Il caso del Ponte sullo Stretto si è già sgonfiato: il tour antimafia di Salvini e i chiarimenti col Quirinale. Ecco come cambierà la norma anti-illegalità
I CHIARIMENTI COL QUIRINALE E L’ANNUNCIO DI UN “TOUR” PER ILLUSTRARE LE VERIFICHE ANTIMAFIA PER IL PONTE SULLO STRETTO
Il “caso politico” del Ponte sullo Stretto è durato più sui giornali che non nella realtà pur complessa e turbolenta della politica: dopo i rilievi del Quirinale sulla norma antimafia contenuta nel Decreto Infrastrutture, la Lega di Matteo Salvini ha deciso di preparare un emendamento a parte da discutere in Parlamento per migliorare (senza eliminare) la regole di un controllo centralizzato al Viminale su tutte le eventuali infiltrazioni mafiose.
Gli obiettivi permangono due: velocizzare l’iter per realizzare entro il 2032 la più grande opera infrastrutturale d’Europa, e dall’altro evitare che i cantieri e la futura gestione del Ponte sullo Stretto fra Messina e Reggio Calabria possa vedere primeggiare una o più cosche mafiose. Secondo il Presidente della Repubblica – che ha fatto stralciare la norma in questione dal Dl approvato in Consiglio dei Ministri – la legislazione corrente giù prevede una più che adeguata fase di controllo antimafia per le infrastrutture; secondo invece il MIT di Salvini e il Viminale di Piantedosi, la possibilità di centralizzare le verifiche dovrebbe permettere sia la lotta all’illegalità che procedure più spedite e meno ostacolate da cavilli e burocrazia.
Il caso politico però s è sgonfiato quando dal Carroccio è arrivata la conferma di un dialogo diretto del Ministero e dello stesso vicepremier con il Quirinale: intervenuto dal Festival dell’Economia a Trento, il segretario della Lega ha sottolineato come l’interlocuzione con il Colle sul tema del Ponte (e non solo) «è diretta», con il Parlamento che dovrà trovare una modalità adatta «per garantire che ci siano controllo e trasparenza».
Al netto delle forti critiche piovute a sinistra contro la realizzazione del Ponte fra Sicilia e Calabria – accusando il Ministero dei Trasporti di non evitare che terreni e appalti sull’infrastruttura possano andare a rappresentanti vicini alle cosche – è lo stesso Salvini a rispondere direttamente tramite una nota del MIT: «siamo al lavoro per il tour anti-mafia nei prossimi giorni in vista dei lavori del Ponte sullo Stretto».
COME POTRÀ CAMBIARE IL DECRETO SUL PONTE: L’ANNUNCIO DEL MINISTRO SALVINI
In estate scatteranno i primi cantieri per la realizzazione del Ponte, e in risposta alle critiche sulla poca chiarezza per i controlli antimafia il Ministro delle Infrastrutture annuncia cosa spiegherà alle comunità di Messina e Reggio Calabria per ribadire il massimo impegno nel contrasto di ogni criminalità, «in occasione della più rilevante opera infrastrutturale immaginata in Europa nei prossimi anni». Nello specifico, il Governo con il MIT e il Viminale sta preparando in fase di conversione di legge del Dl Infrastrutture una serie di norme atte a fortificare il controllo centralizzato per ogni potenziale infiltrazione.
Al netto di ciò, conclude Salvini, si è comunque aperti con massima disponibilità per accogliere ogni tipo di suggerimento atto a «migliorare i già ottimi passi in avanti sulla governance», in modo da tutelare sempre di più i cittadini sia sul fronte pedaggi che per la gestione dei porti. In attesa di capire cosa poi nello specifico dirà Salvini all’interno del “tour antimafia”, le discussioni sul Ponte sullo Stretto proseguono con però il tentativo del Governo di non andare allo scontro con il Quirinale.
LE PAROLE DEL MINISTRO PIANTEDOSI: “ERRORE DI METODO” CHE NON DISTOGLIE PERÒ IL PIANO ANTI-CRIMINALITÀ
Lo ha fatto capire la Lega usando toni pacati e presentando una nuova norma migliorativa su quella precedente, ma lo ha detto anche il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi in merito alle rigorose regole che permangono nel controllo contro ogni infiltrazione mafiosa: «siamo tutti orientati a creare il sistema migliore, e lo faremo, per preservare l’opera da interessi criminali», anche se il capo del Viminale ammette qualche sbavatura di metodo in questi primi mesi di preparazione al Ponte sullo Stretto. Il Ministro Piantedosi sottolinea di aver accelerato normative e iter informativi che non hanno creato una perfetta comunicazione e di questo si è scusato intervenendo al Festival di Trento.
In sostanza, il Governo ha avuto un «deficit di comunicazione» che viene ascritto alla stessa volontà del Ministro di realizzare una cornice di sicurezza: un modo di accettare dunque alcune critiche e rilanciare però il contenuto chiave dell’intera norma antimafia. Nonostante «l’errore di metodo» che Piantedosi ammette di aver commesso, il Governo conferma di essere «assolutamente inflessibili nell’innalzare una barriera granitica rispetto ad ogni infiltrazione potenziale di criminali» sulla realizzazione del Ponte sullo Stretto.
