Papa Francesco è riuscito ad avvicinare diversi non credenti alla Chiesa, conducendoli di fronte a una religiosità costitutiva dell'essere
Nonostante gli scandali degli ultimi anni, oggi il mondo (non solo i credenti, ma anche molti non credenti) guarda alla Chiesa con una grande attenzione. Nello stesso tempo, essa viene combattuta da vari Poteri che la vedono come un nemico da sottomettere e screditare. Gli ultimi papati sono stati il riferimento ultimo, ininterrotto, di questa presenza, declinata rispetto ai tempi e al carisma di ciascuno.
Rispetto alla presenza di papa Francesco occorre rispondere a una domanda per approfondire le dimensioni del suo lascito. La domanda è relativa al perché tanti non credenti sono rimasti affascinati dalla sua presenza, sino al riconoscerlo come loro punto di riferimento in questo momento di così grave crisi per la comunità umana, segnata da guerre e sofferenze soprattutto per i più marginali.
Papa Francesco li ha presi per mano e li ha condotti di fronte a una religiosità costitutiva dell’essere, ovvero al desiderio di giustizia, di verità, di bellezza che caratterizza il cuore di ciascun uomo e che mette in relazione con l’Oltre da sé. I non credenti hanno incontrato, attraverso lui, la Chiesa come un luogo ove questo desiderio non veniva ridotto, ma amato, che non veniva tradito nel rapporto con il Potere, che poteva essere affermato nella sua radicalità, tanto che la dignità dell’uomo, in particolare dei più indifesi, poteva essere salvata.
Ciascuno uomo può essere accolto in questo luogo in quanto il suo tratto caratteristico è la Misericordia; nessuna povertà, nessuna marginalità, nessun errore può bloccare l’azione della Misericordia che può salvare tutto e tutti, può salvare un uomo strutturalmente fragile, a cominciare dallo stesso Papa che ogni volta chiedeva insistentemente di pregare per lui.
Questa posizione sì è tradotta non solo in gesti, ma in una cultura capace di leggere il momento presente comprendendo il “cambiamento d’epoca” che stiamo attraversando e offrendo una lettura talmente ragionevole da essere condivisa da tanti non cattolici che hanno trovato così un approdo a quel desiderio costitutivo di cui prima parlavamo e che deve interagire con un contesto che vorrebbe ridurlo.
Francesco ci ha indicato in primo luogo gli effetti di una globalizzazione guidata dal capitalismo finanziario che, promettendo un benessere per tutti prodotto dal libero mercato, nell’interconnessione realizzata ha invece creato diseguaglianze estese, guerre militari e commerciali, movimenti migratori, distruzioni ambientali e sociali, una cultura dello scarto diffusa, un controllo sociale sempre più esteso attraverso le piattaforme della comunicazione, un impoverimento della dimensione comunitaria locale, un uso delle tecnologie che potrebbe attentare alla libertà se non adeguatamente governato.
Ha colto come la politica è stata sempre più condizionata da altri Poteri, mettendo così a rischio le forme democratiche, alimentando un distacco progressivo dalle partecipazioni civili, amplificando nei fatti i nazionalismi reattivi e le ideologie religiose violente. Papa Francesco ha inoltre indicato e praticato la riscoperta della fratellanza come il punto su cui rifondare la convivenza delle comunità, delle diversità, che hanno un tratto identitario comune nella struttura naturale dell’uomo che è animato da un cuore che aspira al Bene, alla Verità, alla conoscenza del Mistero che sottende tutte le cose.
In questo mondo arrivato sull’orlo del baratro Papa Francesco non ha proposto un programma politico, ma una passione per l’umano che nasce dalla fede che ricrea la comunità, che sostiene speranza e responsabilità, che rigenera la ragione in quanto tale. Per questo la Chiesa oggi è guardata come un riferimento anche da tanti non credenti ed è osteggiata invece violentemente da Poteri che vedono questa testimonianza come un attentato alla propria pretesa idolatrica, utilizzando la parodia delle contrapposizioni politiche per delegittimare la figura del Papa e per controllare il consenso.
La testimonianza di Papa Francesco, come quella dei Papi precedenti, ci ha fatto vedere che quando la fede è radicalmente vissuta diventa libera nel rapporto con il Potere, non cerca convenienze e non ha paura di urtarlo quando la dignità del singolo uomo non è affermata. Per questo la Chiesa, anche grazie a questa testimonianza, è tornata a essere un luogo attraente, sia per i non credenti che per i credenti.
In particolare, i cattolici che lo hanno seguito hanno potuto conoscere di più, attraverso la sua testimonianza, i caratteri affascinanti e rivoluzionari della presenza di Cristo oggi. Al contrario chi lo ha osteggiato è rimasto culturalmente vassallo del Potere dominante.
Il mondo oggi ha bisogno della Chiesa e quindi di umili testimoni che sostengono la speranza e la ragione dell’uomo.
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