Le novità sul delitto di Garlasco a Mattino 5: il maresciallo Marchetto torna a parlare della testimonianza di Muschitta che lui stesso ritrattò
Continuano le indagini sul delitto di Garlasco che attualmente si stanno concentrando sulla presunta responsabilità di Andrea Sempio, figura non esattamente nuova a questa indagine dato che la sua posizione fu già indagata nel 2017: all’epoca, esattamente come oggi, a “collocarlo” sulla scena dell’omicidio di Chiara Poggi ci sarebbe una perizia di parte dei difensori di Alberto Stasi che avrebbero individuato il suo DNA sotto alle unghie della vittima.
Allo stato attuale – per quello che ci è dato sapere – l’indagine su Garlasco si sta concentrando sull’analisi della spazzatura trovata nell’abitazione dei Poggi e repertata solamente otto mesi dopo l’omicidio, ma che all’epoca delle prime indagini non fu mai effettivamente analizzata: l’idea degli inquirenti è che lì potrebbero esserci elementi utili per ricostruire quali soggetti erano presenti sul luogo dell’omicidio e la novità più significativa sembra essere l’individuazione tra gli oggetti presenti nella spazzatura di un capello non ancora identificato.
Similmente, al contempo il quotidiano Il Tempo ha rivelato che gli inquirenti starebbero anche ponendo la loro attenzione su di un’intercettazione tra il maresciallo Marchetto – che fu il primo a intervenire nella villetta di Garlasco – e un collega del testimone Muschitta: intercettazione che lascerebbe intuire che il testimone sarebbe stato minacciato e avrebbe ricevuto dei soldi in cambio del suo silenzio; fermo restando che proprio Muschitta parlò di una ragazza che si allontanava dalla villetta di Garlasco portando con sé un oggetto ingombrante, salvo poi ritrattare tutto qualche ora più tardi.
Marchetto: “Nelle indagini su Garlasco ci fu un momento in cui gli indizi puntavano su soggetti mai indagati”
Presente nello studio di Mattino 5 c’è proprio il maresciallo Marchetto che ha spiegato che “la conversazione avvenne in un locale a Garlasco e io richiamai una notizia che avevo visto da un programma televisivo che parlava della sparizione di Muschitta”: il suo interlocutore “mi disse che era un quaquaraqua e poi che secondo lui era stato minacciato da quello che era il mio superiore, chiesi cosa avesse detto e lui rispose ipotizzando che forse gli avevano dato dei soldi“.
“Il succo del nostro incontro – spiega ancora Marchetto – fu questo e lui disse anche che senza ombra di dubbio riteneva la sua testimonianza veritiera“, sottolineando anche che a suo avviso “il verbale non è un falso” dato che il testimone su Garlasco “disse anche di aver visto un’utilitaria di colore nero che poteva essere tranquillamente anche un piccolo SUV, come quello visto dal commerciante di Garlasco transitare davanti al suo negozio alle 8:30 di quel mattino”.
Sul delitto di Garlasco in sé, il maresciallo ripete ancora una volta che “io ho sempre sostenuto che le indagini andavano fatte a 360 gradi per dimostrare la colpevolezza o l’innocenza di una persona”, tanto che in un preciso momento “c’è stata (..) la presenza di maggiori indizi sulla colpevolezza di altre persone su cui non erano stati fatti i relativi riscontri”, esattamente come non fu mai indagata la ragione per cui Muschitta – intercettato dagli inquirenti – il giorno dopo l’interrogatorio disse al collega di aver ritrattato perché aveva paura.
De Rensis: “Muschitta sembra aver ritrattato dopo un sopralluogo del quale quale non c’è nessun atto”
Presente nello studio di Canale 5 anche l’avvocato Antonio De Rensis – difensore di Alberto Stasi – che parlando delle analisi sulla spazzatura della villetta di Garlasco si è limitato a spiegare che “se ci fossero elementi riferiti ad altre persone dovremo capire chi sono”, ripetendo poi che “l’incidente è importantissimo, ma è solo una parte di questa indagine che secondo me verte soprattutto su elementi tradizionali” e non prettamente scientifici.
Parlando di Muschitta, invece, il legale del condannato per l’omicidio di Garlasco spiega che nella ritrattazione “disse che confermava tutto quello che aveva detto e che voleva solo precisare che la persona vista era già in via Pavia e non in via Pascoli”: elemento a suo avviso “importante perché da quello che mi sembra di aver percepito qualcuno effettuò un sopralluogo” utile per ricostruire l’accaduto, salvo però il fatto che dell’eventuale sopralluogo non c’è alcun “atto” e fermo restando che se così fosse “sarebbe gravissimo”.