Come annunciato nelle passate ore, l’incredibile incendio nel sito chimico di Lubrizol, a Rouen è “sotto controllo” e “non dovrebbe svilupparsi ulteriormente”. A dichiararlo il ministro dell’Interno, Christophe Castaner, in un breve intervento con i giornalisti nel luogo dello spaventoso incidente. Come spesso accade però, anche in questo caso non sono mancati i tentativi di fake news, questa volta relativi nel dettaglio a due video dell’esplosione di Rouen, ritenuti falsi, di cui uno modificato ad arte. A rivelarlo è il sito di Mentana, Open. Il primo falso video del disastro avvenuto oggi in un impianto chimico in Francia è stato pubblicato da un utente su Twitter in mattinata. In realtà si trattava di un video del 2015 relativo a dei fatti accaduti in Cina, come dimostrato da un articolo del medesimo anno del The Guardian. Lo stesso filmato è però stato modificato riflettendone l’immagine in orizzontale. Tra altri video ancora da verificare, ne spunta uno ulteriore in realtà già pubblicato sul sito Gfycat.com lo scorso marzo e relativo a un altro disastro avvenuto in un impianto chimico sempre in Cina. In questo caso si nota la luce del giorno mentre l’incendio in Francia è avvenuto nel cuore della notte. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
“DIVERSI GIORNI PER RISOLVERE IL TUTTO”
E’ sotto controllo l’incendio di Rouen presso l’impianto chimico di Lubrizol. A comunicarlo poco fa è stato il ministro dell’interno francese, Cristophe Castaner, che ha spiegato come il rogo sia “sotto controllo e non dovrebbe svilupparsi ulteriormente, ma ci vorranno diversi giorni per risolvere completamente la situazione”. Sull’incendio propagatosi questa notte si è espresso anche il prefetto della Normandia, Pierre-Andrè Durand, che ha parlato di rischio di inquinamento della Senna “a causa del debordamento dei bacini di ritenzione”. Al momento in cui vi scriviamo le fiamme non sono ancora state spente del tutto, ma il rogo è sotto controllo e di conseguenza a breve i pompieri ultimeranno le loro operazioni, dopo praticamente 12 ore di lavoro incessante. Spaventosa la nube nera fuoriuscita dallo stabilimento di Lubrizol, che ha fatto subito comprendere la gravità della situazione. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
ROUEN, INCENDIO IMPIANTO CHIMICO
Incendio di vasta entità in corso in Francia, precisamente in località Rouen, in Normandia (135 chilometri circa da Parigi). A bruciare, come riferiscono tutti i principali quotidiani online, sarebbe l’impianto chimico della società Lubrizol, che produce additivi per lubrificanti dal 1954, e che viene classificato come “Seveso” in una scala di siti a rischio, come da direttiva imposta dall’Unione Europea. Le fiamme sarebbero divampate dall’impianto dalla notte passata, quella fra mercoledì 25 e giovedì 26 settembre, ma al momento non è ben chiaro l’origine dell’incendio, ne tanto meno se vi sarebbero delle persone coinvolte. Le fiamme erano visibili questa notte da diversi chilometri di distanza, ed ora è un’imponente colonna di fumo nero a dominare l’orizzonte. 130 i vigili del fuoco impegnati nelle operazioni di spegnimento, mentre i cittadini della zona sono stati invitati a rimanere chiusi nelle proprie abitazioni salvo emergenze, e le scuole sono rimaste chiuse nei comuni limitrofi.
FRANCIA, INCENDIO A ROUEN: BRUCIA L’IMPIANTO CHIMICO
La prefettura di Seine-Maritime ha cercato di rassicurare i residenti specificando che le “analisi iniziali non hanno rivelato alcuna tossicità acuta”, non vi sono “tossicità nelle principali molecole” del fumo scaturito dall’incendio, esortando comunque la popolazione “a limitare le uscite allo stretto necessario”. Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro dell’interno francese, Christophe Castaner, che ha specificato: “Non ci sono elementi che permettono di pensare che vi siano rischi legati al fumo. Non bisogna farsi prendere dal panico per questa situazione, ma muoversi con grande prudenza”. Nello stesso impianto si era già verificato un guasto nel gennaio del 2013, quando si era verificata la fuoriuscita di gas mercaptano: la nube si era diffusa a macchia d’olio per svariati chilometri, arrivando addirittura fino al sud dell’Inghilterra dopo aver attraversato la Manica.