Due brillanti e rigorosi volumi di Osvaldo Baldacci accompagnano il lettore nell’esplorazione storica del conclave e nella comprensione della figura di papa
L’obiettivo di Osvaldo Baldacci nello scrivere i suoi due istant-book è dichiarato: fornire strumenti agili per comprendere come nasca un nuovo Papa, partendo dalla morte del predecessore, e arrivando a provare a capire come si svilupperà la Chiesa del nuovo Pontefice. Il tutto mettendo al centro i dati storici, anche attraverso gli aspetti curiosi che caratterizzano un tipo di divulgazione giornalistica che vuole comunque conquistare l’attenzione del lettore.
A ogni morte di Papa. Il Conclave. La scelta del nome. Le curiosità e Papa Leone XIV. Il Papa americano – entrambi editi da Odoya e pubblicati tra fine aprile e fine maggio – rappresentano una coppia ideale di volumetti su “il prima e il dopo” l’elezione del nuovo Papa, dove la parola chiave è “prima”, in quanto in entrambi i casi è centrale la ricerca di elementi che, provenendo dal passato, possano aiutare a comprendere il presente e almeno un po’ a leggere il futuro.
A ogni morte di Papa è concentrato sugli aspetti storici e procedurali – come detto però anche curiosi – che accompagnano la nomina di un nuovo Pontefice. L’autore inserisce il tutto nella storia della Chiesa, e se una parte è dedicata alle procedure del Conclave e al suo significato, una parte altrettanto consistente rivela invece una serie di aspetti a volte sorprendenti sulla figura del Papa nella storia.
Scopriamo così che Papa Leone XIV regnerà per il 267esimo pontificato, ma non è il 267esimo Papa: infatti Benedetto IX è stato “regolarmente” Papa per tre volte, rinunciando due volte e tornando due volte sul trono. Inoltre la storia antica e medievale riserva molte incertezze su cui la Chiesa continua a indagare e continua ad aggiornarsi, modificando anche la lista ufficiale dei Papi, e in qualche caso è stato eliminato persino un Papa che in realtà non era mai esistito.
Allo stesso modo veniamo a sapere che in realtà non esiste una vera lista ufficiale di Papi santi, per cui anche su questo ci sono incertezze e modifiche. Così come anche l’elenco dei nomi dei Papi riserva più di qualche sorpresa: solo dal mille il Papa cambia nome, ma questo non è un obbligo, e se spesso la scelta rappresenta già un’indicazione sulla direzione che il neo-eletto intende intraprendere, l’autore ci fa però notare che nelle numerazioni ufficiali non mancano errori, tanto che Giovanni XXIII non è stato il 23esimo Papa di nome Giovanni e Benedetto XVI non è stato il 16esimo Benedetto.
Leone invece è davvero il 14esimo con questo nome e questo ci porta al secondo libro, quello appunto dedicato al nuovo pontefice. Anche qui la storia è protagonista. L’autore infatti cerca di ricostruire la biografia di Robert Prevost, e attraverso questa dà l’impressione di comprendere come quest’uomo sia arrivato quasi inevitabilmente a essere scelto come Papa, con un curriculum lontano dai riflettori ma particolarmente corrispondente a quanto emerso dalle Congregazioni dei cardinali: un uomo a cavallo di più mondi, il primo Papa nordamericano ma fortemente rappresentante del mondo latino-americano, e inoltre formato in Europa; un missionario, un pastore, un vescovo e un uomo di governo; superiore generale dell’ordine agostiniano e alla fine del pontificato di Papa Francesco il cardinale incaricato di occuparsi delle nomine di tutti i vescovi del mondo.
Un uomo di grande umiltà e mitezza, caratterizzato – secondo chi lo conosce – dalla capacità di ascoltare, però pronto ad assumersi le responsabilità e a prendere decisioni. Il ritratto della persona Prevost si arricchisce poi di quelle che sono le indicazioni che vengono dalla storia: il libro è corredato da schede sui Papi di nome Leone, molti dei quali sono di ispirazione per Leone XIV, da Leone Magno, una cui reliquia è conservata nella sua croce pettorale, a Leone XIII, estensore della Rerum Novarum cui il nuovo Papa si è spesso richiamato.
Nelle pagine si trova anche una scheda proprio della Rerum Novarum, nonché un approfondimento sulla spiritualità agostiniana che tanto permea Leone XIV e nella convinzione dell’autore è fondamentale per comprenderlo.
In conclusione i due volumi forniscono davvero elementi utili a comprendere meglio la nomina del nuovo Papa, inquadrandolo però all’interno di un disegno più grande, che parte dalla continuità della storia della Chiesa e si proietta verso un futuro che ormai è già cominciato.
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