Nella giornata di oggi la prefettura di Milano contava di riuscire ad ottenere lo sfratto della storica sede in via Watteau del centro sociale Leoncavallo, ma non appena giunto sul luogo l’Ufficiale giudiziario si è trovato davanti ad un sit-in di protesta di circa 200 persone che gli hanno impedito l’accesso e – soprattutto – di portare a termine il commissionato sfratto: dopo una manciata di minuti l’Ufficiale giudiziario ha lasciato la sede del Leoncavallo e il suo portavoce – Daniele Farina – ha informato gli occupanti presenti che “lo sfratto è stato rimandato al 19 marzo“, quando possiamo immaginare che si ripeterà in modo identico lo stesso copione a cui abbiamo assistito nella giornata di oggi.
Tornando brevemente indietro nel tempo – infatti – molti ricorderanno che il centro sociale Leoncavallo negli anni ha ricevuto più ingiunzioni di sfratto che nuovi iscritti, tanto che ad oggi se ne contano addirittura 130 consecutive; mentre a dare una svolta all’eterna questione potrebbero pensarci i proprietari dell’immobile – la famiglia Cabassi – che sono finiti al centro di un acceso scontro con il Viminale che si è concluso con la condanna di quest’ultimo al pagamento di 3 milioni di euro per non aver mai fatto rispettare l’ingiunzione a danno dei proprietari.
Scontro sulla nuova (ipotetica) sede del centro sociale Leoncavallo di Milano: la Lega si oppone e promette battaglia
Insomma, la partita del Leoncavallo si giocherà nuovamente il prossimo 19 marzo quando potremo finalmente scoprire se dopo più di vent’anni si riuscirà a sgomberare l’immobile; mentre nel frattempo si è aperto anche lo scontro relativo all’ipotesi – ventilata dall’amministrazione del sindaco Beppe Sala – di destinare una nuova struttura al centro sociale: “Se non si mettono a terra soluzioni alternative – ha spiegato oggi il portavoce Farina – l’unica che ci resta è presidiare questo spazio e farlo vivo così come per i trent’anni precedenti“, confermando che ad oggi non esistono indiscrezioni ufficiali sull’eventuale nuova sede.
Ipotesi – quella del trasferimento del Leoncavallo in una nuova sede – che ha già provato l’opposizione ferma del capogruppo della Lega nel consiglio comunale Alessandro Verri che ha acceso i riflettori su ipotetiche collocazioni “nelle aree di Porto di Mare o Rogoredo” per chiarire che è stata chiesta “un’interrogazione (..) per fare chiarezza sulla vicenda”: da un lato – infatti – la Giunta Sala “non può pensare di trattare la periferia sud est (..) come [una] discarica” e dall’altro lato “non possiamo pensare di premiare chi fino ad oggi ha abusivamente occupato uno spazio“.