MANOVRA 2020, ROAD MAP GOVERNO/ Emendamenti: plastic tax da luglio, Robin Tax al 3,5%

- Niccolò Magnani

Manovra 2020, road map del Governo: tempi strettissimi per il voto in Parlamento. Ultimi emendamenti: rinvio Sugar e Plastic tax, sale aliquota Robin Tax al 3,5%

ultime notizie Roberto Gualtieri, Giuseppe Conte e Luigi Di Maio in Parlamento (LaPresse)

Mentre il Premier Conte ha invocato per gennaio, dopo l’approvazione della Manovra 2020, una “verifica sul Governo” (per confermare le forze nella maggioranza e scoprire eventuali “cambi di rotta” di alcune forze a Palazzo Chigi), l’esecutivo ha presentato gli ultimi emendamenti in Commissione Bilancio al Senato. L’aliquota della Robin tax -. ovvero l’addizionale Ires per i concessionari di servizi – salirà al 3,5% con platea ridotta ai concessionari di autostrade, porti, aeroporti e ferrovie. Si corregge così l’emendamento unico presentato la scorsa settimana dopo il CdM e di fatto recepisce l’intesa raggiunta sulla stessa Legge Finanziaria; slitta a luglio la plastic tax (La nuova imposta è fissata a 0,50 centesimi al chilo e si applicherà a partire dall’estate, con l’incasso previsto che si riduce ancora a circa 150 milioni nel 2020), si modifica il Green New Deal mentre entrano nel pacchetto anche le Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026. Sale e non poco la “tassa sulla fortuna”, con altri 308 milioni di euro che serviranno a coprire i mancati introiti di Sugar e Plastic Tax (che partiranno da luglio, ndr): dal primo marzo si passa al 20% il prelievo sulle vincite oltre i 500euro, comprese le lotterie istantanee come i Gratta e Vinci.

MANOVRA 2020, IL PROBLEMA DELL’AGENDA

Il Governo dopo aver litigato praticamente per l’intero mese di novembre su Manovra, prescrizione, Ilva, Alitalia, Decreto Fiscale e in generale sull’abbassamento/rialzo delle tasse, ora si ritrova a rischiare per una mera questione “materiale”, ovvero il tempo. La Legge Finanziaria deve essere presentata in Gazzetta Ufficiale entro e non oltre il 31 dicembre 2019 per evitare di far scattare l’esercizio provvisorio (e il possibile spauracchio dell’aumento Iva) ma tra liti, frizioni e vertici-fiume di maggioranza le tempistiche per i passaggi in Parlamento sono davvero strettissime: la finanziaria da più di trenta miliardi si è arenata sugli ultimi 400 milioni nel “gioco dei veti” tra Italia Viva, Pd e Movimento 5 Stelle. Dopo il vertice di 28 ore filate di ieri si è arrivati ad un accordo di massima con tutti gli emendamenti che verranno presentati a pacchetto dal Governo alla Commissione Bilancio del Senato entro oggi pomeriggio: restano i punti di critica su plastic e sugar tax (Renzi parla si eliminazione totale e non di rinvio come invece richiedono Conte e Gualtieri, ndr) ma soprattutto resta il problema dei voti in Parlamento, pur utilizzando il quasi certo voto di fiducia per ridurre i tempi.

I TEMPI (A RISCHIO) DEL GOVERNO

L’ufficio di presidenza del Senato ha stabilito che l’esame degli emendamenti inizierà oggi alle 13 in Commissione Bilancio: si punta a chiudere i lavori entro mercoledì, annullando tutte le altre sedute sia oggi che domani. In questo modo, l’arrivo della Manovra 2020 sarebbe ufficialmente giovedì in Aula e già il giorno dopo, venerdì 13 dicembre, dovrebbe tenersi il voto di fiducia per poi trasmetterlo in fretta e furia alla Camera dei Deputati. Qui, come ha illustrato il Premier Conte al Presidente Mattarella nei giorni scorsi, Palazzo Montecitorio avrà un ruolo quasi da “spettatore”: come spiega bene l’Huffington Post, la maggioranza punta a due sole letture della legge di Bilancio «i tempi sono stretti e, se sforati, si andrebbe dritti in esercizio provvisorio. Per evitare la terza lettura, quindi, è necessario che la Camera dei deputati non modifichi nulla del testo che arriverà dal Senato». Mani legate per i deputati, tempi strettissimi per i senatori: dopo le liti, questo è il conto da “pagare” con le opposizioni che già parlano di scandalo e promettono battaglie, ben più ingente di quella che già lo scorso anno vedeva il Governo gialloverde nel mirino (ma all’epoca le tempistiche e i ritardi erano dovute alla lunga trattativa con la Commissione Europea per evitare la sanzione sulla Manovra). L’anno scorso il Pd presentò un ricorso alla Consulta per conflitto di attribuzione per contestare le modalità di approvazione della legge di Bilancio e il rischio è che anche quest’anno si possa arrivare, a parti invertite, ad una “mossa” simile. Il Presidente della Camera Roberto Fico questa mattina ha scritto alla collega del Senato, Maria Elisabetta Casellati, esprimendo «profonda preoccupazione» per i pochi giorni a disposizione del Parlamento per approvare la Legge di Bilancio, come noto la più importante legge dell’anno solare politico. L’anno scorso la discussione generale era iniziata a Montecitorio il 5 dicembre e il via libera con la fiducia era arrivato il 29 dicembre: quest’anno, iniziando ufficialmente il 12 dicembre il rischio fortissimo di sforare è realistico.





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