La previsione (controcorrente) del fondo di investimento Ginjer sui dazi USA: “guerra svanirà davanti a ripresa UE, ansie eccessive. Trump farà retromarcia”
LA PREVISIONE (CHE NON TI ASPETTI) SUI DAZI DA CHI SA PREVEDERE I MERCATI
La guerra commerciale sui dazi inaugurata con i primi 100 giorni di Presidenza Trump alla Casa Bianca in realtà non è così “guerra” e non avrebbe una durata così lunga nel tempo: ne è convinto Leonard Cohen, CEO del fondo francese Ginjer Asset Management. Al di là della simpatica omonimia con l’icona del folk mondiale, il rappresentante del fondo dei record di questi ultimi anni ha una considerazione piuttosto “unconventiona”l sul fronte dazi americani.
Dopo la sua scommessa anticonformista nel 2019 sui titoli bancari (che ha fatto guadagnare a Ginjer circa 200 milioni di dollari in asset europei, sbaragliando la concorrenza), Cohen in una intervista ai media francesi sottolinea come le preoccupazioni di investitori e mercati sui dazi commerciali di Trump sono «eccessive». Nonostante Standard & Poor’s abbia oggi tagliato le stime della crescita del PIL mondiale per lo «shock al sistema coi dazi USA», lo scenario dell’immediato futuro non dovrebbe destare troppe preoccupazioni secondo Cohen
Il leader di Ginjer – come riporta anche “Bloomberg” dagli States – ritiene infatti che le soluzioni vi sono sempre, «nulla è irreversibile» e nel caso dei dazi «presto il mercato se ne renderà conto, la ripresa potrà essere violenta». Per l’ad Cohen non è necessario che tutto a livello di dinamiche commerciali vada alla perfezione affinché investimenti e piani dei mercati possano funzionare, l’importante è che «vi siano previsioni meno cupe di quanto il mercato prezza durante le varie vendite».
TRUMP, CINA, UE: LA “GUERRA” DEI DAZI VERSO I NEGOZIATI
Gli investimenti in difesa, il settore finanziario e le misure di stimolo dalla Germania – secondo Ginjer – riporteranno l’ansia per la guerra commerciale nei giusti contorni di partenza: «finirà per svanire davanti alla ripresa dell’economia europea», detto da chi nel 2019 scommise sulle banche considerate da quasi tutti come fonte di perdita.
L’unico commento di Cohen è insomma di ridurre le preoccupazioni e permettere che gli investimenti facciano il loro corso: al momento, sottolinea ancora a “Bloomberg”, «non vediamo segni di dislocazione». Non solo, secondo il fondo dei record francese, «Trump è sostenitore delle imprese e le conosce bene, sa quando è il momento di fare marcia indietro sui dazi». Quanto sta avvenendo in questi giorni sul fronte auto e sui vari scambi commerciali con Cina e Unione Europea sembra già anticipare tale “previsione” del fondo Ginjer.
Con richieste specifiche ma comunque aperte al dialogo, Pechino ha chiesto di trattare con la Presidenza americana e nei prossimi giorni potrebbe tenersi un nuovo colloquio fra Trump e Xi Jinping: nel frattempo si muove anche la Commissione Europea, con lo scoop del Financial Times che riporta dell’offerta pronta ad essere lanciata da 50 miliardi di acquisti di beni USA in cambio di zero dazi. La missione di Meloni alla Casa Bianca ha lanciato la sfida, ottenendo il via libera ad un negoziato Europa-USA a Roma nelle prossime settimane: il commissario al Commercio UE Sefcovic al FT ha confermato l’intenzione di acquistare prodotti agricoli e GNL per avviare le trattative sui dazi americani.
Intanto un portavoce della Commissione UE ha sottolineato in mattinata che ancora non è stata fatta alcuna offerta formale sugli acquisti di gas naturale liquido, ma Bruxelles aggiunge di essere fin da subito «disponibili a trattare». Spazio per negoziare insomma ve n’è, dopo la distanza ridotta con la mediazione della Premier italiana Giorgia Meloni ma anche per la volontà di Europa e USA di non arrivare ad un’effettiva guerra commerciale. E così si ritorna a “bomba” alla previsione spericolata ma comunque sensata di Ginjer…
