Psg in finale di Champions League/ Spesi 1,3 miliardi: e il Fair Play Finanziario?
Il Psg è in finale di Champions League per la prima volta nella sua storia: per arrivarci ha speso 1,3 miliardi di euro negli ultimi nove anni. Che fine ha fatto il Fair Play Finanziario?

Domenica il Psg contenderà la Champions League al Bayern Monaco. Dopo anni di delusioni e clamorose eliminazioni (1-6 dal Barcellona dopo il 4-0 dell’andata, 1-3 interno contro il Manchester United avendo vinto 2-0 a Old Trafford), il club dello sceicco Nasser Al Khelaifi ce l’ha fatta: per la prima volta nella sua storia giocherà la finale della più importante coppa europea, diventando la quinta squadra francese a centrare l’obiettivo (le altre: Stade de Reims, Saint Etienne, Marsiglia e Monaco; solo l’Olympique ha alzato il trofeo). Sulla Gazzetta dello Sport, Carlo Laudisa sottolinea le spese folli della società: in nove anni il Psg ha messo sul piatto 1,3 miliardi di euro per dominare in Francia ma uscire prematuramente dalla Champions League. Ci è voluta una pandemia (si scherza) e una formula del tutto rivisitata (qui si fa sul serio, anche se vale per tutti) per portare la squadra della capitale francese a giocarsi il titolo più ambito.
PSG IN FINALE DI CHAMPIONS LEAGUE: SPESI 1,3 MILIARDI
Inevitabile dunque che il discorso riguardi il Fair Play Finanziario. Che fine ha fatto? La Uefa lo aveva ideato più che altro perché le società indebitate riuscissero a sopravvivere rilanciandosi nel calcio che conta. Da questo punto di vista forse Alexander Ceferin, oggi presidente della Federazione europea, è riuscita nel suo intento ma rimane il rovescio della medaglia: sulla carta, il FPP avrebbe dovuto fare da monitoraggio sulle spese folli, una sorta di monte salariale che è regolarmente in uso nelle leghe di oltre oceano. Impossibile realizzare lo stesso progetto qui, ma l’idea era qualcosa di simile. In certi casi si è intervenuti (ricordiamo il calciomercato bloccato ad alcune big, ultima delle quali il Chelsea) e la cosa ha toccato anche l’Italia – Inter e Roma sono finite sotto la lente d’ingrandimento della Uefa, al Milan è stata tolta la possibilità di giocare in Europa (anche se poi sono stati gli stessi rossoneri a rinunciare). In molti altri invece no, è storia recente per esempio l’incredibile dietrofront sull’esclusione del Manchester City dalle coppe.
Da qui allora la riflessione: davvero il Fair Play Finanziario vale per tutti? Solo per Neymar e Kylian Mbappé il Psg ha speso un totale di 402 milioni di euro, e peraltro il trasferimento del brasiliano dal Barcellona era stato inizialmente bloccato dalla Liga, proprio perché si pensava che potesse violare le regole in vigore. Oltre a loro, ci sono naturalmente tutti gli altri acquisti milionari: da una parte, i risultati che Paris Saint-Germain e Manchester City (mai nemmeno in finale di Champions League) hanno centrato nell’era degli sceicchi lasciano intendere che, fortunatamente, nel calcio come nello sport in generale non è sempre il più ricco a vincere. Dall’altra però non si può fare a meno di pensare che qualcosa vada rivista. Laudisa conclude la sua analisi parlando di Leo Messi, che avrebbe manifestato l’intenzione di lasciare il Barcellona: il giornalista si augura che la battaglia per l’argentino, che al momento vedrebbe coinvolti lo stesso Manchester City e l’Inter, si possa giocare ad armi pari almeno secondo le imposizioni del Fair Play Finanziario, e non sia già decisa in partenza.
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