Emilia Galante Sorrentino, pm minorile che ha rilasciato un’intervista ai microfoni del quotidiano “Il Mattino”, ha parlato della piaga della delinquenza minorile, sottolineando come per molti giovani la salvezza sia rappresentata dall’allontanamento dalle loro famiglie d’origine. Alla luce dell’esperienza quotidiana sedimentata in questi anni, Galante Sorrentino si è chiesta: “Quando il bambino partecipa al confezionamento di bustine (di droga, ndr), che ragazzo verrà fuori? Un potenziale delinquente. L’alternativa è collocarlo in comunità, anche fuori regione, in modo che possa conoscere una realtà a lui sconosciuta”.
Il punto è che “quando ci sono scenari del genere, improntati a una cultura dell’illegalità o a una struttura mentale segnata da valori distorti, dovremmo essere più incisivi e chiedere più spesso l’allontanamento dei figli dalle
famiglie di origine. Da madre e da cittadina, prima ancora che da magistrato minorile, so perfettamente quanto è grave ciò che sto dicendo, ma si tratta di interventi che lo Stato deve mettere in campo nell’esclusivo e preminente interesse del minore”.
PM GALANTE SORRENTINO: “COSÌ SALVIAMO I GIOVANI DALLA MALAVITA”
In alcuni casi, ha aggiunto il pm Galante Sorrentino a “Il Mattino”, il destino sembra segnato, ma “abbiamo il dovere di fornire un’alternativa agli occhi del ragazzino: formazione, sport, ricreazione, lavoro, passione per le cose belle che la vita e la società sanno offrirci”. Il feedback relativo a interventi di questa natura è oltremodo positivo, tanto che, come ha asserito l’intervistata, “alcuni colleghi del nostro ufficio hanno di recente incontrato dei ragazzi che da qualche anno erano stati trasferiti in Emilia-Romagna“.
Quei giovani, ha spiegato Galante Sorrentino, “ci hanno ringraziato. È stato un momento molto toccante per tutti, perché ci hanno detto che si sentivano salvati dal nostro intervento, dal momento che – nei loro nuclei familiari – avrebbero avuto una vita segnata, destinata a uno sbocco negativo”.
PM GALANTE SORRENTINO: “ECCO COSA FANNO I GIOVANI SOTTRATTI ALLA MALAVITA”
Il pm Galante Sorrentino ha affermato che i giovani sottratti a una vita in stile Gomorra e trasferiti in comunità studiano, fanno sport, viaggiano, imparano lingue, apprendono mestieri, conducono una vita al riparo dalla droga,
dalle faide, dallo sfruttamento, dalla violenza: “In alcuni casi, l’intervento dello Stato, per quanto duro possa sembrare, rappresenta una chance formidabile per sradicare i cittadini di domani da contesti a rischio. È necessario che, dopo l’intervento del magistrato, subentri la risposta formativa, altrimenti la frustrazione del minore è doppia e il nostro intervento è controproducente”, ha specificato Galante Sorrentino.
Su “Il Mattino”, il vescovo Mimmo Battaglia insiste sulla necessità di credere nel patto educativo: “Tutto ciò che va in
questa direzione è auspicabile – ha chiosato Galante –. Sono convinta dell’importanza di rispondere ogni giorno all’appello del vescovo don Mimmo Battaglia. E lo dico anche alla luce della ripetuta richiesta fatta dal nostro ufficio a fare in modo che scuole e famiglie segnalino i casi di maggiore criticità, per una prevenzione reale, capace di evitare episodi drammatici come quelli che scandiscono la nostra cronaca”.