La mozione unitaria di Pd, M5s e AVS per riconoscere lo Stato di Palestina: cosa c'è dietro il documento di Schlein, Conte & Co che ‘ricompatta‘ il campo

“RICONOSCERE LA PALESTINA”: IL CAMPO (MENO) LARGO SFIDA IL GOVERNO E ISRAELE

La spaccatura del Pd al voto in UE sul riarmo pesa ancora e la segretaria Elly Schlein prova a ricompattare le correnti in vista del delicato passaggio Comunali-Referendum di fine maggio: occorre leggerla anche in questa veste la mozione unitaria presentata ieri dai leader del Centrosinistra in merito al riconoscimento da attuare dello Stato di Palestina. Una proposta che permane a livello internazionale ormai da decenni, al culmine della guerra nella Striscia di Gaza viene rispolverata da alcuni Paesi in Europa (su tutte la Francia di Macron) e ora anche dalle opposizioni di sinistra in Italia, per contrastare la posizione del Governo Meloni in sostegno allo Stato di Israele.



«Per voler suscitare dibattito in Parlamento», spiega Elly Schlein nel presentare ieri in conferenza stampa congiunta la mozione sul riconoscimento della Palestina, ma con il più che probabile intento “segreto” di ricompattare un campo largo tutt’altro che unanime sui tanti dossier internazionali aperti. Il risultato è un documento in 11 punti sottoscritto da Pd, M5s, AVS per richiedere l’impegno dell’Italia nel riconoscere lo Stato di Palestina secondo i confini tracciati nel 1967. Non solo, la mozione della sinistra “unita” richiede la condanna totale dello «sterminio a Gaza», la liberazione degli ostaggi israeliani in mano ad Hamas, la fine dell’occupazione della Cisgiordania e la piena condanna dei «crimini di guerra» del Governo Netanyahu a Gaza.



SCHLEIN RIUNISCE LA SINISTRA MA PERDE IL CENTRO: COSA SUCCEDE SULLA MOZIONE “UNITARIA”

Accusata a più riprese in passato di aver lasciato un “doppio standard” sulla guerra in Medio Oriente, senza chiarire al meglio la reale posizione del Partito Democratico, la leader Schlein – accanto a Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli – prova a riunire le vaie anime progressiste per condannare l’aggressione di Hamas del 7 ottobre 2023 ma anche di condannare «l’apocalisse umanitaria» in corso all’interno della Striscia.

Secondo I leader della sinistra italiana la responsabilità è tutta delle scelte di Netanyahu e del suo governo di «estrema destra», accusandoli inoltre di aver promosso una deportazione forzata del popolo palestinese via da Gaza e dalla West Bank. Dal punto di vista squisitamente politico, al di là della legittimità di prendere posizione su un tema chiave come il futuro del Medio Oriente in guerra, occorre osservare come la mozione unitaria sia nata appena qualche giorno dopo che il segretario della CGIL Maurizio Landini aveva lamentato la scarsa presenza delle opposizioni sul dibattito contro le politiche di Israele.



E così ancora una volta negli ultimi mesi è dal radicale sindacato “rosso” che giunge la spinta per l’azione politica di Largo del Nazareno: la parola d’ordine è “tregua” non dalla guerra ma dalle tensioni interne alla sinistra, provando così a unirsi per battere un Centrodestra – al momento al top nei consensi nazionali – nei prossimi appuntamenti elettorali.

Dopo le divisioni per il piano di riarmo, dopo la freddissima reazione dell’ala centrista per il sostegno di Schlein & Co. ai referendum contro le riforme del Governo Renzi (leggasi Jobs Act), ecco la mossa che tenta di ricomporre le fratture interne tra dem, AVS e il M5s di Conte, quest’ultimo appena qualche giorno fa in piazza per marcare differenza dal Partito Democratico sul tema guerra in Ucraina.

Se è vero che la mozione sulla Palestina è servita per ricompattare sul dossier l’area più progressista della sinistra, al contempo la mossa di Schlein e Conte rischia di lasciare spaccature interne con l’ala più centrista e riformista, che è maggiormente legata politicamente allo Stato di Israele.

A non digerire il documento in 11 punti che non propone niente di nuovo se non il riconoscimento dello Stato palestinese, il presidente della Comunità Ebraica di Roma (Victor Fadlun) che all’ANSA lancia un monito alla sinistra italiana accusandogli di un atto di «propaganda ideologica» costruito per accusare l’unico baluardo occidentale in Medio Oriente, per l’appunto «Israele». Secondo il capo della comunità ebraica la mozione di Schlein e il resto della sinistra è una sostanziale «prova di disprezzo per la realtà».