LETTURE/ “Cento ripartenze”, quelle tracce di infinito nelle persone che incontriamo

- Gianni Mereghetti

Fatti e volti che ci mettono, fuori da ogni programma, su una via inattesa, aperta all’infinito. Sono le "Cento ripartenze" di Giorgio Paolucci

green pass minorenni (LaPresse)

Cento ripartenze (Itaca, 2022) è l’ultimo libro di Giorgio Paolucci, un libro in cui vengono raccontate storie di persone che dall’interno di situazioni drammatiche o di difficoltà hanno trovato uno spiraglio di positività, lo hanno attraversato e hanno ricominciato a vivere pienamente. Ciò che colpisce di questi racconti è la speranza che infondono: Paolucci con una scrittura essenziale va a intercettare le ragioni profonde di tutte le ripartenze che documenta. Una difficoltà a scuola, il carcere, una malattia, una crisi, una persecuzione, un martirio, tutto sembra precipitare ma d’improvviso una luce, un incontro e si apre una prospettiva di senso, una strada che porta salvezza, come sottolinea Daniele Mencarelli nell’introduzione: “Nella vita di ognuno di noi, almeno per un secon­do, compare non il volto, ma la mano che ci prende e ci mette su una via fatta di salvezza. Sta a noi, poi, percorrerla o meno. Il Suo amore si compie nella nostra libertà”. Qui sta il mistero e il segreto delle ripartenze raccontate da Giorgio Paolucci, il fatto che accade sempre qualcosa o qualcuno da cui la vita ricomincia con una prospettiva di senso.

Ciò che colpisce di queste “cento ripartenze” è il coinvolgimento personale e commosso dell’autore. Vi sono brani molto personali, racconti che fanno parte direttamente della sua vita, ma tutti hanno lo stesso timbro: ciò che accade di buono nella vita è per me. Per questo, e ciò colpisce tanto, si coglie nei racconti che è Giorgio Paolucci il primo a ricominciare. Così egli ci insegna un metodo che vale per la vita, a maggior ragione in questo momento, dopo due anni di pandemia in cui tutti, in un modo o nell’altro, siamo sfidati ad un nuovo inizio, a ricominciare con un orizzonte aperto a 360 gradi. Con il suo sguardo Paolucci è andato a cogliere il punto di ripresa dei suoi testimoni: sempre c’è un altro da cui si riparte, un altro con la a minuscola attraverso cui ci arriva l’Altro con la A maiuscola che ci trae dalla condizione di smarrimento o di difficoltà in cui siamo e ci apre al senso del vivere.

Per questo il libro di Paolucci è per l’oggi, è per questi tempi strani, perché ci suggerisce di guardare dentro il nostro piccolo mondo e di sorprendere persone piene di vita, legandosi alle quali si può trovare lo spiraglio di luce che è lì per ognuno di noi.

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