Denuncia dell'ARA con Guidesi: “territori e Regioni esclusi dal tavolo della Commissione UE sul futuro dell'Automotive, pessimo segnale”. Dalla Germania...
LA DENUNCIA DEL PRESIDENTE ARA GUIDESI SULL’ESCLUSIONE DEI TERRITORI DAL TAVOLO SULL’AUTOMOTIVE UE
Italia e Germania per una volta unite nel denunciare i problemi enormi di un settore, quello Automotive, che rischia di essere travolto per gli obiettivi climatici dell’Unione Europea entro il 2035: prima di vedere quello che i costruttori auto tedeschi chiedono a gran voce alla Commissione, è importante la denuncia fatta da Guido Guidesi, assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia e Presidente dell’ARA, Automotive Regions Alliance, ovvero la rete politica di Regioni e territori europei che guidano la transizione dell’industri automobilistica.
Come ha spiegato in una nota furente l’assessore in quota Lega, la Commissione UE ha deciso in maniera unilaterale di escludere l’ARA dal tavolo per il futuro dell’automotive e questo è «un pessimo segnale per l’Automotive stesso», in quanto il mancato coinvolgimento dei territori e delle Regioni già ad oggi «ha portato la più grande industria europea al rischio di cancellazione».
Il leader dell’ARA, da mesi impegnato in un difficile ma importante dialogo con l’Europa per migliorare ampiamente i limiti imposti dal Green Deal UE, sottolinea come la volontà di partecipare a quel tavolo previsto per il prossimo 12 settembre a Bruxelles con la Commissione Europea nasceva da una proposta condivisa con tutte le 40 Regioni che aderiscono all’Alleanza. Proposte tutte nate grazie al lavoro di Guidesi e del tavolo in Lombardia, condivise tanto con il settore della ricerca quanto con quello della componentistica auto, e ora anche presentate ai diretti costruttori.
L’esclusione dell’ARA dalla discussione rende tutto più complicato, anche se il Presidente Guidesi confida che vi possano comunque essere risvolti positivi e speranzosi dal vertice di metà settembre: se però nulla dovesse cambiare e gli obiettivi climatici invariati, ecco che l’Automotive e la stessa ARA nel prossimo futuro dovrà occuparsi di gestire solo «cittadini disoccupati e stabilimenti di auto dismessi». In compenso però, chiosa sarcastico lo stesso Guidesi, potremo godere di milioni di auto cinesi in giro per la nostra Europa.
COSA PUÒ AVVENIRE ORA SUL FRONTE AUTOMOTIVE DOPO L’ALERT DEI COSTRUTTORI TEDESCHI
Se è vero che l’accordo sui dazi tra UE e Stati Uniti ha quantomeno limitato i danni nel settore automotive, riducendo le tariffe per le esportazioni in USA al 15%, è altrettanto vero che manca ancora molto per poter considerare risolto il problema futuro di un settore travolto dal Green Deal UE. Il “cambio di passo” richiesto da costruttori, imprese e Governi (tra qui in prima fila quello italiano) al momento nella Commissione UE di Ursula Von der Leyen è tutt’altro che vicino: dopo la denuncia dell’ARA di Guidesi è forse ancora più roboante la lettera inviata negli scorsi giorni a Bruxelles (ma resa pubblica solo oggi dal “Sole 24 ore”) dai costruttori d’auto della Germania.
La VDMA (Federazione tedesca dei costruttori di automobili) rappresenta in tutto 3600 aziende, è una delle sigle leader del settore con cui molte aziende italiane fanno affari quotidianamente: ebbene, i costruttori tedeschi dell’Automotive chiede alla Commissione Europea di poter difendere il comparto dopo i dazi con gli USA e soprattutto dopo le regole fissate dall’Europa sugli obiettivi climatici. «Circa il 30% delle macchine europee esportate negli Usa è soggetto a sovrattasse del 50% sul contenuto metallico», denuncia la VDMA parlando del problema critico dei dazi accordati da Von der Leyen e Trump.
Oltre alla lettera della Federazione, i più importanti 4 marchi di costruttori nella componentistica – Bosch, Mahle, Schaeffler e ZF – rilanciano un ulteriore appello sugli obiettivi del clima entro il 2035: l’elettrificazione per come è stata concepita finora dall’industria e politica europea, rischia di creare un «terremoto sociale e industriale senza precedenti».
La lettera inviata anche ai leader della CDU e del PPE mette in allarme l’intero settore, proprio come già volte ricordato dall’assessore Guidesi in questi anni: il bando delle auto termiche entro 10 anni rischia di uccidere l’intera Automotive europea, non solo per la perdita di competitività ma per i milioni di posti di lavoro che andrebbero in fumo rapidamente. Si chiedono perciò investimenti e soluzioni alternative (idrogeno, carburanti sintetici), comunque un compromesso sostenibile dal punto di vista ambientale senza radere al suolo l’Automotive per come lo abbiamo conosciuto fino ad oggi.