Sara doveva preparare molte pagine di Dante per la scuola e non pensava di farcela, in realtà lei conosceva bene, ma Dante le rimaneva antipatico
Dobbiamo fare tutto Dante!” aveva detto Sara sbattendo davanti a Mauro il libro di letteratura. “Che cosa c’è?” aveva risposto l’insegnante del centro di aiuto allo studio, dove la ragazza si era recata dopo la scuola.
“Niente, niente!” aveva reagito Sara forse essendosi resa conto di avere esagerato. “Fammi vedere quello che hai da fare” aveva allora detto Mauro prendendo il libro e incominciando a sfogliarlo a casaccio, in quanto non sapeva neanche lui cosa dovesse cercare.
“Sono stanca, sono proprio stanca” aveva confessato a bassa voce la ragazza, “non so perché ma quest’anno sono proprio stanca. Non lo dica ai miei!” e aveva dato un’occhiata a Mauro che non si era per nulla impaurito.
“E perché non dovrei dirlo ai tuoi?” aveva chiesto l’insegnante incuriosito da questa sottolineatura, che per lui non aveva valore in quanto non aveva nessuna intenzione di rivelare qualcosa che rimaneva tra loro.
“Non capirebbero!”
“E lo dici a me perché pensi che io capirei?” aveva replicato Mauro.
“Io lo so che tu capisci! Io qui ho trovato persone che mi capiscono, per questo mi sento libera di dire che sono stanca. In altri posti, ma anche in famiglia non lo farei mai, perché so che non mi capiscono e hanno già la risposta pronta.”
Mauro aveva incassato la stima ma non aveva voluto commentarla, era una cosa così personale che rimaneva nell’ambito dell’esperienza che la ragazza faceva, non c’era bisogno di altro.
“Fammi vedere quello che hai da fare.” Aveva chiesto Mauro alla ragazza che non sapeva bene che cosa l’insegnante le aveva assegnato, per cui aveva dovuto maneggiare sul suo cellulare ed entrare nel registro elettronico per vedere le pagine da studiare. Una volta acquisite le indicazioni Mauro aveva dovuto constatare che Sara avrebbe dovuto preparare tutta la vita di Dante e gli aspetti fondamentali delle opere principali. Poi le aveva chiesto se non avesse dovuto studiare dei testi e la ragazza non aveva saputo dire gran che, se non che avrebbe chiamato una sua amica.
“Eh sì” aveva detto un po’ sconsolata dopo la telefonata “alcune poesie della Vita Nuova e il primo canto della Divina Commedia.” A sua scusante la ragazza aveva comunque detto che alcune cose le sapeva già e aveva raccontato a Mauro la storia di Beatrice e di Virgilio.
“Le sai bene” aveva commentato Mauro e poi le aveva chiesto se non avesse studiato anche altro, e Sara si era messa a raccontare tutta la vicenda politica di Dante, ottenendo un nuovo “brava” dall’insegnante, sempre più meravigliato e quasi convinto che la reazione iniziale fosse stato uno sfogo, nulla più.
A questo punto Mauro aveva preso in mano la situazione e aveva percorso con la ragazza tutta la biografia di Dante per poi andare a identificare la struttura portante delle opere principali. Ancora sorpreso, Mauro aveva dovuto constatare che Sara conosceva i testi per il semplice motivo, come aveva confessato lei stessa, che aveva seguito le spiegazioni dell’insegnante.
“Perché quel lamento iniziale?” aveva allora detto Mauro che aveva con sua grande soddisfazione dovuto appurare che la ragazza era pronta, sì, c’era qualche piccolo punto da precisare, ma Dante lo sapeva e bene!
“Non mi piace, questo è il problema, non capisco neanche perché me lo fanno studiare! A me non interessa un viaggio nell’aldilà, voglio vivere qui!” aveva risposto Sara comunicando la vera questione. “E non dirmi che spiega la vita, come sostiene la mia prof, perché la mia vita proprio no, non la spiega!”
Mauro aveva avuto dei sospetti, ora la questione era uscita allo scoperto, che dire? Che quella di Dante è una gran poesia? Che coglie l’umano? Che sa avvertire le dimensioni più profonde dell’esistenza? Mauro non aveva volutamente percorso questa strada, aveva chiesto alla ragazza perché Dante non le piacesse né suscitasse il suo interesse.
Sara era stata presa in contropiede, non si aspettava questa domanda e non sapeva come rispondere. Aveva bofonchiato qualcosa che era rimasto incomprensibile, ma di fatto non sapeva le ragioni della sua antipatia per Dante.
“Va be’!” aveva allora detto Sara come ad indicare che avrebbe cambiato il suo giudizio.
“No, no!” aveva obiettato con decisione Mauro. “Non cambiare idea, cerca di capire perché non ti piace, perché non ti interessa. Prenditi sul serio e vai a fondo del contraccolpo che hai avuto. A me non preme che tu dica che Dante è affascinante, ma che tu faccia un lavoro su te stessa. Prova di farlo e ne riparliamo!”
Mauro si era alzato e l’aveva salutata, facendole promettere che avrebbe cercato di capire perché Dante le era così indigesto.
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