“Mariam concentrati, se puoi!” aveva detto Marco, interrompendo il lavoro che stava facendo, identificare i punti fondamentali del capitolo di storia. Era la Rivoluzione americana l’argomento che stavano affrontando insieme, quel pomeriggio al centro di aiuto allo studio, perché Mariam avrebbe dovuto affrontare una verifica la settimana successiva.
“Va bene” aveva risposto seccamente Mariam, ma Marco si era fermato e l’aveva fissata negli occhi, severo ma anche un po’ seccato.
“Cosa c’è?” le aveva chiesto dopo una pausa di trenta secondi. “Ti conosco e non puoi prendermi in giro, questa tua distrazione nasconde qualcosa. Vuoi parlarne? Se vuoi, sono qui, sentiti libera” aveva discretamente insistito Marco.
“Qui uno non si può tenere le cose per sé?!” aveva reagito la ragazza.
“Va bene, niente, come vuoi, torniamo alla rivoluzione” aveva allora detto Marco accingendosi a riprendere dalla Dichiarazione di indipendenza.
“Non ce la faccio più” aveva invece ripreso a dire Mariam “non ce la faccio proprio più” e si era messa a piangere d’improvviso. Marco le si era avvicinato e le aveva accarezzato la testa chiedendole scusa, se era stato invadente. Aveva aggiunto che avrebbero ripreso la lezione e di non preoccuparsi, non voleva più sapere da dove venisse la sua distrazione.
“No! No!” aveva allora quasi gridato Mariam “non è con lei che ce l’ho, anzi la ringrazio di aver capito che non sto bene! Almeno uno che si interessa a me.”
“Che cosa c’è?” aveva ripreso Marco “se posso fare qualcosa io ci sono.”
“È che tutto va male”. Mariam si stava lasciando andare. “Le amiche mi hanno tradito, sparlano di me, la famiglia è un disastro, quanto alla scuola lo sa bene lei, sto andando da schifo!”
“Su, non esagerare” le aveva risposto Marco “non è proprio come tu dici, certo ci saranno cose che non funzionano, ma tu hai una forza interiore che le saprà affrontare tutte!”
Mariam a quel punto se ne era uscita con un improvviso “ma la vita ha senso?”, come se non avesse ascoltato questo tentativo di rassicurarla.
Marco era rimasto a bocca aperta. Non si aspettava questa domanda, credeva che Mariam volesse spiattellargli tutta la sua delusione, invece nulla di tutto questo. Aveva fatto irruzione la domanda che parte dal cuore, che sfida anche le situazioni più difficili, la domanda sul senso del vivere.
“Tu lo sai che io ti risponderei di sì, ma c’è qualcosa di più importante della mia risposta.”
“E che cosa?” aveva chiesto incuriosita Mariam, che si aspettava che Marco la rassicurasse, mentre Marco non aveva avuto questa intenzione fin dall’inizio.
“Tu e la tua domanda” aveva detto Marco in modo un po’ ermetico, ma avendo visto sulla faccia di Mariam una smorfia di incomprensione aveva aggiunto: “Che tu ti lasci prendere dalla domanda che hai fatto e ci vai fino in fondo.”
“E lei?”
“Io ti accompagnerò a prendere sul serio la domanda che hai. Non ti darò risposta, la cercherò con te.”
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