Il cardinale Angelo Bagnasco ha spiegato a Porta a Porta come funzionerà la scelta del nuovo Papa, commentando le voci su un pontefice italiano
Nella serata di ieri il cardinale Angelo Bagnasco – arcivescovo emerito di Genova ed ex presidente della Conferenza Episcopale Italiana – è intervenuto durante la diretta di Porta a Porta per parlare (naturalmente) della morte di Papa Francesco e di tutto quello che accadrà nei prossimi giorni e mesi all’interno della Chiesa, tra l’attuale fase di scrutini che permetteranno ai cardinali di arrivare preparati al Conclave e l’effettiva scelta del prossimo Santo Padre che potremo conoscere tra circa un mese esatto: una fase delicata e che secondo il cardinale Bagnasco procederà tenendo conto dell’unica vera “continuità nei papati” legata alla loro missione ultime.
Il cardinale Angelo Bagnasco – infatti – spiega che l’aspetto più importante del mandato papale è quello di “confermare nella fede tutti i fratelli“, fermo restando che dall’alba dei tempi la Chiesa “continuamente si rinnova, cresce e si arricchisce sotto la guida dei vari pontefici” che esercitano il “vulnus petrino” attraverso “la loro personalità”: proprio in questi giorni – spiega ancora Bagnasco – le congregazioni parleranno “della Chiesa” con i singoli cardinali che “condivideranno con i confratelli quello che è lo stato della loro chiesa locale”.
Cardinale Angelo Bagansco: “Un Papa italiano è probabile, ma la geografia non conta nulla nella scelta del Conclave”
Una sorta – spiega ancora il cardinale Bagnasco a Porta a Porta – di “pre-conclave” nel quale non esistono votazioni e che serve soprattutto ad “offrire a colui che sarà scelto una visione d’insieme“, il tutto “stabilendo dei rapporti di conoscenza che non sono immediati dato l’alto numero di cardinali e le diverse provenienze” geografiche; mentre incalzato sull’ipotesi che potremmo vedere un nuovo Papa italiano, il cardinale si è limitato a precisare che “non saprei cosa dire” dato che rispetto ai confratelli sono differenti solamente perché “italiani” e perché – magari – “più vicini alla curia e alle organizzazioni vaticane”.
In sede del Conclave – infatti – il cardinale Angelo Bagnasco spiega che sarà soprattutto “fondamentale il deposito della fede perché se la missione del Papa è quella di confermare la fede del popolo di dio, è chiaro che la determinazione deve esserci”, così come verranno certamente valutate anche le “testimonianze della fede e dell’amore di Cristo che prendono forma in mille forme a seconda della necessità del tempo”; il tutto – insomma – fermo restando che “il resto, dalla personalità alla storia, ma anche dalla geografia, viene dopo rispetto al vulnus petrino“.