Chef Locatelli: “Carlo è venuto da noi. Ora che è re…”
Chef Locatelli ha uno dei ristoranti più rinomati a Londra. Si mangia italiano, spesso si vedono vip, ma il clima resta molto informale. Al Corriere della Sera, il noto cuoco racconta di aver avuto anche i reali come ospiti: “Carlo è venuto e ha mangiato i tortellini. Era seduto qui dove siamo noi adesso. Con lui c’erano Camilla, il figlio di lei, Tom Parker-Bowles, e altri ospiti. Chi ha pagato? Il conto non glielo dai lo mandi direttamente a Clarence House e loro saldano con un assegno, con una bella carta intestata. Mi dicevano di non incassarlo: ma sei pazzo? Ora che è re speriamo di poter fare qualcosa per lui: adesso arrivano i tartufi, magari gli mandiamo un bel tartufo…”.
Tutta la famiglia reale, però, spesso si fa vedere alla Locanda. Il principe Harry ci andava ogni tanto con Chelsea Davy, la sua ex fidanzata, mentre da quando si è sposato con Meghan non è più tornato. Anche William si è presentato più di una volta con Kate: la duchessa, secondo Locatelli, è una che “mangia”.
Chef Locatelli: “Non abbiamo mai chiamato un fotografo per i vip”
Non solo i reali nella Locanda di Chef Locatelli. Come racconta al Corriere della Sera, “Abbiamo un bel po’ di vip: vengono qui perché non ne parliamo, non abbiamo mai chiamato un fotografo. L’altra sera c’era qui Madonna con i figli: ha mangiato pasta, ma vegana. Quando abitava a Londra stava qua dietro e ogni tanto telefonava per farsi portare una bottiglia d’acqua minerale: ha usato sempre il ristorante e ha i suoi due tavoli fissi, lei qui si sente a suo agio”.
Lo stesso Locatelli è ormai lui stesso una celebrity che spesso si vede su Sky e in tv con programmi vari. Lui è arrivato a Londra nel 1985 alle cucine del Savoy: “Lì mi bullizzavano. eravamo wop (un insulto razzista riservato agli italiani, un po’ come dire negro), ti dicevano tutti i giorni “fottuto wop””. Ormai ha la cittadinanza britannica, ma si sente italiano: “Sicuramente sono italiano. Quando vedo una cosa italiana mi emoziona. Però è difficile essere italiano tutto il giorno a Londra: devi anche abituarti, devi entrare nel sistema che ti accoglie. Devi avere questa capacità, che gli italiani hanno, di modellarsi sul posto in cui vai, di accettare le altre persone, il loro modo di essere. Perché magari gli italiani in quel tipo di società trovano dei canoni ai quali hanno aspirato prima di partire: abbiamo qui della gente incredibile che si lamenta dicendo che non avrebbe potuto fare quello che ha fatto se fosse rimasta in Italia”. La moglie di Locatelli, l’inglese Plaxy, “Dice sempre: non avremmo mai potuto realizzare in Italia quello che abbiamo fatto qui, non ci avrebbero mai prestato i soldi. Il sistema britannico dà più importanza all’imprenditorialità: qui c’è meritocrazia, mentre dell’Italia mi dà fastidio il nepotismo”.