Il cardinale Peter Erdo sul futuro della Chiesa dopo il Conclave 2025: la missione “drammatica” nel rimettere Cristo al centro di tutto
L’OMELIA DI 6 MINUTI E LE 10 “CITAZIONI” SUL VERO CAPO DELLA CHIESA: IL “CASO ERDO” VERSO IL CONCLAVE 2025
Un’omelia a braccio, a 48 ore dal Conclave 2025, dove viene delineata una delicatissima missione che il nuovo Papa avrà per testimoniare il Vangelo di Cristo nella “nuova” Chiesa del futuro: mentre vanno ad esaurirsi le Congregazioni dei cardinali in vista dell’extra omnes di mercoledì pomeriggio, il cardinale ungherese Peter Erdo ha tenuto una celebrazione eucaristica nella Basilica di Santa Francesca Romana dove dallo scorso 2024 è l’ufficiale titolare per nomina di Papa Francesco. Ed è in quella antichissima chiesa – che ospita la Madonna Glycophilousa – che il porporato arcivescovo di Budapest non si è tirato indietro nel definire “drammatica” la missione che attende il prossimo Pontefice.
Nelle parole usate nell’omelia tenuta ieri ai Fori Imperiali emerge l’attenzione del porporato ungherese per ragioni ben più profonde delle “manovre geopolitiche” che tanto piacciono ai media: «il Vicario di Cristo avrà una missione che oltrepassa le forze umane», specie vedendo la fase attuale di «drammatica storia dell’umanità».
Secondo il cardinale Erdo – come riporta il “Messaggero” in merito all’omelia in Santa Francesca Romana – il tema chiave non sarà l’ambiente, i migranti o le guerre, l’accento cruciale è e deve essere Gesù Cristo perché poi tutto da lì sgorga (dalla pace fino all’attenzione per i diritti e gli ultimi). Anche per questo motivo, raccontano i presenti, nell’omelia del cardinale Erdo la parola “Cristo” è stata usata ben 10 volte in appena 6 minuti, a sottolineare la centralità del Signore in tutte le dinamiche più o meno rilevanti in vista del Conclave 2025. È Gesù il vero «capo della Chiesa», questo deve rimanere il tema vincolante per chiunque diventerà il prossimo Pontefice, secondo Erdo.
DA MULLER A ERDO: CRISTO AL CENTRO DELLA CHIESA. SERVE UN “MIX” DI DOTTRINA E DIPLOMAZIA
Canonista e attento alla dottrina, ma anche molto amato dalla sua comunità nonché abile diplomatico internazionale a partire da posizioni prettamente conservatici (contro l’aborto e contro l’immigrazione clandestina senza regole): il Card. Erdo viene definito al centro delle “manovre” per evitare un nuovo Pontefice eccessivamente “progressista”, addirittura nei giorni scorsi avrebbe denunciato l’intento del Presidente francese Macron di cercare di “direzionare” da fuori il Conclave una figura di Papa il più lontano possibile da nomi conservatori come il Card. Sarah o il Card. Besungu.
Come hanno spiegato in questi giorni i cardinali Muller e Ruini, la Chiesa con il prossimo Papa dovrà mettere al centro la fede e la riscoperta del rapporto con Cristo come base ineludibile nell’evangelizzazione globale: il cardinale Sako ha aggiunto oggi a margine delle Congregazioni in Vaticano che servirà un Papa «pastore e che porti all’unità della Chiesa» partendo dalla riscoperta della «fede», per i giovani e gli ultimi. Il messaggio dato da Erdo, al di là delle dinamiche più meno “politiche” che possono anche interessare grandemente i media internazionali, si inserisce nella scia di questi tanti appelli che emergono da alcuni cardinali elettori verso il Conclave.
Serve «mantenere vivo il fuoco piuttosto che nell’adozione delle ceneri», spiega Erdo parlando della tradizione cristiana come valore fondante, occorre «conoscere Cristo e mantenere sempre il contatto con Lui»: solo così è possibile superare la missione “drammatica” che la Chiesa ha davanti a sé, con diplomazia certo ma anche – se non soprattutto – con la “radicalità” del messaggio cristiano.
