Negli ultimissimi sondaggi politici espressi in serata da Swg nel consueto appuntamento sul Tg La7, un dato va in controtendenza su tutti i precedenti: la Lega di Matteo Salvini torna a crescere e si proietta al 32,4% con uno 0,2% guadagnato in solo una settimana. Di contro, è tremendo il tonfo elettorale del M5s: dopo il weekend del ritorno in piazza, i grillini calano fino al 13% perdendo un 1% secco in soli 7 giorni: ora il tallonamento paventato di Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia è confermato anche dai numeri, con l’11,3% di FdI che spaventa da molto vicino Crimi e Di Maio. Lieve frenata per il Pd che resta sopra il 20% ma si perde uno 0,1% rispetto al 10 febbraio scorso, mentre è stabile ancora Matteo Renzi al 4,2% dopo la settimana di semi-crisi di Governo lanciata contro il Premier e gli alleati della maggioranza. Perde terreno ancora Forza Italia, calata nei sondaggi nazionali fino al 5,1% (-0,3%) mentre prende terreno il progetto di Calenda e Richetti al 3% avvicinandosi a Italia Viva. La Sinistra al 2,9% viene così sorpassata da “Azione” e rimane davanti solo a Verdi (2,3%), +Europa all’1,9% e Cambiamo! di Giovanni Toti all’1,2% su scala nazionale.
SONDAGGI DEMOS (15 FEBBRAIO): SOLO IL 23% ESCLUDE CRISI GOVERNO
Il Governo per ora “tiene” anche se lo scontro acceso a distanza tra Italia Viva e Pd-M5s-Conte è tutt’altro che minimo: i sondaggi politici prodotti da Demos per Repubblica dello scorso 15 febbraio provano a “interpretare” il senso di instabilità che l’elettorato vede nella maggioranza di Governo con solo il 23% che concede la piena durata del Conte-2 fino a fine Legislatura nel 2023. Il 17% è convinto che la crisi sia alle porte e che solo pochi mesi ci separano dalla caduta dell’esecutivo giallorosso, mentre il 27% concede “fiducia” al Governo per massimo un anno. Il 23% infine ritiene che l’alleanza Pd-M5s-LeU-Italia Viva reggerà più di un anno ma non fino alla fine della Legislatura, in pratica in sella per poter eleggere il Presidente della Repubblica. Motivo dello scontro in queste ultime settimane è certamente il tema della prescrizione, e così i sondaggi Demos provano a tastare il polso dell’elettorato: l’8% è convinto che la riforma Bonafede contrastata da Renzi (perché blocca la prescrizione dopo il primo grado di giudizio) sia un’ottima legge mentre il 35% la appoggia positivamente. Di contro, il 28% giudica la riforma M5s già approvata dal Governo Conte-1 come “negativa” mentre l’11% addirittura la considera negli stessi termini di Renzi e del Centrodestra, ovvero “altamente negativa”.
TECNÈ (14 FEBBRAIO): LE INTENZIONI DI VOTO
Nei sondaggi politici espressi lo scorso 14 febbraio da Tecné (per l’Agenzia Dire, ndr) iniziavano ad emergere le prime “avvisaglie” dello scontro poi consumato tra Conte e Renzi in tutto il fine settimana, con tanto di salita al Colle del Premier per discutere con Mattarella sulla tenuta del Governo giallorosso. Per ora la maggioranza “regge” anche se su prescrizione e Autostrade potrebbe rischiare forte – almeno con lo schema Pd-M5s-LeU-Italia Viva – ed è per questo che a Palazzo Chigi si stanno studiando tutte le soluzioni possibili. Nel frattempo, le intenzioni di voto raccontano un periodo abbastanza particolare per entrambe le “compagini” contrapposte: da un lato il Centrodestra cala nella parte leghista ma cresce in quella “meloniana”, dall’altra il Governo giallorosso è tutt’altro che unito e su M5s e Italia Viva soprattutto pesa un’alleanza non piaciuta e con ogni probabilità non rinnovata nel prossimo futuro. In mezzo i sondaggi danno i “numeri” e spiegano più di quanto si possa raccontare: la Lega di Salvini cala ancora, dal 31% al 30,6% in una settimana, pesando forse il “caso Gregoretti” che manderà a processo l’ex Ministro degli Interni. Di contro, un super Pd cresce ancora e dal 20,4% arriva fino al 20,8% riacquistando posizioni viste appena dopo il voto delle Europee 2019 (ma in quel caso c’era ancora Renzi all’interno dei Dem).
SONDAGGI TECNÈ (14 FEBBRAIO): CRESCE FIDUCIA NEL GOVERNO
Sondaggi politici pessimi invece per il Movimento 5 Stelle che, nonostante la manifestazione di piazza che ha riacceso l’appoggio di parte dell’elettorato per Bonafede, Crimi e Di Maio, non concede speranze per l’immediato futuro: il 13,5% rappresenta uno dei punti più bassi del consenso pentastellato, specie perché dietro arriva come un treno Fratelli d’Italia con il 12,2% e con i voti “rubati” ai grillini (lo 0,3% in soli 7 giorni). La Meloni è sempre più seconda forza non marginale della coalizione di Centrodestra, anche perché Forza Italia non cresce più e si ferma al 7,3% con altro 0,2% perso in una settimana. Chiudono i sondaggi Tecné per l’Agenzia Dire Italia Viva di Renzi che guadagna qualcosina nella settimana di massimo protagonismo dell’ex Premier (4%), la Sinistra al 2,6%, Azione di Calenda al 2,3%, +Europa all’1,9% e Verdi all’1,7%. Cresce, seppur di poco, la fiducia generale per il Governo Conte-2: rispetto al 7 febbraio scorso, i giallorossi vengono promossi dal 26,4% degli intervistati Tecné, mentre a bocciarli resta un importante 68% degli italiani, dato che però è in calo dello 0,8% rispetto alla scorsa settimana.