Claudio Sterpin torna a parlare del caso Liliana Resinovich: quattro anni dopo non si arrende e continua a chiedere giustizia per l'omicidio

Il caso di Liliana Resinovich è tornato protagonista della trasmissione Storie Italiane che da anni sta cercando di far luce su una vicenda complessa e intricata, inizialmente fatta passare – pur con parecchie lacune – come un suicidio e poi riaperta in seguito a una “super” perizia che ha permesso di escludere categoricamente l’ipotesi suicidiaria avvalorando quella di un omicidio: per parlare del caso di Liliana Resinovich è stato ospitato in trasmissione Claudio Sterpin, presunto amante della donna.



Partendo dal principio, è utile ricordare che attualmente l’indagine sulla morte di Liliana Resinovich verte attorno al marito – Sebastiano Visintin – ma, apparentemente, senza reali prove che siano state rese pubbliche dalla Procura: il legale di Sterpin a Storie Italiane ha spiegato che “adesso aspettiamo i risultati dell’incidente probatorio che secondo me saranno fondamentali e daranno esiti molto positivi”; ricordando anche che “noi abbiamo più volte contestato dall’inizio la lacunosità delle indagini”.



Liliana Resinovich, Sterpin: “Farò di tutto per assicurare i responsabili dell’omicidio alla giustizia”

Dal conto suo, il presunto amante di Liliana Resinovich ci ha tenuto a dire per l’ennesima volta che “farò di tutto perché i responsabili, perché non può essere uno solo, paghino“, riferendosi anche a chi “non ha fatto le indagini che avrebbe dovuto all’inizio, tentando per un anno e mezzo di suicidare Liliana con una teoria che potrebbe convincere solo uno scemo” e che qualsiasi “persona che ragiona con la testa” avrebbe negato fin dall’inizio.



Liliana Resinovich (Foto. Quarto Grado)

Secondo Sterpin, infatti, Liliana Resinovich sarebbe stata “pestata violentemente”, uccisa “il giorno 14” e tenuta “da qualche parte dove c’erano quei pollini d’ape di cui era piena”, fermo restando che “non c’è nessun modo per spiegare un suicidio in quel modo e in quel posto” che pullulava – e pullula – di cinghiali che avrebbero sbranato il corpo nell’arco di pochi giorni.

Guardando al futuro, infine, nella speranza che arrivare alla verità sull’omicidio, l’amante di Liliana Resinovich confessa di voler “scappare da Trieste per almeno un mese perché ho bisogno di riposare lo spirito e la mente” perché “mai avrei pensato tre anni fa di trovarmi in questa situazione, con Lilly che non c’è più e il magnifico futuro che immaginavo con lei svanito”.