Gérard Depardieu, 73 anni, ai microfoni del “Corriere della Sera” ha raccontato alcuni retroscena legati alla sua famiglia d’origine. L’incontro con il giornalista Aldo Cazzullo risale a cinque anni fa, ma quest’ultimo ha deciso di rispolverarlo nei giorni scorsi e di condividere con i suoi lettori le confessioni di uno degli attori più celebri del pianeta. E allora, via con la prima rivelazione: sua nonna paterna lavorava presso l’aeroporto di Parigi Orly, ma come “dame-pipi”, ossia “la signora della pipì”, il cui stipendio era costituito dagli spiccioli che i passeggeri le davano per la pulizia della toilette prima e dopo il suo utilizzo.
Nulla di strano fin qui: ogni lavoro è dignitoso e quello della nonna paterna di Gérard Depardieu non si sottraeva di certo a tale assioma. Tuttavia, quest’ultima aveva una storia d’amore con il nonno materno del protagonista di numerose pellicole cinematografiche di successo. E, proprio in virtù di questo intreccio sentimentale proibito, si è palesata la seconda confidenza dell’attore: “Quando mia madre scoprì che suo padre se la faceva con sua suocera, non voleva più un figlio nato da un simile intreccio mostruoso e tentò di abortirmi con un ferro da calza”.
GÉRARD DEPARDIEU: “PRETESI DI ESSERE PAGATO COME ROBERT DE NIRO”
Come sottolineato al suo intervistatore, la mamma di Gérard Depardieu fortunatamente non riuscì nel suo intento, altrimenti il cinema internazionale non avrebbe mai incontrato uno dei suoi attori di maggior spessore. Fra i tanti personaggi da lui interpretati, si ricorda anche l’Olmo di “Novecento”. Per quella pellicola, il transalpino pretese di essere pagato come Robert De Niro, che era già una star: “Quanto prende l’americano? Centoventi milioni di lire? Li voglio pure io. Altrimenti me ne vado”.
Poi, ancora alcuni frammenti familiari. Gérard Depardieu faceva le vacanze a Orly, con la nonna, in una baracca in fondo alla pista di atterraggio. Suo padre vendeva “L’Humanité”, il quotidiano comunista, ma “non lo leggeva: era analfabeta”. Gérard divenne anche ladro nel ’68, sottraendo ai contestatori orologi e catenine e venendo arrestato per furto d’auto: “Non ho imparato niente, ho vissuto tutto. La mia scuola è stata la gendarmeria”.