Le nozze tra Mps e Mediobanca non saranno un problema né un disastro per la banca di Nagel: il punto di Matteo Arpe sul risiko bancario e il sistema moderno
IL “RISIKO” BANCARIO VISTO DALL’EX MEDIOBANCA: “LE NOZZE CON MPS NON SARANNO DEVASTANTI”
Da ex Mediobanca l’attuale azionista di Banca Profilo ha la giusta esperienza e lungimiranza per poter guardare con “distacco” all’operazione con Mps senza considerarla come un male assoluto né la fine della banca “dominata” per decenni da Enrico Cuccia: e così dalle colonne de “La Stampa” è Matteo Arpe a prendere posizione sul “risiko bancario” in corso d’opera in questi mesi, sottolineando come non vi sarò «alcun problema dalle nozze tra Mps e Mediobanca».
Sebbene 20 anni e passa fa un’operazione del genere probabilmente non sarebbe mai neanche partita, con i manager che non l’avrebbero accettata, Arpe riflette sul fatto che non sarà comunque un disastro come viene oggi descritto dai detrattori di Monte dei Paschi: «non sarà una minaccia», anche perché i rischi ormai non si manifestano non tanto sull’identità dell’istituto bancario «ma sulla bravura del management di saperlo guidare».

L’acquisizione eventuale di Mps su Mediobanca non sconvolgerà il gruppo di cui faceva parte Arpe fino a qualche anno fa: «qui sono sempre stati i più bravi degli altri, ancora oggi è una grande scuola e resta il custode di Generali, il vero campione italiano». Sebbene le operazioni di questi mesi di Golden Power del Governo su alcuni passaggi del complesso risiko bancario non debbono creare grandi indignazioni, il banchiere riflette che vi deve essere un utilizzo accorto per evitare di «irrigidire il sistema».
MATTEO ARPE: COME È CAMBIATO IL MERCATO DELLE BANCHE E PERCHÈ OGGI QUESTA SCALATA È POSSIBILE
Secondo Matteo Arpe il vero punto di svolta di questa complessa e lunga fase di acquisizioni, offerte e “rigidità” nelle varie banche del Paese è dettato dalla spinta di un’innovazione di regole, tecnologia e redditività: ma soprattutto, è il poter considerare non più “impossibili” le operazioni non amichevoli, o quantomeno non concordate prima, tra due o più istituti di credito.
Sempre dall’intervista a “La Stampa” è l’attuale responsabile di Banca Profilo a fare il punto sul sistema generale, considerandolo come sempre più «maturo» e funzionante, e per questo che oggi occorre accettare l’idea che il sistema bancario sia dettato dalle logiche di mercato, «decide in sostanza chi ha le azioni».
Guardando ad esempi come Intesa San Paolo che si è saputo assumere il ruolo di “banca di sistema” anche grazie all’azionariato stabile, l’operazione di Mps su Mediobanca di Nagel non deve essere vista come una condanna ostile: l’investimento bancario come pratica, ad oggi, conclude Arpe, pesa meno rispetto a un “wealth management” e così non ci si può stupire sulle operazioni di Monte dei Paschi o della stessa Mediobanca su Banca Generali.

