Cosa cambia per l'Italia dopo la sospensione dei dazi di Trump e dell'UE: i negoziati negli USA, le richieste e il vero obiettivo del Governo Meloni
LA TREGUA SUI DAZI SPINGE L’ITALIA, ORA IN PRIMA FILA PER I NEGOZIATI CON TRUMP
La tregua inattesa (forse) sui dazi di Trump pone automaticamente la posizione dell’Italia in una ipotetica “prima fila” per procedere con i negoziati sui rapporti commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea. Quando ancora Bruxelles preparava e annunciava i contro-dazi al 25% contro una lunga lista di prodotti americani, la conferma di Palazzo Chigi sulla prossima visita della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni alla Casa Bianca – per il 17 aprile 2025 – proiettava il Governo italiano in uno scenario tutto incerto, con un dialogo accettato dalla amministrazione Trump ma nel pieno della guerra commerciale di risposta tra UE e Stati Uniti.
La mossa del tycoon nella serata del 9 aprile ha invece ribaltato tutto, con l’UE che stamane ha sospeso tutte le contro-misure auspicando negoziati diretti con l’America ma ritrovandosi ancora una volta in un quadro di politica diplomatica piuttosto incerta: da Von der Leyen alla titolare della Commissione UE per i rapporti con gli esteri – l’estone Kaja Kallas – fino al n.1 del Consiglio UE Antonio Costa. Al momento nessuno ha in programma un colloquio ufficiale con Trump: nessuno, tranne Giorgia Meloni che ha imbracciato da settimana una posizione piuttosto prudenziale, senza strappare dalle posizioni europee ma senza nemmeno dar sfogo alle ipotetiche “vendette” contro i dazi americani.
Il risultato è che ora, con la sospensione dei dazi USA e, di slancio, anche quelli UE, il Governo italiano ha una grande occasione di rappresentare le proprie istanze come quelle europee: l’obiettivo è l’azzeramento di tutti i dazi, a cominciare da quelli industriali che è stato il primo punto all’ordine del giorno già reso noto dalla Presidente del Consiglio durante il recente vertice con le imprese e le associazioni di categoria a Palazzo Chigi.
Creare ora una vera area di libero scambio tra Stati Uniti ed Europa è ora il vero obiettivo di Bruxelles, da raggiungere nel breve periodo proprio grazie all’opera diplomatica dell’esecutivo di Centrodestra. Nonostante i tentativi di “auto-candidarsi” come negoziatore europeo su guerre, riarmo e dazi, il leader francese Emmanuel Macron al momento deve “giocare in panchina”, così come il non ancora nominato Cancelliere tedesco Freidrich Merz.
I MONITI DELLE IMPRESE, LA BORSA CHE VOLA E L’OCCASIONE PER IL GOVERNO MELONI (IN UNA UE SEMPRE PIÙ DEBOLE)
Spetta dunque all’Italia, con il sostanziale via libera ufficioso della stessa Presidente Von der Leyen (che non gode affatto di buona “pubblicità” presso la Casa Bianca) approntare gli iniziali negoziati per riportare l’asse occidentale in un’ottica di normalità e progressiva collaborazione commerciale. Rispondendo alle opposizioni che accusano il Governo Meloni di andare con «cappello in mano» per elemosinare uno scenario più favorevole, il Centrodestra italiano rimane al centro dei colloqui internazionali senza strappare né con l’UE né tantomeno con gli USA, trovandosi ora in una posizione di fatto “privilegiata”.
La Francia con Macron (anche se con parziale retromarcia dell’Eliseo qualche ora dopo) ieri ha lanciato tutta la stizza diplomatica verso l’Italia, accusata di non fare gli interessi dell’Europa: di contro, sia il leader del PPE Weber che il prossimo cancelliere tedesco Merz, ritengono la missione di Giorgia Meloni come svolta decisiva per impostare i negoziati con l’America di Trump. La stessa Von der Leyen – che ha sentito negli ultimi due giorni la leader italiana – “benedice” il viaggio negli States della Premier italiana, con l’augurio che possa “sondare” il terreno sulle reali intenzioni dell’amministrazione Trump, al momento impegnata a contrastare più la Cina che gli alleati europei.
Al netto dei dubbi legittimi in capo alle imprese e le filiere produttive – specie dell’agroalimentare, che vivono con ansia i continui annunci sui dazi, contro-dazi e sospensioni – la prossima settimana l’Unione Europea guarderà con estremo interesse al viaggio di Giorgia Meloni da Trump: l’incontro nello Studio Ovale è atteso il 17 aprile, il giorno dopo a Roma è invece atteso il vicepresidente J.D. Vance che vedrà la stessa Meloni, di ritorno, assieme ai vicepremier Salvini e Tajani.
Il tutto per una “Pasqua” con meno dazi e più negoziati, con l’accordo per un libero mercato che nel giro di qualche settimana si potrà capire se da considerare un risultato o un’utopia: nel frattempo la debolezza diplomatica UE è palese – come dimostrano i negoziati sulle guerre dove l’Europa resta in secondo e terzo piano – e solo vertici “solitari”, proprio come quello di Meloni negli States, potrebbero al momento sbloccare l’impasse. La reazione di Piazza Affari oggi, prima Borsa in tutta l’Europa (+5,45%), sembra concedere fiducia a tale “impresa” diplomatica.
