Harry Potter boicottato da attivisti trans/ J.K. Rowling nel mirino: “È una TERF!”

- Angela Marrelli

L’autrice della saga di Harry Potter, J.K. Rowling, è nel mirino degli attivisti trans a causa di un tweet. Il maghetto più letto di sempre, rischia di essere boicottato al cinema

HarryPotter_sshot_Harry_6 Harry Potter (Foto Ansa)

Pare sia finita l’era di Harry Potter amato da tutti. Il motivo risale ad un tweet pubblicato nelle scorse settimane da J.K. Rowling, che, da scrittrice più amata della Gran Bretagna, è passata ad essere al centro di una polemica scatenata dagli attivisti trans. Il maghetto della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts rischia di essere boicottato nel suo ritorno al cinema, previsto per il suo 20esimo compleanno.

J.K. Rowling, come riporta Dagospia, adesso è una TERF, un acronimo poco piacevole che significa Trans Exclusionary Radical Feminist, ossia una femminista radicale che limita i diritti delle persone trans. E’ stato tutto spiegato nell’articolo del New European pubblicato il 4 novembre: l’autrice della saga più letta degli ultimi tempi ha espresso la sua solidarietà alla ricercatrice Maya Forstater, licenziata per aver criticato il gender. ”Licenziare qualcuno perché difende l’idea che il sesso è una cosa reale?” è stato il cinguettio incriminato della creatrice di Harry Potter. Parole che le si sono subito ritorte contro, in un crescendo di disapprovazione e disprezzo. “Essendo la creatrice del protagonista più amato da una generazione, c’era la sensazione che lei in qualche modo appartenesse ai suoi fan. Non aver assunto la linea richiesta è stato visto come il tradimento da parte di una madre simbolica”, si legge sul New Europen.

Harry Potter, J.K. Rowling chiarisce le sue parole

J.K. Rowling ha dimostrato una certa preoccupazione e ad un certo punto ha voluto chiarire, se non altro per difendere Harry Potter. La scrittrice è partita da lontano, spiegando il motivo per cui si sente preoccupata nel lasciare i bagni aperti senza distinzione di uomini e donne. La Rowling sottolinea che bisogna pur mettere in conto i casi di ragazze, violentate da uomini, che pur sentendosi donne, rimangono attivi come maschi.

Ma c’è una cosa che la la seconda donna più ricca del Regno Unito, dopo la regina Elisabetta II, ha voluto mettere in chiaro più di tutto il resto: nessuno deve essere licenziato perché ha espresso le proprie idee e soprattutto, che ciò non significa andare contro le ragioni dei movimenti trans. La Rowling tra l’altro ha avuto molti incontri con gli esponenti del movimento. “Perché parlo, perché non continuo tranquilla le mie ricerche e tengo la testa bassa?”, domanda, prima di proseguire con le risposte suddivise in vari punti. Il primo, per esempio, è quello delle donne vittima di violenza, che precede il secondo che accenna alla fondazione di un’associazione a sostegno dei bambini:Sono preoccupata circa l’effetto che il movimento per i diritti dei trans può avere sia sull’educazione che sui bambini”, sottolinea l’autrice.







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