La Nigeria resta uno dei Paesi in cui i cristiani vengono più perseguitati: le donne subiscono rapimenti, stupri e matrimoni forzati senza poter reagire
In questi anni dove la guerra è tornata a bussare alle porte dell’Europa e del mondo occidentale, continua, sempre sottotraccia, quella “terza guerra mondiale a pezzi” che Francesco aveva più volte denunciato durante il suo Pontificato. Insieme a questa, continuano altresì le persecuzioni dei cristiani in tutto il mondo. Tra i tanti Paesi dove il sangue dei cristiani continua a bagnare il suolo, la Nigeria è uno dei teatri di violenza principale.
Nel Paese, dove i cristiani sono circa il 50 per cento della popolazione, ci sono varie forme di discriminazione: “le principali difficoltà relative alla mancanza di libertà religiosa – e di princìpi democratici – che i cristiani devono affrontare nella Nigeria settentrionale sono le seguenti: nel nord la Costituzione riconosce il codice della shari’a, mentre nel sud è applicato il codice penale; le ragazze e le donne cristiane subiscono rapimenti, stupri e matrimoni forzati con poche o nessuna possibilità di fare ricorso alla legge” (Acs). Secondo il rapporto International Society for Civil Liberties and Rule of Law (Intersociety), dall’inizio del 2025 7000 cristiani, colpevoli solo di essere tali, sono stati uccisi in Nigeria, principalmente da gruppi jihadisti.
Oltre a uno dei più gravi attacchi, risalente alla Vigilia di Natale 2023, quando persero la vita 300 cristiani (più alcune centinaia di feriti), uccisi contemporaneamente in 20 villaggi diversi. Quel fatto rivelò una certa “persecuzione sistemica” o “programmata”, data l’organizzazione e la simultaneità del fatto. Più recentemente, a giugno, in seguito all’attacco di miliziani nello stato di Benue, hanno perso la vita circa 200 fedeli. Ci sono però stati altri episodi: il 10 luglio è stato attaccato il seminario dello stato di Edo, dove è stato ucciso un Membro del Corpo di Protezione Civile e sono stati rapiti tre seminaristi minorenni. Questo attacco è eco di un attacco simile di pochi mesi prima, a marzo 2025, quando fu rapito il rettore del seminario e uno dei seminaristi fu ucciso.
Ascoltando i fatti e leggendo i numeri, tornano alla mente le parole che il Santo Padre ha rivolto ai membri delle agenzie della ROACO (Riunione delle opere per l’aiuto alle Chiese Orientali): “La storia delle Chiese cattoliche orientali è stata spesso segnata dalla violenza subita […] oggi la violenza bellica sembra abbattersi sui territori dell’Oriente cristiano con una veemenza diabolica mai vista prima”. Certamente la Nigeria non è un Paese catalogabile nell’Oriente Cristiano, ma la veemenza diabolica sembra essere la medesima, soprattutto quando vengono colpiti i seminari. Ma mentre tanti fratelli cristiani continuano a morire pur di non abbandonare la loro fede (dunque pur di non abbandonare Cristo), monito per tutto l’Occidente, tornano alla mente le uniche parole di speranza davanti alla malignità delle persecuzioni: “Non prevalebunt”. (Mt 16,18).
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