Secondo Maria Rita Gismondo è arrivato il momento di smetterla di giustificare il vaccino covid con false scuse relative ai numeri degli effetti collaterali
Sulle pagine del Fatto Quotidiano, Maria Rita Gismondo – nota virologa, fino a poco tempo fa direttrice dell’istituto di Microbiologia dell’ospedale Sacco e oggi consulente del ministro Orazio Schillaci – è tornata a condurre la sua personalissima battaglia contro i vaccini covid, puntando (in questa occasione) i riflettori su di un articolo recentemente pubblicato da quello che lei stessa definisce “noto quotidiano” italiano.
Nell’articolo – ricorda e spiega Gismondo – l’autrice si prodiga per affermare che i vaccini covid non hanno fatto registrate “nessun effetto collaterale“, spiegando di aver controllato “tutte le segnalazioni” arrivate fino a questo momento al “sistema di farmacovigilanza” – che ricordiamo basarsi sulle segnalazioni spontanee da parte degli utenti e, soprattutto, dei medici – che dimostrerebbero il fatto che “il rapporto tra beneficio e rischio” sarebbe del tutto positivo.
Un punto che la stessa autrice dell’articolo precisa poco dopo significare che non necessariamente i vaccini covid sono del tutto sicuri e privi di rischi, ma piuttosto che “quelli segnalati” dal 2023 a questa parte erano già ampiamente descritti “nel foglietto illustrativo”, ben noti ai sanitari chiamati a operare sulla primissima linea dell’emergenza covid e – soprattutto – della campagna vaccinale che dura ormai dal periodo pandemico ad oggi.
Maria Rita Gismondo: “Si parla dei dati dei vaccini covid, ma sono in larghissima parte fuorvianti”
Una posizione che secondo Gismondo altro non sarebbe se non l’ennesimo esempio di “escusatio non petita, accusatio manifesta”, facendo – peraltro – passare lo scorretto messaggio che si possono omettere i rischi di sostanze, prodotti o quant’altro che sono notoriamente pericolosi; con l’esempio che si può tranquillamente evitare di dire che “la cicuta è velenosa perché [è] già noto” e non occorre precisarlo ulteriormente.
Peraltro, secondo Gismondo si tratta anche di un modo per ignorare – più o meno volontariamente – quella lunga serie di effetti avversi che ci parlano di “miocarditi, pericarditi, paresi (..) di un lato del viso o reazioni allergiche”, ma anche “gonfiore (..), eritemi, parestesie [e] ipoestesie” dato che sono già indicati all’interno dei foglietti illustrativi; mentre secondo la virologo altrettanto scorretto è sostenere che i vaccini abbiano rischi minori di quelli dell’effettivo virus.
Se, infatti, si parla di “2,5 effetti collaterali per 100mila vaccinati“, il dato non può essere rapportato a quello delle “140 per 100mila abitanti” ospedalizzazioni legate al covid dato che – sempre secondo Gismondo – nel primo caso è incerto quanti medici abbiano effettivamente deciso di “segnalare un disturbo” e, nel secondo caso, quanti dei ricoveri passati per covid fossero – in realtà – legati a “altre cause” con il malcapitato paziente contemporaneamente positivo al virus.