Il rapporto tra la geopolitica e il Conclave 2025: come può cambiare con il nuovo Papa. Le "mozioni" Parolin, Tagle e Pizzaballa (con la fede come unità)

LA GEOPOLITICA E LA CHIESA DEL PROSSIMO PAPA: L’UNITÀ PER UNA PACE GLOBALE (CRISTIANA)

Secondo quanto emerso in una delle ultime Congregazioni dei cardinali prima del Conclave 2025, i porporati hanno sottoscritto una sorta di “profilo” ideale per il nuovo Papa che possa guidare «l’umanità sempre più disorientata» e segnata da una geopolitica sempre più messa in crisi dal (dis)ordine mondiale. Ponte, guida, profondo dialogante e attento alla pace: il nuovo Papa che uscirà dal Conclave dovrà avere queste specifiche caratteristiche secondo la maggior parte dei 133 cardinali: questo quantomeno ai nastri di partenza, dato che le dinamiche del Conclave hanno tanti elementi imprevedibili e prettamente legati alla dottrina che potrebbero esulare alcuni dei tanti ragionamenti fatti dall’opinione pubblica in queste settimane.



Tradotto in parole più semplici: non per forza il “calcolo” sulla geopolitica e i vari profili di cardinali “papabili” legati alle diverse dinamiche internazionali possono portare ad una nomina “semplice” in Cappella Sistina: il risveglio della fede, la vicinanza agli ultimi e la possibilità di parlare di e con tutti. Una Chiesa preoccupata dalle tante divisioni presenti anche all’interno della stessa “sposa di Cristo” potrebbe dunque essere pronta all’elezione di un nuovo Papa non per forza sulla “scia” dei retroscena prodotti dopo la morte di Jorge Mario Bergoglio.



Serve un segno di speranza nel buio del mondo e della fede, serve un riferimento per vocazioni e conversioni, ma soprattutto serve un nuovo Pontefice in grado dirimere una paziente e lunga opera di dialogo: diplomatico, operativo ma anche inossidabile nella testimonianza della fede. Se manca questa “origine” di fede, questo legame con la Verità di Gesù, avere una “nuova” Chiesa che parli (solo) col mondo di pace globale e grandi diritti rischia di perdere tutto l’afflato umano e divino che perdura fin dall’annuncio del Vangelo.

LA TERZA GUERRA MONDIALE E LA MISSIONE DEL VANGELO

E così dalle guerre in Ucraina e Medio Oriente, passando per il futuro della Cina (e di Taiwan), le dinamiche della globalizzazione dopo l’avvento di Trump, la debolezza politica e culturale dell’Europa e il caos che regna ancora sovrano in molti Paesi dell’Africa: la geopolitica mondiale non si ferma mai, in quella che Papa Francesco seppe cogliere perfettamente parlando di “terza guerra mondiale a pezzi”.



Il nuovo Papa non avrà certo un quadro facile davanti a sé: servirà un profondo legame affettivo e teologico, dottrinale e procedurale con l’intero corpo ecclesiale e la cristianità in generale, spingendo per una vera pace effettiva che sgorga dalla testimonianza di salvezza incarnata dal Signore. Tra le principali preoccupazioni di Papa Bergoglio v’era stata appunto la missionarietà in un mondo in fiamme come quello di oggi, un monito costante per i grandi della Terra davanti ad un pianeta a rischio costante di “rottura” con le minacce nucleari su più fronti.

DALLA CINA AL MEDIO ORIENTE: I TRE CARISMI PARTICOLARI DEI TRE PAPABILI CON UN’UNICA ORIGINE DI FEDE

Cardinali elettori e potenziali papabili come ad esempio Pietro Parolin, Luis Antonio Tagle o anche il Patriarca di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa rappresentano – e non solo loro – tre modalità anche molto diverse tra loro nel tendere ad un medesimo obiettivo: riunire la Chiesa e offrire all’umanità una concreta testimonianza di speranza. Un’unica tensione finale ma anche una medesima origine, ovvero quella fede incarnata nel Cristo che, solo, può realmente convertire il cuore dell’umanità: è in forza di questa origine che è possibile ragionare verso un sano rapporto tra geopolitica e Chiesa Cattolica, cercando un «Papa di unità verso un mondo diviso».

Diplomatico per eccellenza, il Segretario di Stato Vaticano “uscente” rappresenta la possibilità di un rapporto sempre più “franco e sincero” tra le problematiche internazionali e la presenza della Santa Romana Chiesa: il Card. Parolin ha seguito durante il Magistero di Bergoglio l rapporti con la comunità internazionale marcando però una propria personale attitudine nel testimoniare la fede cristiana rimanendo attendo ad ogni elemento di dialogo che possa unire più che dividere. Responsabile del difficile Accordo provvisorio tra Cina e Vaticano, come potenziale nuovo Papa il cardinale Parolin porterebbe un “mix” di obbedienza alla Chiesa assieme al dialogo anche con un mondo più lontano al cattolicesimo, da Erdogan a Putin fino a Xi Jinping.

Per il Patriarca Pizzaballa è evidente che pesa e non poco l’incredibile opera diplomatica e ecclesiale nel difficilissimo quadro del Medio Oriente: i legami con Israele, la protezione del popolo palestinese a Gaza, molto critico sull’eccessiva difesa dello Stato Ebraico nella Striscia ma anche consapevole che non si possa dialogare realmente con la sigla terroristica Hamas. Nella geopolitica mondiale il “giovane” Card. Pizzaballa potrebbe portare una rinnovata centralità della necessaria pace in Medio Oriente, contro ogni violenza e attento a ricostruire da capo ogni possibile futuro rapporto tra israeliani e palestinesi.

Da ultimo, il cardinale filippino Tagle sembra rappresentare la figura più “vicina” al concetto di pax testimoniata da Papa Francesco: in realtà il porporato ha diverse sfumature diverse, a cominciare da un’immediata predisposizione empatica verso chiunque vi sia in relazione, dagli “ultimi” (come voleva Bergoglio) alle istituzioni e il resto della cristianità. Non solo un “candidato asiatico” ma una concreta figura di dialogo l’Est del mondo e il resto del mondo internazionale: Tagle rappresenta un’istanza di pace cristiana in un’area del pianeta che tradizionalmente non vede il cristianesimo al centro delle relazioni.

Chiunque diventerà nuovo Papa saprà comunque relazionarsi con la geopolitica ben conscio che non sarà l’unica cifra per definire il Magistero: serve una continua e centrale attenzione alla trascendenza, al risveglio della fede, da cui può sgorgare per l’appunto dialogo, pace e distensione.