Sondaggi in Germania: la CDU di Merz cresce al 28%, spinta dalla svolta sulla difesa europea e dalla mediazione tra USA, Iran e Israele

I sondaggi in Germania pubblicati tra il 16 e il 20 giugno mostrano un panorama politico in movimento, con la CDU-CSU che sale al 28% (+1), seguita da un’Afd stabile al 23%; il Partito Socialdemocratico (SPD) scivola al 16%, i Verdi restano all’11%, mentre la Linke torna al 9%. FDP e BSW si fermano al 4%, restando sotto la soglia di sbarramento e in un contesto contrassegnato da tensioni geopolitiche e nuove priorità strategiche, il dibattito interno si concentra sempre più sul tema della difesa, riaprendo discussioni che sembravano archiviate, come quella sulla reintroduzione della leva obbligatoria.



A rilanciare la proposta è stato Markus Söder, leader della CSU, che ha ribadito l’urgenza di ripensare il sistema di difesa tedesco in chiave strutturale: secondo Söder, coscrizione e servizio civile rappresentano “il futuro del Paese”, soprattutto in un momento in cui le minacce esterne non possono più essere considerate astratte e durante una recente riunione della direzione del partito, ha ribadito che la Bundeswehr ha bisogno di nuovi soldati, chiedendo un rafforzamento completo delle forze armate, anche attraverso un sistema antimissile ispirato all’Iron Dome israeliano, non solo per Berlino ma per l’intero territorio nazionale.



Queste dichiarazioni si inseriscono in una più ampia strategia di riorientamento del blocco conservatore, guidato da Friedrich Merz, che ha recentemente rivisto alcune posizioni del partito, inclusa la rigidità sul freno al debito. Alla luce degli investimenti richiesti per garantire la sicurezza tedesca – stimati tra i 1 e i 1,5 trilioni di euro nei prossimi 12 anni – anche la CDU si apre ora alla possibilità di modificare la Costituzione per rendere sostenibili spese straordinarie e non è un caso che i sondaggi in Germania indichino una visibile polarizzazione dell’elettorato, con un ritorno di fiducia nel centrodestra e una frammentazione accentuata delle forze minori.



Sondaggi in Germania: Merz chiede trattative con l’Iran, Berlino media tra escalation militare e diplomazia regionale

I sondaggi in Germania confermano che l’opinione pubblica segue con particolare attenzione gli sviluppi internazionali, soprattutto dopo gli attacchi americani contro obiettivi nucleari iraniani: il cancelliere Merz, pur dichiarando il pieno sostegno alla sicurezza di Israele, ha invitato l’Iran a riaprire i canali diplomatici con Washington e con lo stesso governo israeliano ma posizione di Berlino, articolata e non priva di ambiguità, riflette il tentativo di equilibrare le alleanze storiche con l’esigenza di non compromettere la stabilità dell’intera regione.

La Germania, come membro centrale dell’Unione Europea, ha cercato fino all’ultimo di favorire una soluzione negoziale, ma la frattura tra le parti ma all’interno del Bundestag si sono espressi punti di vista divergenti: Jürgen Hardt, della CDU, ha giustificato l’azione americana come “prevedibile” dopo il fallimento delle trattative multilaterali, ribadendo come l’intervento possa rallentare di anni lo sviluppo del programma nucleare iraniano a beneficio della sicurezza occidentale.

Al contrario, Rolf Mützenich, militante nell’SPD, ha espresso preoccupazione per le ricadute sulla cooperazione internazionale, affermando che la militarizzazione delle crisi sta mettendo a rischio il lavoro costruito negli ultimi decenni; nel frattempo, il governo tedesco ha evacuato centinaia di cittadini dalla Giordania e da Israele e ha avviato operazioni più complesse in collaborazione con l’esercito per garantire la sicurezza dei connazionali.

Anche in questo caso, i sondaggi in Germania indicano un’opinione pubblica spaccata: cresce il favore verso un ruolo più attivo sul piano della sicurezza, ma rimane forte la richiesta di una leadership diplomatica che riporti equilibrio nello scenario mediorientale.

Sondaggi in Germania: l’SPD si spacca sul “manifesto russo”, espulso Stegner mentre Merz rafforza il profilo della CDU

Sondaggi in Germania sempre più favorevoli al cancelliere, che continua a guadagnare consensi anche grazie alla percezione di stabilità e fermezza nel suo approccio alla politica estera e interna; parallelamente, l’SPD affronta una fase delicata al proprio interno, a causa delle divisioni emerse attorno al cosiddetto “manifesto russo”, il documento firmato da alcuni esponenti di spicco del partito – tra cui Ralf Stegner e Rolf Mützenich – che propone un’inversione di rotta nel sostegno militare all’Ucraina, chiedendo la fine delle ostilità, una riduzione nell’accumulo di armi e un ritorno deciso alla diplomazia.

La sezione SPD di Neumünster ha preso le distanze da questa linea, ritirando l’invito a Stegner per un evento locale, prova di come il documento stia generando fratture sempre più visibili nella leadership socialdemocratica; il manifesto, reso pubblico a ridosso del congresso federale del partito, ha suscitato forti polemiche anche tra i vertici della SPD, che temono ripercussioni elettorali e accuse di ambiguità sul fronte della politica internazionale.

In questo contesto, il cancelliere tedesco si presenta invece come figura coesa e reattiva, tanto che la CDU-CSU ha registrato un rafforzamento nei sondaggi, con il 43% dei cittadini che si dichiarano soddisfatti del suo operato, un incremento rispetto alle settimane precedenti e ad affermare questo trend contribuiscono anche le misure economiche approvate dal governo, che ha promesso ai Länder e ai Comuni un pacchetto di aiuti fiscali temporanei per compensare le perdite derivanti dal nuovo piano d’investimenti.

Il progetto prevede incentivi per il rinnovo tecnologico delle imprese, la riduzione delle tasse sulle società dal 2028 e una revisione delle norme sull’ammortamento, pur comportando un calo previsto di circa 48 miliardi di euro nelle entrate pubbliche; Merz continua a presentarsi come leader pragmatico e capace di gestire tanto i dossier economici quanto le tensioni internazionali, comprese quelle legate all’Iran e alla riforma delle forze armate.

I sondaggi in Germania riflettono con chiarezza questa dinamica, fotografando una CDU-CSU in ascesa, un centrosinistra in cerca di una linea comune e una politica estera che, per Berlino, resta oggi più che mai al centro della sua identità di potenza europea.