Sondaggi politici Romania: AUR vola al 38%, PSD in crisi al 17%. Mentre la destra avanza, Dan prova a ricostruire stabilità e fiducia

Il dato che balza agli occhi dai sondaggi in Romania è chiaro e potente, quasi inaspettato nella sua imprevidibilità: AUR, il partito guidato da George Simion, raggiunge il 38% delle intenzioni di voto secondo l’ultima rilevazione INSCOP, una crescita vertiginosa rispetto al 18,3% ottenuto alle parlamentari, che segna un raddoppio dei consensi e una trasformazione dello scenario politico, ma dietro questo risultato c’è molto più di un semplice voto di protesta, c’è una Romania stanca, sfiduciata, che ha smesso di credere nelle promesse dei partiti tradizionali, e che ora cerca rappresentanza in chi urla più forte e parla più diretto.



Nel frattempo, PSD e PNL, i due principali partiti del sistema rumeno, arretrano visibilmente con il Partito Socialdemocratico che scivola al 17%, con una perdita secca di 5 punti, mentre i liberali si fermano al 16%, in leggera ripresa ma lontani dal recuperare il terreno perduto; anche USR resta indietro, stabile intorno al 12%, mentre UDMR si ferma al 5%, appena sopra la soglia parlamentare, nel frattempo, gli schieramenti minori come SOS, POT e SENS sono ormai ai margini – tutte tra il 3 e il 4% – e faticano a rientrare nei giochi veri.



I dati del sondaggio, raccolti tra il 26 e il 30 maggio su un campione di 1.150 persone, ritraggono un Paese in cui l’asse politico si è spostato verso destra, con le periferie e le zone più deboli economicamente che trainano questo cambiamento; AUR riesce a sfruttare in modo efficace il malcontento sociale, intercettando la delusione diffusa verso un sistema percepito come distante, inefficiente, privo di visione.

Non è solo un voto “contro”, ma un’identificazione attiva in un messaggio politico che parla di patria, sovranità, protezione, e che – soprattutto – arriva senza filtri, rispondendo alla stanchezza e al senso di abbandono che cresce nelle fasce popolari e nei territori più trascurati dalle politiche di sviluppo degli ultimi anni.



Sondaggi politici Romania: la crisi del PSD e la debolezza del PNL aprono la strada alla destra

Tra i sondaggi, anche quello Avangarde, realizzato tra il 23 e il 28 maggio, conferma la stessa tendenza: AUR ottiene il 32% in termini di fiducia generale, mentre il PSD cala al 20% e il PNL resta stabile al 16% ma non si tratta solo una dinamica di consenso, ma di un mutamento nella percezione dell’intero sistema politico, in quanto, i partiti che hanno governato negli ultimi anni appaiono stanchi, logarati, scollegati dalla realtà del Paese, e incapaci di offrire una risposta concreta a un malessere che si fa sempre più sentito, così la fiducia nell’establishment si sgretola mentre cresce la sensazione che il cambiamento, anche se incerto, sia preferibile alla continuità.

Cristian Pârvulescu, politologo ed esperto di dinamiche elettorali, mette in luce come la debolezza del PSD non sia frutto solo di una strategia sbagliata, ma anche di un disallineamento tra la leadership e il suo storico elettorato e dopo aver sostenuto Crin Antonescu – ex liberale – come proprio candidato presidenziale, il partito ha perso credibilità, specialmente nelle aree di campagna dove storicamente era dominante, e mentre AUR avanza conquistando quelle stesse aree, PSD appare paralizzato da lotte interne, da un’interim senza guida politica e da una mancanza di visione chiara.

Nel Parlamento la situazione si riflette anche sul piano degli schieramenti con ex deputati di SOS e POT che stanno confluendo verso PSD e PNL, ma si tratta più di movimenti tattici che di veri riposizionamenti ideologici e, intanto, USR resta intrappolato in una crisi di identità e leadership, mentre le forze minori vedono sparire il poco spazio politico rimasto; la Romania sembra così entrare in una nuova fase, contraddistinta da una polarizzazione sempre più serrata tra chi difende un modello europeo e chi invece sogna un ritorno a un’identità nazionale forte e autosufficiente, anche a costo di sacrificare la stabilità istituzionale.

Sondaggi politici Romania: tra promesse fiscali e agenda estera, Dan cerca stabilità mentre il Paese cambia volto

In questo clima di incertezza e rimescolamento, come emerge dai sondaggi, il presidente Nicușor Dan ha provato a ridisegnare la rotta, presentando una prima bozza del programma di governo e tracciando le priorità del suo mandato già prima della conferenza stampa ufficiale del 4 giugno e le parole d’ordine sono state disciplina fiscale, credibilità internazionale e coesione politica.

Ma la realtà con cui si confronta il presidente neo-eletto è più complessa: i conti pubblici faticano a tenere il passo con le esigenze sociali, l’evasione fiscale è un’emergenza riconosciuta anche dai servizi segreti come questione di sicurezza nazionale, e l’agenda estera si fa sempre più densa, tra vertici europei, NATO e la necessità di rafforzare i legami con Washington dopo la crisi di fiducia post-elettorale.

Dan ha rimarcato che il documento fiscale elaborato dal suo staff non è definitivo, ma sarà la base di un confronto politico serio con tutti i partiti che vogliono entrare nella maggioranza, e, al tempo stesso, ha ribadito che ogni decisione – anche quelle sulle possibili manovre fiscali, come l’aumento dell’IVA – sarà discussa in modo trasparente, con il coinvolgimento del Parlamento e delle forze sociali; sul piano internazionale, il presidente ha confermato un’agenda intensa tra la visita del Re di Spagna, il viaggio a Chișinău, il vertice NATO all’Aia, quello UE a fine mese, una serie di impegni che richiederanno una linea politica coesa e affidabile.

Ma con AUR in rapida espansione, e il resto dei partiti costretti a trovare un equilibrio fragile per governare, la stabilità del sistema politico rumeno è appesa a un filo e l’unica possibilità per PSD e PNL sembrerebbe quella di unirsi per rilanciare l’economia e frenare l’avanzata del populismo, ma il rischio è che uno dei due paghi dazio in termini di consenso; la Romania, oggi, appare quindi come un Paese che cerca risposte rapide, efficaci, visibili e chi non riesce a fornirle, viene travolto.