COVID E CINA/ “Dopo l’Oms, Pechino collabora con Mosca per costruire false verità”

- int. Massimo Introvigne

L'Oms tornerà in Cina, ma difficilmente si potrà venire a sapere come il Covid si sia diffuso e da cosa sia nato, vista la copertura della stessa Oms sulle responsabilità cinesi

oms Ghebreyesus Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell'Oms (LaPresse)

Cina e Oms tornano a collaborare, almeno sulla carta, per capire le origini del Covid-19. Una collaborazione che doveva partire già lo scorso  maggio, ma il governo cinese si oppose perché temeva una “estrema politicizzazione” e “indagini fondate sulla presunzione di colpevolezza”. La Cina aveva paura di essere incolpata come responsabile della diffusione del più grave virus dai tempi della Spagnola. “Una responsabilità che ormai tutti denunciano, anche enti del tutto non politicizzati e assolutamente non complottisti – spiega Massimo Introvigne, sociologo, fondatore e direttore del Cesnur – come il Centro nazionale delle ricerche scientifiche francese, considerato dagli stessi cinesi il secondo più autorevole al mondo”. Secondo il Cnrs, il coronavirus sarebbe stato creato in laboratorio per studi sul salto genetico, producendo virus alterati, qualcosa di legittimo, fatto anche dai francesi stessi, ma sfuggito per le scarse capacità di sicurezza dei cinesi. “Qualcosa che la Cina non ammetterà mai, visto che la notizia non è stata riportata praticamente da nessuno”. 

Si sa da tempo che l’Oms è gravemente compromesso con la Cina, che annovera molti suoi uomini all’interno della struttura. Che senso ha questo nuovo annuncio di collaborazione?

Potranno portare avanti la nuova favola complottista che li discolpa, come avevano già fatto con il salmone norvegese importato in Cina.

A cosa si attaccano adesso?

Hanno ideato una nuova favola, appunto, portata avanti con molta più convinzione, tanto che ne hanno parlato in una conferenza stampa il viceministro degli Esteri e tutti i quotidiani del Partito comunista: il Covid sarebbe giunto in Cina tramite cibo congelato proveniente da non si sa quale paese occidentale. La cosa interessante è che ricercatori dell’Unione Europea specializzati in fake news hanno identificato Sputnik, la rete televisiva di propaganda russa, come chi ha lanciato la notizia, subito ripresa dai cinesi. La cosa più grave è che un funzionario dell’Oms ha rilasciato interviste in Cina dicendo che è una storia credibile e che indagheranno su di essa.

Sta dicendo che russi e cinesi lavorano insieme per produrre false informazioni sul virus?

Esatto. C’è stato recentemente un incontro tra ministri della propaganda russo e cinese in cui è stata messa a punto questa strategia.

Insomma, l’Oms continua a recitare una commedia?

Molte attenzioni sono da tempo concentrate sul segretario etiope Gebreyesus amico della Cina, ma prima di lui bisogna ricordare che per due mandati l’Oms ha avuto una segretaria generale cinese. Molti dei funzionari sono persone assunte durante quel periodo. La Cina ha poi manovrato, dopo due mandati consecutivi della signora e quindi non più eleggibile, perché ci fosse comunque un amico come l’attuale segretario.

Il nuovo presidente americano Joe Biden ha già detto che gli Stati Uniti torneranno a far parte dell’Oms, dopo che Trump aveva abbandonato denunciando le interferenze cinesi. Cambierà qualcosa?

Questa può essere una cosa buona: gli Usa hanno imparato, quando sono usciti dal Consiglio dei diritti umani, che ad abbandonare ci si rimette. Alla fine il nuovo membro eletto fu un cinese. Essere presenti è meglio che essere assenti: un assente ha sempre torto.

Una relazione approvata dal Copasir sostiene che da quando è cominciata la pandemia la penetrazione commerciale e finanziaria cinese in Italia è aumentata parecchio. Grazie al M5s, che da sempre è filo-cinese?

È un problema molto grave, ma va al di là dei Cinquestelle. Personalmente mi occupo di rifugiati cinesi che chiedono asilo politico in Italia, su questo tema ci sono sentenze eccellenti anche se le commissioni sono restie, ma recentemente c’è stata una sentenza che ha lasciato inorriditi, perché si capisce che è costruita su informative dell’ambasciata cinese. Una sentenza palesemente costruita, e spero che una rondine non faccia primavera.

Cosa ci dice questo episodio?

Dimostra che sull’Italia c’è uno sforzo capillare da parte della Cina. Si leggono spesso su giornali di seconda fila articoli che sembrano veline dell’ambasciata cinese. I Cinquestelle sono stati richiamati all’ordine e Di Maio un po’ si è moderato, ma esiste un capillare lavoro cinese nel mandare veline ai giornali.

Tornando al virus, si verranno mai a sapere le responsabilità della Cina?

Senza la collaborazione cinese ci saranno molte illazioni, ma poche parole. C’è un esempio interessante. Il Centro nazionale scientifico per la ricerca francese, considerato il secondo più autorevole al mondo anche dai cinesi, ha recentemente pubblicato uno studio che sostiene la tesi dell’origine nel laboratorio di Wuhan, ma la notizia non l’ha data praticamente nessuno. Non dicono che il virus sia stato portato fuori appositamente, ma che un incidente è possibile in un laboratorio che produce virus alterati per studiarne il salto. Chiedono una moratoria su questi esperimenti, i francesi hanno smesso di collaborare con Wuhan perché non ci sono condizioni di sicurezza. Questo rapporto sarebbe stato una bomba mediatica, ma – come si dice – è finito in cavalleria.

(Paolo Vites)







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