Il famosissimo paroliere Mogol si è raccontato a La Stampa: la storica amicizia e collaborazione con Battisti nata per piacere a una donna

È un racconto intimo e profondo quello che il famosissimo paroliere Giulio Rapetti Mogol – dietro a un’enorme quantità dei più grandi successi della musica italiana, sempre nominato con il solo cognome – fa di se stesso sulle pagine del quotidiano La Stampa, mettendo in fila quasi un secolo (ad agosto ha compiuto 89 anni) di esperienze: anni che gli hanno insegnato – confessa fin da subito – che la cosa più importante per fare musica è non cercare mai di “indirizzare le masse” ma semplicemente “farne parte”.



Storica la relazione – ovviamente lavorativa – tra Mogol e Lucio Battisti con il quale ci tiene subito a chiarire a scanso delle tante voci che si sono susseguite negli anni che “non abbiamo mai litigato”: un aneddoto divertente del loro rapporto, però, il paroliere ci tiene a raccontarlo, ricordando che fu “per non dispiacere a una donna” che decise di avviare la collaborazione con Battisti, che – confessa – “non mi piacque la prima volta” che lo ascoltò.



Restando sul tema della musica, Mogol – incalzato sull’argomento – senza pensarci un attimo definisce Fiorella Mannoia “la più grande interprete italiana” addirittura superiore di Mina alla quale racconta di essere “affezionato” per il semplice fatto che “è più attuale” e ha saputo costruire anche una solida “credibilità del personaggio” al di là di quello che sale sui palchi e interpreta una canzone.

Mogol: “Della mia carriera rimpiango solo di non aver depositato ‘Quando Quando Quando'”

In ogni caso, comunque, Mogol non fatica a confessare di aver “ricevuto più di quanto ho dato” nel corso della sua lunga carriera e vita, con “tanta” fortuna che l’ha accompagnato permettendogli – oggi – di non avere alcun tipo di pentimento: fortuna che, però, si è accompagnata anche a un chiaro ed evidente talento, anche se il paroliere precisa che “averlo non è raro” visto che “basta studiare” e coltivarlo non appena lo si scopre.



Mogol e Lucio Battisti (foto web)

Non a caso, la carriera di Mogol iniziò per pochi spiccioli facendo “le versione italiana dei pezzi americani” e svoltò non appena iniziò a scrivere pezzi originali; mentre se dovesse scegliere un rimpianto sarebbe quello di aver ascoltato suo padre quando “mi impedì di depositare ‘Quando Quando Quando’ (..) per non strafare” visto che a breve una sua canzone sarebbe stata presentata a Sanremo, vedendosi poi strappato il successo da “Tony Renis” che la firmò – assieme ad Alberto Testa – al posto suo.