PATRIARCA PIZZABALLA NOMINATO CARDINALE IN CONCISTORO: “LA CHIESA NON PUÒ CHE LAVORARE PER LA PACE”
Secondo il neo-cardinale Pierbattista Pizzaballa, se la Chiesa non lavora per la pace «non è Chiesa»: lo ha spiegato nella prima intervista – ad “Avvenire” – da nuovo componente del Collegio Cardinalizio, scelto da Papa Francesco e annunciato nel Concistoro apertosi ieri in Vaticano alla vigilia del “rush finale”sul Sinodo della Chiesa Cattolica. Il Patriarca Latino di Gerusalemme ha spiegato come dalla Terra Santa vi sia una sorta di laboratorio che anticipa e vive la società contemporanea multietnica e multireligiosa, ma non per questo deve venir meno l’impegno per la verità annunciata da Cristo.
«Con una visione integrale di pace che significa lavorare per l’uguaglianza tra le persone, il rispetto della loro dignità, la libertà di coscienza, modelli economici sostenibili: tutti aspetti cruciali che sono però conseguenza della nostra fede»: per il cardinale di origini bergamasche che entrerà così a far parte degli “eleggibili” nel prossimo Conclave, il vero faro resta l’incontro con Gesù, «e incontrare Cristo significa incontrare l’uomo là dove si trova. Quindi: se la Chiesa non lavora per la pace, intesa come il bene per gli uomini, non è Chiesa». Come ha detto Papa Francesco nella prima omelia del Concistoro, «Il Collegio Cardinalizio è chiamato ad assomigliare a un’orchestra sinfonica, che rappresenta la sinfonicità e la sinodalità della Chiesa». Così ieri il Santo Padre ha aperto il Concistoro per la creazione di 21 nuovi cardinali, tra cui appunto anche il Patriarca Latino di Gerusalemme Pizzaballa. Francesco ha poi detto che la Chiesa «non vive di rendita e tanto meno di un patrimonio archeologico, per quanto prezioso e nobile. La Chiesa e ogni battezzato, vive dell’oggi di Dio, per l’azione dello Spirito Santo».
TERRA SANTA, GUERRA E VERITÀ: LA “MISSIONE” DEL CARDINALE PIZZABALLA
Creare cardinale il Patriarca di Gerusalemme significa, spiega ancora Pizzaballa ad “Avvenire”, un pieno riconoscimento della Chiesa per la centralità della Terra Santa nella vita cristiana: «Papa Francesco è molto interessato a rafforzare le periferie: e Gerusalemme è il cuore del mondo ma è anche periferia perché è un luogo dove ci sono tante disuguaglianze sociali, oltre che religiose, ed è un luogo di conflitto». Per il neo-cardinale, essere laboratorio di dialogo va ben oltre le consuete “banalità” interreligiose che spesso si sentono dire: in Medio Oriente, in Israele, il cristianesimo è minoranza ma non per questo è un dramma, «l’importante è aver sempre qualcosa di interessante da dire nella vita della società».
Parlare di verità, avere un ruolo costruttivo e annunciare il Vangelo: come ribadisce Pizzaballa, la Chiesa non deve mai rinunciare ad esprimere la sua missione. Di certo per risolvere il disastro della guerra in Medio Oriente la Chiesa da sola non basta: «abbiamo bisogno di lavorare insieme alle altre Chiese e, come Chiese, insieme alle altre fedi, agli uomini delle altre fedi, per costruire contesti di pace, di incontro, dove la parte bella dell’umanità che c’è in Terra Santa possa trovare espressione». Il compito a cui il cardinale Pizzaballa è chiamato è tanto semplice quanto impegnativo: «costruire relazioni tra le persone e nella vita delle comunità, promuovere e dire cose secondo il cuore di Dio e secondo il cuore dei popoli di Terra Santa».