Giorgetti propone lo stop al patto UE sul bilancio per fronteggiare i dazi: “Serve flessibilità, le imprese devono sopravvivere, niente panico"

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, in occasione del Forum Ambrosetti di Cernobbio, ha messo sul piatto una proposta che ha scosso l’Europa e non ha lasciato indifferente nessuno: mettere in pausa il patto di bilancio dell’Unione Europea, come accadde in occasione del Covid, ribadendo che gli aiuti alle imprese danneggiate dai dazi, imprescindibili per mantenere in vita i settori più vulnerabili, potrebbero essere declinati in sostegni economici-finanziari a spese del bilancio statale, ma che, se si vuole veramente aiutare il Paese, questa operazione deve essere permessa dalle rigide regole europee.



Si tratta di una proposta audace, ma estremamente realistica ed essenziale in un contesto di un’emergenza economica che si sta facendo sempre più pressante e che sembra non trovare una luce in fondo al tunnel. Giorgetti ha posto l’accento sulla precarietà dello scenario economico globale, spiegando che il contesto attuale, con le difficoltà generate dai dazi e dalle controversie commerciali, richiede l’intervento immediato con misure straordinarie.



In un discorso che appare come una sfida in piena regola alle istituzioni europee, il ministro ha lanciato un appello all’unione e alla flessibilità: “Dobbiamo fare i conti con un rischio economico altissimo e, in questo momento, ci sono strumenti nel trattato che forse andrebbero rivisti”, ha detto con fermezza, ribadendo a gran voce la necessità di una nuova interpretazione dell’articolo 25 delle normative europee.

Quest’articolo permetterebbe agli Stati membri di sottrarsi alle restrizioni di bilancio in caso di crisi grave, a patto che la sostenibilità del bilancio a medio termine non ne esca compromessa. Non si tratta, quindi, di un solo “punto di discussione”, ma di un tema essenziale per il futuro economico dell’Unione Europea.



Giorgetti ha poi proseguito, dichiarando in modo deciso che la risposta europea non può basarsi sul timore e sul panico generalizzato, ma su un’analisi razionale degli effetti economici, onde evitare di cedere alla tentazione di un’escalation di dazi che finirebbe per danneggiare tutti, compresa l’Italia stessa.

La strategia di Giorgetti sui dazi: necessaria per salvare l’Europa?

Lo scenario economico europeo è progressivamente sprofondato in un buio periodo di incertezza, con il pericolo che i conflitti globali, i dazi e la concorrenza commerciale internazionale possano compromettere la solidità che abbiamo, a fatica, costruito con dedizione negli ultimi anni. Giorgetti, con il suo discorso, ha posto l’attenzione su un’ipotesi che, fino ad adesso, in pochi avevano il coraggio di prendere in considerazione: il bisogno di sospendere temporaneamente le intransigenti regole di bilancio che limitano gli Stati membri.

Il ministro ha poi ricordato come l’articolo 26, che stabilisce le linee guida per l’austerità e la stabilità, non sia in realtà l’unico strumento disponibile di cui poter disporre, proponendo che sarebbe auspicabile riconsiderare anche l’articolo 25, che rappresenterebbe una buona via d’uscita nei casi di emergenza come questo.

Le ripercussioni di una simile inversione di rotta sarebbero enormi, non esclusivamente per l’Italia, ma per l’intera Europa, e l’idea di Giorgetti, anche se lucida e sensata, richiama dubbi e preoccupazioni. Questo intervento potrebbe infatti ristabilire completamente gli equilibri finanziari ed economici dell’Unione Europea, dando origine a un dibattito infuocato sulle politiche economiche e commerciali da adottare e mettere in pratica.

“Non dobbiamo lasciare che il panico ci guidi”, ha detto Giorgetti, rimarcando di nuovo come la politica dei controdazi sarebbe solo dannosa per tutti e raccomandando invece una de-escalation nelle tensioni economiche internazionali.

Dinanzi a questa proposta inedita, l’Europa sembra assumere un atteggiamento scettico e restrittivo e, con una politica commerciale regolata da una disciplina fiscale intransigente, probabilmente non sarà pronta a compiere un passo che potrebbe rivelarsi essenziale e, forse, risolutivo.