Le ultime novità sul delitto di Garlasco: la posizione dell'avvocato di Stasi sulle impronte e sulle tracce di Sempio sulla scena dell'omicidio
Le trasmissioni pomeridiane di ieri – tra Pomeriggio 5, in onda su Canale 5, e La vita in diretta, su Rai 1 – sono tornate ad occuparsi ampiamente del delitto di Garlasco, al centro di un’ormai nota nuova indagine che sta cercando di capire se Alberto Stasi (già condannato a 16 anni di reclusione, ormai quasi interamente scontati) sia l’effettivo colpevole oppure se abbia agito assieme a qualche altro soggetto non ancora identificato.
Tanti gli interrogativi, tanti i misteri, tante (forse troppe) le voci e i rumori di fondo, con l’unica certezza che la nuova inchiesta su Garlasco starebbe puntando i riflettori soprattutto sulla figura di Andrea Sempio, unico iscritto nel nuovo fascicolo degli inquirenti.
Interessante l’intervento dell’ormai altrettanto noto dottor De Rensis, legale del condannato per il delitto di Garlasco, che si è soffermato fin da subito sull’ipotesi del concorso in omicidio da parte di più soggetti, per precisare che “è processualmente provato al di là di ogni ragionevole dubbio che Andrea e Alberto non si sono mai conosciuti“, lasciando intendere che quella di entrambi sulla scena dell’omicidio è un’ipotesi da escludere, pur dicendosi comunque “convinto che su quella scena abbiano agito più persone“.
Un altro tema interessante trattato sull’indagine su Garlasco dal dottor De Rensis è relativo alle tracce di Sempio sulla scena, spiegando innanzitutto che “sulle dita di Chiara c’è solo il DNA di Sempio, nonostante Chiara la sera prima abbia usato il computer di Alberto”, e all’epoca si disse che le tracce del nuovo indagato sulla vittima sarebbero legate al “trasferimento dalla tastiera del computer usato, nella migliore delle ipotesi, 12 giorni prima”; mentre sull’impronta 33 – che dal canto suo è indubbiamente “attribuibile a Sempio” – il dubbio è legato alla “posizione innaturale che confligge con la normale discesa di un ragazzo giovane dalle scale”.
Il supertestimone di Garlasco: “L’avvocato Tizzoni era amico della famiglia Cappa”
D’altra parte, la trasmissione La vita in diretta è riuscita a contattare il famoso supertestimone su Garlasco, unica persona che per ora starebbe sollevando dubbi sulla posizione – rispetto ovviamente al delitto – delle gemelle Cappa, con il noto racconto reso inizialmente a Le Iene.
“L’avvocato Tizzoni – spiega a Rai 1 – dopo una settimana dalla morte di Chiara mi chiamò dicendomi di essere l’avvocato della famiglia Poggi e mi chiese aiuto nel caso fossi venuto a sapere qualcosa sull’omicidio”, ottenendo qualche giorno dopo il racconto della figlia di una vicina di casa della nonna delle gemelle Cappa, che “raccontò che quel giorno stesso, alle ore 13:00, è arrivata una delle due ragazze, molto spaventata, che scese da una macchina con una borsa abbastanza pesante, chiedendo (alla madre della ragazza, ndr) le chiavi di casa”.
“Non riusciva a infilare le chiavi perché era troppo tremante, la aprì lei e poco dopo sentì un tonfo nel fosso”, puntando poi direttamente il dito contro “Stefania Cappa, che la signora non vedeva da anni”. L’uomo contattò “l’avvocato Tizzoni” per aggiornarlo e “lui mi ha stoppato subito, dicendo che c’era già un’indagine in corso e non se ne poteva accavallare un’altra, liquidandomi in questo modo e dicendomi che non gli interessava”; mentre sul perché fu liquidato, il supertestimone su Garlasco si è limitato a dire che “so che aveva un’amicizia con la famiglia Cappa“.
