“BASTA GUERRA”. IL ‘GRIDO’ DEL POPOLO IN UCRAINA NEGLI ULTIMI SONDAGGI CONDOTTI DA SOCIS
Parlare di pace in Ucraina è tutt’altro che un tabù, specie dopo ormai 3 anni di guerra dove non si vede una conclusione di piena liberazione dalla Russia (almeno per il breve periodo): gli ultimi sondaggi politici condotti da Socis tra l’elettorato ucraino possono in qualche modo sorprendere i non addetti ai lavori o semplicemente i Paesi esteri, anche qui da noi in Occidente, ma non stupiscono probabilmente la popolazione che da quel maledetto 24 febbraio 2022 ha visto radicalmente sconvolta la vita della propria famiglia.
Nei sondaggi pubblicati da UP (e mostrati su X dal free lance della BBC Leonid Ragozin) è stato chiesto un giudizio sulla possibilità di condurre negoziati di pace tra Russia e Ucraina grazie alla mediazione degli Stati Uniti del nuovo Presidente, viste le frequenti aperture fatte da Cremlino e Casa Bianca sull’imminenza di una data del colloquio storico Putin-Trump. Ebbene, il 50,6% degli intervistati ritiene che si debba assolutamente andare a colloqui di pace, solo che non viene prevista la presenza del Governo Zelensky bensì si auspica «la mediazione dei leader stranieri», leggasi Donald Trump (visto che dall’UE ancora oggi sono state rinnovate le sanzioni contro la Russia). Vi è ancora un 19,5% di ucraini che ritiene sensato congelare il conflitto sull’attuale linea del fronte raggiunto, di fatto considerando i territori fin qui occupati dalle milizie di Mosca come persi definitivamente.
Socis poll published by UP
50.6% of Ukrainians want peace talks mediated by foreign leaders
19.5% – conflict frozen along the current frontline
14.7% – fighting till full liberation (1991 borders)
10.2% – fighting till the Russians are pushed back to the Feb 2022 line of… pic.twitter.com/JgWZGG8KuW— Leonid Ragozin (@leonidragozin) January 27, 2025
NEGOZIATI DI PACE E RAPPORTI CON TRUMP: COSA BOLLE IN PENTOLA NEL 2025 DELL’UCRAINA
Proseguendo nell’importante analisi dei sondaggi UP-Socis in Ucraina, dopo 1069 giorni di guerra, l’elettorato è sostanzialmente stufo di uno scenario nazionale come quello attuale: solo il 14,7% è infatti d’accordo con la linea di Zelensky (e sulle dichiarazioni, almeno quelle pubbliche, dei principali leader occidentali di Kiev), ovvero combattere fino alla completa liberazione dell’Ucraina riportando i confini all’origine post-URSS nel 1991. Da ultimo, un 10,2% di elettori intervistati ritiene giusto combattere ancora almeno fino a che i russi non vengano respinti sulla linea presente nel momento dell’invasione di inizio 2022 (sostanzialmente dando per persa la Crimea e gli altri territori occupati prima dell’inizio di questa sanguinosa guerra alle porte dell’Europa).
La guerra prosegue, sebbene in “tono minore” visto il rigido inverno in corso, motivo per cui si cerca di accelerare tanto a Washington quanto a Mosca per poter predisporre i dettagli chiave nell’eventuale tavolo di pace tra Putin e Trump: ancora questa mattina il Cremlino ha sottolineato di voler attendere segnali USA per organizzare il vertice sulla guerra in Ucraina. Se da par suo Zelensky va “oltre” i sondaggi e le sensazioni della sua popolazione (parlando di vittoria ancora possibile, anche se dà ormai per perse parte del Donbass e Crimea), quanto sottolineato nelle scorse ore dal capo dell’intelligence ucraina militare – Kyrylo Budanov – non è un dato da poco: una fonte di UP-Rada ritiene che proprio il capo degli 007 di Kiev ormai consideri necessario un accordo di pace entro l’estate, pena la caduta del Governo stesso. In poche parole si è passati a considerare lo stop alla guerra come una sconfitta che porterebbe allo sparire dell’Ucraina stessa, con l’evoluzione di queste settimane si considera invece il mancato compromesso con la Russia il vero segnale di potenziale “cessazione d’esistere” per Kiev.