Giorgio Assumma, avvocato e storico amico di Pippo Baudo, ha raccontato il compianto conduttore oggi a Domenica In.
La puntata d’esordio di Domenica In non poteva non raccontare la triste scomparsa di Pippo Baudo: un pilastro della televisione italiana, capace di scoprire talenti, rinnovare e innovare format e soprattutto colorare la vita degli appassionati. Nel salotto di Mara Venier partecipando tanti volti che hanno avuto modo di incrociare il suo cammino, in particolare Giorgio Assumma: avvocato e amico storico di Pippo Baudo.

Giorgio Assumma parte proprio dagli ultimi attimi di vita di Pippo Baudo, da una richiesta fatta poco prima di passare a miglior vita: “Qualche ora prima di morire ha chiesto ad un sacerdote di dargli la comunione, lui accenna un sorriso e dice: ‘Vado via sereno’. Questa cosa secondo me è il più grande dono che lascia a noi che lo abbiamo amato e ammirato, un dono che non va distrutto bensì tutelato”. Un aneddoto commovente, impreziosito dalle parole successive: “Ha mantenuto la capacità di intendere fino alla fine, chi c’era al suo fianco? Dina Minna c’era sempre, ma anche ammiratori e fan che avevano chiesto di contattarlo, tanto che entrò il medico che dirigeva il reparto: ‘C’è troppa gente, lasciatelo solo’…”.
Giorgio Assumma ricorda Pippo Baudo a Domenica In: “Mi manca il suo modo di ascoltare, i suoi consigli…”
Seppur alle prese con la malattia, Pippo Baudo voleva solo affetto intorno a lui e non voleva privarsi della compagnia anche quando costretto in un letto d’ospedale: “Lui fino alla fine voleva al suo fianco amicizie, appagare la curiosità” – ha raccontato Giorgio Assumma a Domenica In – “fu lui a chiedere di contattare il dottor Cerno ma non è stato possibile concretizzare l’incontro per il progressivo decadimento per via della malattia”.
Giorgio Assumma impreziosisce ancora il ricordo di Pippo Baudo a Domenica In rivelando la genesi del loro rapporto, il primo incontro: “Io l’ho conosciuto perchè dopo aver conseguito la laurea in giurisprudenza chiese di fare pratica nel mio studio; mi disse: ‘Io però sto per avere un colloquio in tv, se non riesco faccio l’avvocato’…”. Tempo dopo, proprio la tv è diventata il suo regno: “Mi manca il saperlo lì pronto ad ascoltare una mia richiesta, mi manca un suo parere; spesso mi rivolgevo a lui per farmi consigliare”.
