Alan Kurdi via da Lampedusa: migranti a Malta/ Salvini-Trenta-Toninelli, firmato stop

- Niccolò Magnani

Alan Kurdi, nave di Sea Eye torna verso Malta dopo il "no" dell'Italia allo sbarco di Lampedusa: 13 migranti in viaggio, firmato il divieto da Salvini, Toninelli e Trenta

sea-eye alan kurdi Nave Ong Sea Eye "Alan Kurdi" (LaPresse, 2019)

La nave carica di 13 migranti della ong Sea Eye, la Alan Kurdi, è diretta in queste ore verso Malta dopo l’ennesimo no ricevuto dal Governo italiano per poter attraccare a Lampedusa e sbarcare le persone salvate in Mediterraneo negli scorsi giorni (in acque Sar maltesi). Mentre imperversa ancora il caso Mare Jonio – senza una reale soluzione per i migranti rimasti a bordo dopo lo sbarco di donne, malati e bambini – si apre il fronte Alan Kurdi, subito però “chiuso” dal divieto siglato dal Viminale e controfirmato dai Ministri della Difesa e dei Trasporti: questa mattina la nave della ong tedesca si è vista consegnare dalla Guardia di Finanza il divieto allo sbarco imposto da Salvini secondo i dettami del Decreto Sicurezza bis, sottoscritto e controfirmato anche da Trenta e Toninelli nonostante le critiche mandare al leader della Lega nelle scorse settimane. A quel punto allora i responsabili della Alan Kurdi di Sea Eye ha deciso di invertire la rotta e dirigersi verso l’isola di Malta che al momento ancora non ha dato il via libera allo sbarco.

ALAN KURDI, LO STOP FIRMATO ANCORA DAI MINISTRI M5S

«In merito al divieto di transito e sosta nelle acque territoriali italiane imposto alla nave Alan Kurdi si rileva che è necessario, nel più breve tempo possibile, portare assistenza a minori imbarcati e a tutte le persone bisognevoli di qualsivoglia forma di intervento nel rispetto, e per la salvaguardia, della vita umana. La Difesa si rende immediatamente disponibile allo scopo» aveva riferito nelle scorse ore una nota della Ministra Trenta, pronta ad intervenire per la tutela dei minori imbarcati dalla Alan Kurdi. Ma la nave di Sea Eye ha deciso di invertire la rotte, lasciando al Governo uscente la diatriba “in itinere” ancora una volta sul fronte immigrazione. «Queste cose non vogliamo più vederle. Non è umano. Fate scendere subito questi esseri umani», così aveva scritto ieri il Segretario Pd Nicola Zingaretti, attaccando il M5s e il Premier Conte per non interrompere la “linea” di Salvini sull’accoglienza migranti e l’apertura dei porti: immediata la controreplica del Ministro al Viminale «se il Pd vuole riaprire i porti e far ricominciare il business dell’immigrazione clandestina, lo dica agli italiani». Attaccando ancora una volta il Governo “gialloverde”, interviene anche la senatrice di +Europa Emma Bonino: «Malgrado le promesse di discontinuità, sulla vicenda della Mare Jonio e della Alan Kurdi la condotta del Presidente del Consiglio e quella dei ministri del M5S Toninelli e Trenta continua a essere uguale a quella di Salvini e sembra confermare un atteggiamento fondato, in forza di legge, su due presupposti intollerabili: la criminalizzazione delle organizzazioni non governative che prestano attività di soccorso e la ‘proibizione’ dell’approdo in Italia per i profughi da esse salvati. Siamo alla violazione dei diritti umani come presupposto dell’attività di governo».





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