Nella Repubblica Democratica del Congo, i miliziani ADF affiliati dall'ISIS ugandese hanno ucciso 66 civili: incerto il numero di civili rapiti
Non si arresta la violenza terroristica nella politicamente fragile Repubblica Democratica del Congo, da tempo in lotta interamente con le cosiddette Forze Democratiche Alleate (o semplicemente ADF) provenienti dall’Uganda che hanno stretti legami con l’ISIS e – al contempo – con il gruppo di ribelli noto come M23, sostenuto (pur non apertamente) dal Ruanda e che controlla ormai ampie aree del paese dopo una violenta guerriglia urbana.
Prima di arrivare alla precaria condizione in cui versa il Congo, è utile partire dall’ultimo massacro compiuto – secondo il portavoce dell’ONU nella città di Ituri, Jean Tobie Okala, sentito dall’Associated Press – “tra giovedì e venerdì 11 luglio nella chiefdom di Walese Vonkutu”, nell’area orientale del Congo: gli autori sarebbero proprio i miliziani ribelli delle Forze Democratiche Alleate (e, dunque, in un certo senso il temibile ISIS) che hanno complessivamente ucciso 66 civili, pur senza reali rivendicazioni.
Secondo quanto riferisce il presidente Marcel Paluku, la strage di civili da parte dei miliziani ugandesi affiliati all’ISIS sarebbe stata interamente compiuta utilizzando solamente colpi di machete e oltre ai morti ci sarebbe anche un ampio numero sconosciuto di civili rapiti e attualmente ostaggio delle Forze Democratiche Alleate.; mentre l’idea del governo è che il massacro di civili a Ituri sia collegato all’offensiva compiuta dalle autorità del Congo e da quelle dell’Uganda contro il gruppo islamico, ma per ora non ci sono reali conferme o rivendicazioni.
La fragile situazione della Repubblica Democratica del Congo: la guerra contro l’M23 e il Ruanda
Insomma, è sempre più vacillante il destino della Repubblica Democratica del Congo, ufficialmente governata da Paluku ma fortemente divisa al suo interno: oltre alle Forze Democratiche Alleate, infatti, da tempo il governo civile si trova in aperta guerra contro i miliziani noti come M23, formalmente indipendenti ma – secondo molti osservatori – segretamente sostenuti dal Ruanda; nonché occupanti di vaste aree a Est del paese.
Proprio con il Ruanda, recentemente il Congo ha siglato a Washington una pace mediata da USA e Qatar: i contenuti dell’accordo non sono stati resi noti e si tratta di un passo (se non altro) singolare dato che i due paesi non sono in aperto conflitto l’uno con l’altro, senza dimenticare che formalmente il governo ruandese ha sempre fermamente negato di armare e sostenere i miliziani del gruppo M23; e mentre non si sa se i recenti attacchi dell’ADF avranno effetti sulla pace, dal conto suo l’M23 ne ha già negata la legittimità dato che sarebbero stati presi senza la loro partecipazione.