Baba Vanga 2025: tra guerra Iran-Israele e disastri naturali, le profezie della veggente tornano attuali e fanno discutere anche oggi
In questo periodo torna a circolare una previsione attribuita alla veggente bulgara Baba Vanga – morta quasi trent’anni – proprio nel pieno dell’escalation tra Iran e Israele, tra dichiarazioni militari e interventi aerei che stanno alzando il livello dello scontro in Medio Oriente; la chiaroveggente, cieca fin dall’infanzia, aveva indicato il 2025 come un anno macchiato da eventi catastrofici a livello globale, con un aumento delle tensioni militari, attività terroristiche in Europa e una possibile guerra su scala mondiale.
Il riferimento a una “grande potenza” coinvolta in un conflitto importante viene oggi riletto alla luce dei fatti in corso e della instabilità che cresce giorno dopo giorno in più aree del pianeta; nel panorama generale delle sue previsioni, la più discussa rimane quella che riguarda la Russia e il suo presidente Vladimir Putin, che secondo quanto riportato da fonti e biografie a lei dedicate, sarebbe destinato a uscire vincitore da un periodo di conflitti, portando la Russia a dominare sul piano internazionale.
Parole che oggi trovano nuova risonanza, soprattutto tra coloro che vedono nelle mosse geopolitiche di Mosca una strategia a lungo termine; Baba Vanga, secondo quanto riferito, aveva inoltre previsto un aumento dei disastri naturali per il 2025 e anche su questo punto il contesto sembra darle ragione. Solo negli ultimi mesi, terremoti devastanti hanno colpito il Myanmar, causando migliaia di morti, e scosse violentissime sono state registrate anche in Thailandia, Nevada e nella regione del Pacifico come Tonga, dove è scattata un’allerta tsunami ed anche anche qui la mistica aveva parlato di scosse distruttive in più continenti.
Baba Vanga 2025: le previsioni tra passato, eventi reali e nuove paure
Baba Vanga, nata in Bulgaria nel 1911 e diventata cieca a 12 anni dopo essere stata travolta da un tornado, è diventata un personaggio conosciuto per le sue visioni apocalittiche e per le sue presunte predizioni azzeccate: si parla del disastro di Chernobyl, della morte di Gandhi – con l’enigmatica immagine di un vestito arancio tra il fumo – e addirittura degli attacchi dell’11 settembre, con l’ormai noto riferimento a “due uccelli d’acciaio” che colpiscono l’America.
Per il 2025, secondo i suoi seguaci, aveva previsto anche un collasso economico globale e una guerra devastante in Europa; alcuni ipotizzano che dietro ci possa essere l’effetto di nuove crisi commerciali, forse legate ai dazi introdotti da Donald Trump o a fratture strategiche più profonde che coinvolgono anche gli equilibri NATO, ma nonostante il tono spesso oscuro delle sue dichiarazioni, Baba Vanga continua a essere citata con insistenza ogni volta che eventi eccezionali si verificano come un terremoto, una guerra, un cambio improvviso nei rapporti tra grandi potenze.
Le sue parole, pronunciate in tempi e contesti diversi, vengono rilette oggi in modo selettivo, adattate a uno scenario internazionale caratterizzato da conflitti, instabilità climatica e polarizzazione politica, ma è anche vero che alcune coincidenze – come la previsione di un presidente americano nero (poi avveratasi con Barack Obama), o la data della propria morte, che aveva indicato con sei anni d’anticipo – continuano a nutrire questo mito dai contorni criptici.
Baba Vanga sosteneva di ricevere le sue visioni da una “fonte invisibile”, una voce non meglio definita che le parlava da un’altra dimensione; sta di fatto che, puntualmente, ogni anno le sue frasi tornano a emergere, e nel 2025 – tra terremoti reali e tensioni tra Iran e Israele – il suo nome è ancora una volta associato alla paura di ciò che potrebbe accadere.
