assieme a Mia Martini, formavano un trio inseparabile. “Una volta – ricorda in particolare l’artista – loro (Loredana Bertè e Mia Martini, ndr) aspettavano una nostra amica, passano due omaccioni e rivolgono a Loredana degli apprezzamenti grevi. Lei – svela il divo – gli ha risposto in romanaccio, lui è sceso dalla macchina e lei gli ha detto ‘guarda che chiamo mio fratello!'”. A questo punto, la Bertè si sarebbe rivolta proprio a Renato Zero, chiamandolo a squarciagola: “io scendo dalla macchina con il boa e i tacchi… – ricorda il cantante – Sono andati via, volevano lo scontro”.

Qui il video del racconto di Renato Zero







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