La Cassazione ha confermato la condanna ad un anno di reclusione, pena sospesa, per il professor Galanti in merito alla morte di Davide Astori
Accadeva esattamente sette anni e un giorno fa la morte del povero Davide Astori, difensore centrale della Fiorentina, nel giro della nazionale italiana. A soli 31 anni il cuore del calciatore smetteva di battere, lasciando un grande vuoto nella sua famiglia e nei suoi cari, oltre che nei tifosi. Una morte che purtroppo poteva essere evitata, visto che in seguito al decesso, l’autopsia scoprì che Davide Astori soffriva di una grave patologia cardiaca che purtroppo non gli era mai stata diagnosticata.
Nonostante i calciatori siano sottoposti a controlli periodici e vivano una vita decisamente salutare, nessuno aveva scoperto il problema al cuore del calciatore, ed è per questo che quella morte del 4 marzo 2018, in un albergo di Udine, fece ancora più rabbia. Lo ha confermato la Cassazione, che proprio in queste ore ha condannato in via definitiva, con un anno di reclusione (pena sospesa), Giorgio Galanti, ex direttore sanitario del reparto di medicina dello sport dell’ospedale Careggi di Firenze, accusato di omicidio colposo.
MORTE DAVIDE ASTORI, LA DECISIONE DELLA CASSAZIONE
Fu infatti lui a certificare l’idoneità sportiva di Davide Astori nel 2016 e nel 2017, non accorgendosi quindi della grave malformazione cardiaca del capitano della Fiorentina. Il medico è stato condannato anche ad un risarcimento maxi, pari ad un milione e 90 mila euro, di cui poco meno della metà, 490 mila euro, da destinare a Francesca Fioretti, la compagna del calciatore deceduto sette anni fa, nonché a Vittoria Astori, la figlia dei due.
I 600mila euro restanti, invece, andranno ai genitori della vittima nonché ai suoi fratelli. Soddisfatto l’avvocato di Francesca Fioretti, Alessio Mazzoli, che parla di una vittoria processuale anche se resta il dolore per una vita che poteva essere salvata “con una condotta diversa”.
MORTE DAVIDE ASTORI, LE PAROLE DELL’AVVOCATO DI GALANTI
Contrario invece Sigfrido Fenyes, avvocato che assiste il professor Galanti, secondo cui quanto deciso dalla Cassazione “scardina il canone di accertamento del nesso di causa”, affermando quindi che non è stato effettivamente trovata la causa che ha portato alla morte di Davide Astori. In ogni caso si è chiusa così una della pagine di sport senza dubbio più dolorose degli ultimi anni, una vicenda che aveva sconvolto il mondo del pallone, giunta nella mattinata di quella che sembrava una banale domenica di calcio di fine inverno, trasformatasi poi in un fine settimana di lacrime e dolore.
In queste ore sono stati moltissimi coloro che hanno ricordato il calciatore, a cominciare dalla Fiorentina, che attraverso i propri social ha pubblicato il messaggio “sempre con noi”, ma anche la Roma, e il Cagliari, senza dimenticarsi del Milan, dove Astori era cresciuto. Si sprecano poi i messaggi dei calciatori che hanno potuto condividere lo spogliatoio con l’ex capitano della Viola, a cominciare da Gigi Buffon, che ha pubblicato una bella foto di lui insieme al defunto: una pagina di sport che forse oggi fa un po’ meno male, ma che non dimenticheremo tanto facilmente.